Lucia Triolo: Una Domenica di poesia: sagoma di uno stupro

Cinzia Marulli

L’orco e la bambola

Un pomeriggio di sole, la compagnetta di scuola, a casa
sua tutto era più grande, perfino lo stupore. I soldini nella
borsetta quasi finta. Un vestitino chiaro e leggero lasciava
scoperte le gambette. Un corpo immaturo, i seni solo
accennati, il pube glabro, l’imene intatto. Per le scale di
corsa a comprare la merenda, il pane caldo, la cioccolata,
la bottiglietta di aranciata, l’orco nascosto, la tenda tira-
ta, le mani grandi, il vestitino strappato, il sangue sulle
gambette, la vergogna immonda, il tremore del respiro,
l’animale impazzito. L’imene deflagrato. 

Il dopo

Sentire quelle mani
sempre
scavare la pelle 

il dolore nell’anima 

camminare soli
guardare oltre 

sperare nel vuoto
desiderare
non sentire più
quel fragore 
che insanguina 

dimmi tu – dimmi
ci sarà un giorno
il bianco velo della resurrezione? 

————

Quello che è stato è stato
il male è indietro 

la vita ha vinto sulla vita
dall’interno la luce
ha dipinto di sole
la cicatrice 

nessuno ha potuto offuscare
l’amore
quell’amore che cresce
nel mio grembo 
e che ha il volto meraviglioso
del bene. 

—————

Ancora mi chiedo
cosa farò da grande
mentre conto le rughe
che sorridono sul mio viso 

mi ostino a non tingere
i capelli come se quel bianco
fosse il velo della prima comunione 

cerco un abbraccio
lo cerco nello sguardo
di chi non ho ancora incontrato 

poi mi specchio negli occhi di mio figlio
e ritrovo l’amore di mio padre
forse sono loro la ragione
il senso della vita 

e questa parola
che a volte mi esce insanguinata. 

Tasti tratti da: Autobiografia del silenzio
ed. La vita Felice, 2022.

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