lucia triolo: il mio nome è pesante

confusa
penso alla mia ignoranza:
falce ansimante                                
sospesa sul cuore
feroce come fuoco sui miei istanti indecisi
E questo “non so”
non è un vuoto
ma un pieno di nulla

giù in fondo
dorme incomprensibile il mondo                           
un angelo vaga dai morti 
verso i vivi e sempre
sempre porta loro qualcosa 
comunica trabocchi

ma anche per lui
il mio nome è pesante

Lucia Triolo: una Domenica di poesia

F. Nietzsche

conclusione del capitolo Il canto del nottambulo, § 12, di Così parlò Zarathustra:

Oh uomo! Stai attento!
Cosa dice la profonda mezzanotte?
“Dormivo, dormivo –,
Da un sonno profondo mi sono svegliata: –
Il mondo è profondo,
E più profondo di quanto abbia pensato il giorno.
Profondo è il suo dolore –,
Piacere – ancor più profondo del dolore:
Il dolore dice: Passa!
Ma ogni piacere vuole eternità –,
– vuole profonda, profonda eternità!”

quando qualcuno

Quando qualcuno parla
soffre
piange

quando qualcuno…

Ed io sto lì a guardare
l’immortale mondo
che non ha destino.
Eppure basterebbe poco,
forse soltanto
una lucciola eversiva o
l’ urlo inarticolato della nebbia,

quando qualcuno attende
chiede
chiama

stasera non passa nessuno per strada,
né a piedi, né in macchina.
Tutto è immobile
forse manca la strada
o forse è una strada
che inghiotte,

quando qualcuno cerca
ha fame
prega

quando qualcuno….

dov’è la casa,
quella degli uomini,
intendo,
della loro effimera vita
dove tutto
vuole avere inizio
e cerca compimento?

quando qualcuno chiede pace
giustizia
amore

quando chiede di qualcuno
.
Non ho mai sentito tanto silenzio.

Lucia Triolo: la lacrima del mondo

(ricordando Angelo Scivoletto)

Lassù, in alto
sospesa
in uno sguardo
che troppo ha visto,
c’è una lacrima.

È la lacrima del mondo.
La scorsi un giorno,
era vuota, aguzza
come lama di ghiaccio.

Stava lì,
trepida
pronta a cadere.
Attendeva forse
di essere asciugata.

E venni a lei. A dimora.
Ciò che
lei vide,
vidi.
E piansi anch’io,
ma lei,
lei non si sciolse.
È una lacrima amara.

Sentii dire
da qualcuno
che era l’ ultimo rifugio.

Lucia Triolo: l’innocenza

“A ognuno la sua clessidra, per farla finita con la clessidra. Per continuare a disseminarsi nella cecità.”R. Char, Erbe aromatiche cacciatrici in “La dimora del tempo sospeso”, Quaderni di traduzioni LXXXII”, trad. di Francesco Marotta

hai messo la mia innocenza in 
una clessidra 
come una rivolta da sgocciolare
con discrezione
senza farne apparire
il non senso,
la cecità

e io 
sono venuta solo a guardare
come vesti il mondo
come sei vestito

La mia preghiera laica natalizia…

Aiutami a toccare le vette celestiali

dell’animo, a raggiungere la pace,

senza più toccare il fondo.

Fa  che dopo la mia notte dell’anima

sopraggiunga di nuovo l’alba. 

Ci sono infiniti modi

per approdare all’essere.

Ci sono infiniti modi

per perdersi per sempre.

Mi manca una donna

(è tardi ormai per stare con una donna).

In me si alternano voci contraddittorie,

pensieri e ripensamenti. 

A volte provo troppa solitudine

(non si può stare troppo da soli

senza provare solitudine). 

È umano. È umano. Di nuovo è umano.

Sono umano. Sono umano. Sono umano.

Non sono fatto per essere solo.

Non ho deciso di farmi prete

e poi oggi molti preti 

non rispettano il voto di castità

(questa non è una giustificazione, 

è la realtà).

Fa che finisca la guerra

(troppo sangue è stato versato).

Fa che riprenda l’economia.

Fa che ci sia meno violenza.

Fa che non regni il caos.

Fammi ascoltare il mondo,

anche se il mondo non mi ascolta. 

Aiutami a ritrovarmi.

Fammi eliminare dalla mia vita i falsi maestri.

Indicami la via maestra.

Dammi i soldi necessari

e la salute per stare bene.

Non togliermi gli affetti più cari.

Fa che la carne non prenda il sopravvento

(però ricordati che sono debole

e non posso vivere di solo spirito.

In ogni caso aiutami).

Dammi ancora del tempo

e io cercherò di non sprecarlo.

Non ho intenzione di insegnare

ma solo di imparare,

ma se finissi per insegnare qualcosa

non ci sarebbe nulla di male. 

Pensavo di essere più forte.

La verità è che sono stato troppo a lungo solo.

Un tempo chiedevo di essere amato

e di amare. Non mi sembrava di chiedere molto,

ma il mio destino passava da un’altra strada.

La verità è che ho chiesto troppo a me stesso,

che ho chiesto troppo al mondo. 

Alla fine anche io come tutti

finisco, anche se in minima parte,

dal farmi condizionare dalle vite altrui.

Non farmi essere preda delle malignità,  delle negatività altrui.

Non farmi essere preda dei demoni interiori che abbiamo tutti.

Aiutami a superare le mie debolezze,

i miei errori, le mie crisi.

Ho bisogno di essere nel mondo

(voglio ritirarmi dal mondo). 

In me da tempo immemorabile

c’è un combattimento interiore,

ma forse è il segno che sono 

ancora vitale.

Non so in quale direzione

sto andando. Non so

in quale direzione sta andando

la mia vita. Mi basta poco,

una stupida scintilla per arrabbiarmi.

Basta niente per rovinarmi

(…questa civiltà occidentale

teoricamente dovrebbe essere fondata

su archetipi greci e principi biblici:

in realtà siamo allo sbando).

Ho chiesto troppo a me stesso.

Ho superato diverse prove,

ma ora sono tornato indietro.

Penso che la mia vita è piena di ricadute. 

Chiudo gli occhi nel buio della stanza.

C’è quasi silenzio. 

Scaccio immagini e ricordi negativi.

In me ora si affollano i pensieri.

Alcuni pensieri sono ancora negativi.

Devo svuotare la mente.

Fa che i miei giorni non si consuminino 

tra frustrazione, rabbia, sentimenti negativi.

Fai luce in me, fai luce nel mio mondo. 

Fammi rinascere dentro senza morire

(sarò in pace con me stesso

quando non chiederò più niente ai miei giorni

e prenderò quel che viene).

In ogni caso e in ogni modo

sii con me e con i miei affetti più cari.