FUGHE DI NEBBIA

Compassata nel senso artefatto

del tuo vertiginoso mutismo

cerco misture di tamerici

per coccolare cartilagini sfiancate.

Overture di proiezioni in controluce

restano blandite in un gelido ancoraggio

scandito da un approdo

di spine spiaggiate.

Ricompongo lo scorcio dei pensieri

annodati a una gamma di transiti istintuali

ispezionando fughe di nebbia

nello scalpore d’un dolce involucro

ove rivivere me stessa…

@Silvia De Angelis

SUGGESTIONE, di Silvia De Angelis

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E’ lì a due passi dalla coscienza la suggestione
corteggia sipide memorie
assumendone ebbrezze recondite
e spasmi accelerati su pause di respiro
Diviene supremazia proiettando manciate d’adrenalina
su commedia del momento
Avvenente e fuori d’ogni regola
s’appiglia a realtà frantumate
traendone vividi mosaici
nell’ovvietà di intriganti sapori sulla pelle
Discinta in mutabili filigrane
affonda probabilità lontane
sorseggiando certezze mascherate fuori del tempo

@Silvia De Angelis

UN SOGNO COSTANTE, di Silvia De Angelis

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E mentre boccheggia

sfiatato

quel pallore d’autunno

portatore

di melanconici approdi

fugge nella meta sconfinata

il palpitare d’aorta

soggiornando silenzioso

su palmi corrugati e dolcissimi

Nella crescita lontana

sollevavano il vagito

da un tema oscuro e arcano

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

Video della poesia “Un sogno costante”

UN SILENZIO, di Silvia De Angelis

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S’affievolisce un seme di luce

nell’impulso cangiante della sera

Grovigli di pensieri

si mescolano

a una lieve assenza

invaghita

d’un breve soffio senza sole

Saggia lontani aromi

persi in uno scialle di nebbia

e quel “vedere non vedere”

acuisca il senso

d’un nesso tenue di memoria

Si fa concerto muto

nello stupore d’un silenzio

ancorato all’idea d’un cerchio

che retroceda d’un giro

per far ritorno

a un seducente barlume del passato

indenne da sapienza di maturità

 @Silvia De Angelis

SPOSTIAMO L’ATTENZIONE, di Silvia De Angelis

In quelle giornate no, quando tutto sembra volgersi al contrario delle nostre migliori aspirazioni, fatichiamo  enormemente “a carburare” ed ad assolvere tutti i compiti della giornata, che ci paiono immensi e infiniti.

Occasione pesante, in cui ogni minimo rumore ci disturba, ed aumenta il  malessere interiore, che bussa insistentemente alla porta del nostro udito, desideroso di tuffarsi in un mare di silenzio.

Non riusciamo a dar rilievo alle cose belle del contorno, visibilmente sbiadito e fuori della nostra portata mentale….fissiamo  l’attenzione su “quel che” inaccettabile e non sostituibile, al momento, che ci trasmette un profondo disagio.

La distrazione in parte ci risolleva, ma quel tarlo insistente, si riaffaccia, come il volo concentrico d’una zanzara prossima a pungere….ed è così, punge quel pensiero, togliendoci ogni fantasia creativa, che potrebbe far volgere in modo divertente le ore del giorno.

Sembrerebbe complicato, ma riuscire a dirigere il senno del pensiero, è quasi un esercizio ginnico, infatti , spostando l’attenzione da un capo all’altro, si minimizza in modo tangibile l’entità del  cruccio.

Il nostro cervello ingrandisce in modo rilevante le nostre preoccupazioni, riuscendo addirittura a somatizzarle in un punto fragile del corpo….perchè permetterglielo?

Con un po’ di buona volontà, e un pizzico di fantasia, si cerca di remare in acque diverse da quelle agitate, che rischiano di farci annegare, e nel giro di poco tempo, si può  raggiungere una riva ferma capace di darci più sicurezza e di alleggerire il  nostro stato ansioso.

Mai farci intrappolare dalle spire del cervello, ottimo alleato in molte occasioni d’esistenza, ma ingannevole in qualche attimo “di burrasca”.

@Silvia De Angelis

VENTO D’AMORE, videopoesia di Silvia De Angelis

VENTO D’AMORE
Frivolo nel suo brivido di dolcezza
accarezza le gote raddolcite
il vento d’amore
Lentamente attenua schiume di rimpianto
impigliate nel sottovoce sbieco che fa ombra
Ardente slancio scioglie le remore
che incatenano lo spirito
al soffio che trascende le parole
Si fanno rarefatte nelle sillabe esiliate
in una linea di gioco senza confini
ove il bacio divarica lo spessore d’un’emozione
al sapore di vita vera
@Silvia De Angelis

I GIORNI ANNATI (vernacolo), di Silvia De Angelis

Quanno semo più tranquilli

e avemo riposto “i grilli” da ‘na parte

ce vie’ n’mente quer tempo addietro

che cià fatto tanto penà.

Allora senza fa troppi sforzi

aripiamo ‘e cose belle

messe da parte drento ar core

pe’ sollassacce d’attimi gajardi

che te rianimeno

e t’aiuteno a campà.

N’amore ‘ntico e stuzzicherello

che fra ‘nbatticore e l’artro

t’ha regalato emozioni

che vargheno ‘n mijardo

e saresti capace de fa

‘na doppia capriola

pe’ potello fa’ tornà….

Ma er tempo nun perdona

 core come ‘nmatto

rubbandote li giorni

che ciai a disposizzione

e sta a te piallo

da ‘a parte giusta

e fattelo carzà….

perché si nun ce riesci

fai ‘ngrosso rotolone….

@Silvia De Angelis

I GIORNI ANDATI (traduzione)

Quando siamo più tranquilli

e abbiamo riposto gli sfizi da una parte

ci viene in mente quel tempo passato

che ci ha fatto penare tanto.

Allora senza fare troppi sforzi

ricordiamo le cose belle

messe da parte nel cuore

per godere d’attimi meravigliosi

che rianimano

e aiutano a campare.

Un amore antico e stuzzicarello

che fra un batticuore e l’altro

ha regalato emozioni

che valgono un miliardo

e saremmo capaci di fare

una doppia capriola

per poterlo rivivere.

Ma il tempo non perdona

corre come un matto

rubando i giorni

che abbiamo a disposizione

e sta a noi prenderlo

dalla parte giusta

facendolo calzare…

perché se non ci si riesce

si fa una grossa caduta….

STUPISCE, di Silvia De Angelis

Stupisce, a volte, la vita, con episodi particolari, che ci ripresenta, identici, a distanza di  anni.

La mente si meraviglia di questa insolita circostanza e fa degli sforzi a comprendere i veri motivi  di questi speciali scenari che tornano, inaspettati, alla ribalta.

Probabilmente sono delle coincidenze,  ma è impossibile non pensare che dovremmo  riflettere a fondo sul perché di questi eventi.

Analizzando il vissuto del passato, ci soffermiamo sui nostri atteggiamenti, cercando di  capire se essi abbiano portato a risultati positivi, o, al contrario, ci siamo comportati in  modo impulsivo, rovinando delle situazioni che avrebbero potuto avere una conclusione

diversa e ottimale per il futuro a venire..

A volte seguiamo cecamente l’istinto, lasciando da parte profonde riflessioni, che invece  sarebbero necessarie e produrrebbero effetti migliori sull’andamento dell’esistenza.

L’esperienza aiuta tantissimo nel nostro percorso, soprattutto, fa in modo che non ripetiamo  errori  irreparabili, che segneranno fortemente la nostra interiorità.

Ma tornando all’argomento principale di questo scritto, e cioè il ripetersi di episodi unici,  sorridiamo quando ci troviamo di fronte a questo avvenimento e prendiamo tutte le precauzioni  necessarie per sentirci vincenti, dando scacco a una vita che ci mette ancora alla prova……

@Silvia De Angelis

OVE FA MALE, di Silvia De Angelis

Preme nell’oltre d’aura l’urgenza

d’un accucciarsi sulla linea incandescente

d’un Dio supremazia assoluta

nel respiro a senso unico.

In quell’istante s’inclinano sagre

ammantate di miti scomodi

nella paura circostante del buio

mutato in incandescenza folle

esalata oltre un’enfasi che duole.

Ombre negli occhi nell’istante arcaico

adulazione d’un silenzio aspro

mentre una carezza improvvisata

si fa forte nel tocco ove fa male…

@Silvia De Angelis 

ATTEGGIAMENTI, di Silvia De Angelis

Supponiamo, talvolta, di conoscere abbastanza bene, le persone che ci sono

vicine. Credo che, in realtà siamo noi, con la nostra mente, a costruire un mondo

che le renda “in un certo modo” per noi, ma in verità le immense sfaccettature

di quei caratteri ci sfuggono e sarebbero capaci di riservarci, in una situazione

al di fuori del familiare delle incredibili sorprese.

Ad esempio degli individui estremamente taciturni, nell’ambito di casa, in una

situazione diversa, lasciano trapelare un’incredibile parlantina, perché

evidentemente si sentono più portati a conversare e lasciar defluire argomenti

più creativi in un ambiente del tutto diverso. Probabilmente nel loro posto

di lavoro sono precisissimi e attenti a qualsiasi sfumatura, mentre invece

normalmente sono disordinati e distratti.

Del resto credo che ognuno di noi, a seconda della circostanza, che vive

sia costretto ad assumere una maschera dell’occasione per agire in modo

 consono, senza esagerare naturalmente, ma solo per avere un atteggiamento

 conforme alle regole della comunità umana., anche se, mentalmente, non

siano condivise

@Silvia De Angelis

RUBACUORI, di Silvia De Angelis

Fugge dalle mani
l’orlo dell’abito
mosso dal rumore d’accesi sensi
Anime conturbate
sfiorano corpi bollenti
estenuati
dal mangiarsi di cupide labbra
odorose d’un manto di luna
S’imbeve di passione
lo spirito
evoluto
in una resa d’amore
trascendente
che lo fa sentire “rubacuori”

@Silvia De Angelis 

PERCEZIONE, di Silvia De Angelis

Focale percezione

dentro le mura astratte delle mie ciglia.

Accentua inaspettate forme nel pensiero

ribaltando un azzurro sotterfugio

in una profetizzante incandescenza

sui cardini della pelle.

Sembra quasi mirare

a un doloroso flagello.

Traverserà

il torace fiaccato

da un disavanzo della soglia

impreparata a spianare

le piaghe di un’ombra d’amore

che discosti la mano alla luna…

@Silvia De Angelis 2021

‘A CAPPELLA D’IMMACOLATA (vernacolo), di Silvia De Angelis

Me so’ ‘nnamorata d ‘a cappelletta

d’Immacolata ch’arberga drento

Villa Borghese pe’ decisione

de quer riccone der Principe Marcantonnio

che ciebbe ‘sta dedizione ‘mmenza

p‘a Madonna a li tempi che lui visse der  settecento

‘A chiesetta è comme ‘na bomboniera

e riccoje li dipinti de Raffaelo

che s’era preso ‘na mezza scuffia

pe’ ‘sto posto santo

che je faceva friccigà er pennello ne li colori

Vorte che s’entreccieno ner calore

de’ n’intimmità mai vista

e de fora ‘n’contorno de pini secolari

rinverditi da ‘n’emozzione

de n’atmosfera ‘ntrigante

che solo Roma co’ qua’arietta sorniona

e stuzzicarella te sa dà

comme na signora d’artri tempi

che nun cià voja d’envecchiasse….

@Silvia De Angelis 

LA CAPPELLA DELL’IMMACOLATA (traduzione)

Mi sono innamorata della cappelletta

dell’Immacolata che si trova dentro

Villa borghese per decisione

di quel principe ricco Marcantonio

che ebbe questa immensa dedizione

per la Madonna al tempo che lui visse nel settecento

La chiesetta è come una bomboniera

E racchiude i dipinti di Raffaello

che s’era preso una mezza cotta

per questo posto santo

che stimolava la sua arte impressionistica

Volte che s’intrecciano nel calore

di un’intimità mai vista

e l di fuori un contorno di pini secolari

rinverditi da un’emozione

di un’atmosfera intrigante

che solo Roma con quell’aria sorniona

e particolare  ti dà

come una signora d’altri tempi

che non è capace a invecchiare

FINZIONE, di Silvia De Angelis

Quante persone fingono, o mentono nello scenario della vita…..lo fanno in modo talmente spontaneo, che infine ciò diventa “un canovaccio usuale” del loro agire.

Le motivazioni di questo tipo di atteggiamento sono infinite, ma quella predominante credo che riguardi il fatto di voler nascondere al prossimo i propri limiti e insicurezze lasciando trapelare una parte di sé stessi non vera.

In quest’epoca in cui l’apparire occupa una parte fondamentale dell’esistenza, la maggior parte degli individui fa in modo di essere appariscente, cercando anche di dimostrare che fa le scelte migliori nei vari settori del quotidiano

Sembra che seguire certi stili di vita, rappresenti quasi una regola e chi, invece, fa scelte diverse, con la propria testa, viene definito “strano” e anche messo da parte dagli altri.

Credo che avere una personalità delineata e decidere, di volta in volta, con la propria mente, come agire, sia un pregio  e una caratteristica notevole, portatrice, sempre, di buoni risultati….  

@Silvia De Angelis

UN RISVEGLIO DI PRIMAVERA , di Silvia De Angelis

La natura non si smentisce mai….infatti ,ad ogni cambio di stagione, ci trasmette dei messaggi ben precisi, ai quali pare si debba necessariamente sottostare.

Quell’intontimento inspiegabile, che proviamo all’inizio della primavera, ne è una dimostrazione pratica.

Abbiamo più voglia di dormire, e allo stesso tempo, anche una diversa energia, data dai colori accesi delle giornate e dei boccioli in fiore, nella loro fragrante esplosione, che pare voglia dirci godi di ogni respiro della tua esistenza, perché è davvero il momento di farlo.

Giornate più lunghe, clima addolcito, effervescenze profumate nell’aria, che invitano a sognare intensi momenti d’amore, con la persona che si ama…

E’ davvero un magnifico periodo dell’anno quello che si vive in aprile/maggio e credo che ognuno di noi si riproponga di rigenerarsi, al meglio, per godere della mite temperatura e della speciale

luce del giorno che  propone una nuova e vitale energia.

L’abbigliamento diviene più soffice, in una leggerezza di tessuti, che si indossano piacevolmente e che fanno pregustare un clima temperato, portatore di sensazioni completamente nuove.

S’accresce il desiderio di stare all’aperto, in ville o luoghi di campagna ove poter assaporare la magia di nuove essenze e trasporti emotivi di rara intensità, che donino nuova tempra all’organismo in cerca d’ossigenazione, al di fuori della metropoli inquinata.

Non rimane che godere di questa speciale atmosfera, portatrice di positività e nuova carica emotiva, per poter intraprendere un cammino colmo di soprese….

@Silvia De Angelis

LA STATUA DI POLIMNIA PRESSO LA CENTRALE MONTEMARTINI (Roma), di Silvia De Angelis


Nel 1928 a Roma vennero ritrovate alcune statue, ma la più bella tra le belle fu proprio lei: Polimnia! 

In via Terni – vicino piazza di Villa Fiorelli (quartiere Tuscolano, VII Municipio)- nel 1928 fu scoperta casualmente una galleria adibita a cava di tufo: proprio lì giacevano, “in riposo ed in attesa”, alcune statue raffiguranti delle Muse, ma la più bella tra le belle risultò essere da subito Polimnia, una delle nove Muse del pantheon greco.

Dal 1997 possiamo ancora ammirare, a tutto tondo, il fascino di tale Musa pensosa all’interno della collezione di arte antica dei Musei Capitolini presso la ex centrale Montemartini sulla via Ostiense. Tale sito, inoltre, è un raro esempo di connubio ben riuscito tra archeologia industriale e archeologia classica: le opere d’arte, infatti, sono state allestite accanto ai primi motori a Diesel (Anni Trenta, famiglia Tosi) che arrivarono a Roma per fornire di energia elettrica al 50% della Capitale. Lo stesso museo, infine, è stato spesso scelto come set cinematografico, poichè sembra di entrare all’interno di una nave: un esempio per tutti, alcune scene del film “Saturno contro” (2007) di Ferzan Ozpetek. 

Ma ritornando alla nostra protagonista greca, Polimnia, dobbiamo ricordare in primis che la fanciulla – figlia di Zeus e Mnemòsine – rappresenta, come già accennato, una delle nove Muse e l’etimologia del suo nome significa “molti canti“, “di gran lode“, poichè Polimnia presiede la pantomima, la retorica, la memoria, grazie al potere del ricordare trasmessole dalla madre.

Alta 159 cm, copia romana del II sec. a.C.,questa statua in marmo pario, dopo secoli, presenta ancora una levigatura e patinatura intatta: è proprio la più bella tra le belle anche all’interno del museo!

La giovinetta è rappresentata tutta avvolta in un pesante mantello (siamo in inverno? Oppure si tratta di un’ora tarda?), in un unico volume marmoreo da cui fuoriescono solamente il capo, la mano sinistra ed il piede sinistro cinto da un raffinato sandalo. Mentre la sua mano destra (che si intravvede come sagoma sotto il rigido manto) è chiusa in pugno per sorreggere il peso della sua testa, la sua mano sinistra, invece, stringe un cartiglio, forse un rotolo di papiro, simbolo dell’arte da lei rappresentata.

Gli archeologi ci ricordano che, nella zona in cui fu rinvenuta questa statua di Polimnia, si estendeva un ampio possedimento imperiale (Horti Spei Veteris) che partiva dall’attuale piazza di Porta Maggiore. Sotto l’imperatore Settimio Severo (Libia, 145 – Inghilterra 211) vennero costruiti un Palatium, uno Stadium e un Anfiteatrum (il cosiddetto Castrense), inglobato poi nelle Mura Aureliane a partire dal 217 d.C.. La staua in oggetto, dunque, molto probabilmente faceva parte di un ciclo di muse al seguito del dio Apollo, come era stato anche per la decorazione del tempio di Apollo Sosiano davanti al Teatro di Marcello. 

Assorta in meditazione, Polimnia adolescente poggia tutto il suo peso su di una rupe che rappresenta, forse, “il limite della realtà”, richiamo moderno a quella siepe leopardiana oltre cui la mente si affaccia agli interminati spazi della poesia. Ogni volta che si è di fronte a questa affascinante e misteriosa opera d’arte si prova veramente l’impressione di essere davanti ad una fotografia in marmo,  ad uno scatto “rubato” ad una fanciulla – assorta nei suoi pensieri e dall’acconciatura non elaborata – che si appresta a divenire donna, manifestando, nella sua posa naturale, un’umanità che sfida i secoli. 

Come per la “Gioconda ” (Louvre) di Leonardo da Vinci, così lo sguardo enigmatico di Polimnia non ci permette di comprendere a cosa lei stia veramente pensando. E chissà se quel papiro, gelosamente stretto nella sua mano sinistra, possa averle comunicato notizie riguardo un suo eventuale amore, visto che il poggiare il proprio capo su di un pugno chiuso raprresentava il segno iconografico della malinconia d’amore….(TIZIANA FIORI)

INDIFFERENZA, di Silvia De Angelis

Chissà perché , nelle stagioni che passano, in modo veloce, diventiamo sempre più indifferenti alle situazioni proposte dalla vita.
Direi più semplicemente, che quel batticuore bellissimo, che si provava spesso, anche in momenti non molto rilevanti, tende a sopirsi quasi del tutto.
Forse la consapevolezza accentuata, che sovrasta ogni evento, privandolo di quel senso di imprevedibilità o curiosità così antichi? Non so esattamente cosa sia a renderci diversi, e talvolta, quasi impassibili a episodi dell’attimo.
In parte l’andare d’esistenza, con le varie controversie, e difficoltà, crea un elevato stress alla nostra mente, che infine sembra rifugiarsi in un angolo silenzioso, per essere disturbata il meno possibile da qualsivoglia fatto, che intervenga a farla ragionare più del dovuto.
Comunque non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Alcune persone sono più “battagliere” e  si fanno coinvolgere sempre in tutti gli avvenimenti, accanendosi fino alla loro conclusione, altri individui, per contro, si estraniano il più possibile dalle varie circostanze, quasi dimenticando il loro contorno
 @Silvia De Angelis

DISACCORDI, di Silvia De Angelis

Quante volte ci capita di essere in disaccordo con persone, con le quali siamo costretti ad avere ,dei rapporti contigui, nel corso della nostra vita.

In realtà proviamo un certo senso di imbarazzo, perché non approviamo, un certo tipo di atteggiamento lontano dal nostro pensiero, e nello stesso tempo, non vogliamo interrompere il corso di quell’iter, che può andar bene per il prosieguo del cammino.

Allora siamo costretti a fare delle scelte ben precise : o interrompere del tutto quel tipo di situazione, rivolgendo altrove il nostro interesse, o tenendola solo per le necessità del momento, discostandoci in parte da essa.

Cambiare del tutto una relazione lavorativa/medica può essere rischioso, perché come sappiamo ogni nuovo rapporto, di quel tipo, può presentare vantaggi e svantaggi che bisognerebbe vagliare con molta attenzione, e soprattutto l’inizio “del nuovo” non è cosa facile.

Oppure lasciare la circostanza del tutto invariata, cercando di “fare buon viso a cattivo gioco”, e soprattutto lasciando da parte crisi impulsive, forse inevitabili, di fronte a un’idea che non collimi assolutamente col nostro interlocutore, e della quale siamo pienamente convinti.

A volte non basta avere ragione, esistono dei motivi, e degli interessi oltre la realtà dell’attimo, avverso i quali è impossibile combattere, ed alcune pronunce importanti dipendono dalla discrezionalità di chi ha la facoltà di poter decidere, quindi è del tutto inutile, e insano, obiettare.

Indubbiamente questo fatto crea un certo stato di nervosismo interiore, ma come si dice, conviene “ingoiare il rospo” e proseguire, sperando in tempi migliori.

@Silvia De Angelis