Mese: settembre 2024
Lucia Triolo: il negozio dei significanti
Tra il vocio di molte chiacchiere
piene d’afa che ristagnano
in piazza
-filosofia spicciola
spengo il cellulare
e prendo posto
dietro l’ultima parola
quando il negozio dei significanti
ormai sta per chiudere.
Anche il silenzio può essere
un’esperienza professionale
e penso al mio
che veglia aspettando
il tuo desiderio.

Lucia Triolo: Una domenica di poesia
Simone Cattaneo
Appesa per le caviglie ad un albero del viale
ho incontrato per la prima volta l’unica donna che ho mai amato,
avrei voluto proseguire ma mi ha chiesto uno sguardo
mi ha domandato di guadare un fiume inesistente fra le stelle,
quindi mi sono arrampicato fino all’orlo del suo viso ma
non si è scomposto, nulla del mio corpo mi ha nascosto.
Immersa nel suo odore mi ha aperto il petto così che
potessi sentire il suono del colore,
colmo di paura ho promesso che avrei imparato ad aspettare,
ho fatto un giro intorno all’albero e
la mia donna era svanita, rapita dalla frutta candita di
un’isola caraibica. Mi sono legato per le caviglie ad un lampione
per capire la sua prospettiva e riallineare la mira,
ammassati intono a me sbavavano dei cani, con le mascelle di vetro
in fiamme ma la terra si è asciugata e la festa è finita.
Non ho più incontrato una donna così bella, forse sì,
è la carne che tutte le notti mi dorme accanto
persuasiva nelle cosce, elegante nelle mani, luce morale nei fianchi
ripiegata e indistinta come uno scheletro di pesce.
Sono certo, siamo l’uno la proposta dell’altra.
ora in Peace & Love
*

Autunno,Gabriella Paci
Avanza l’autunno con passi di vento
trasporta le spore dell’estate morente
disperse tra raggi di fatuo calore.
Camuffa il grigio con cieli infuocati
pampini rossi e gialli sgargianti,
arriccia le ali a foglie farfalle
nel loro volteggio in cerca di terra,
riempie i cieli di stormi di fuga
che segnano note nel canto d’addio,
apre il palco alla notte che scende
impaziente e odorosa di pioggia.
Stormiscono fronde che sanno di freddo
nel tempo di fuga d’una stagione di
mille chimere appese ai cancelli d’un
cielo dischiuso ai ricordi del tempo di
scuola e d’amore sognato tra i banchi.
Lucia Triolo: una Domenica di poesia
Barbara Korun
DUE
Due si spogliano
si tolgono le vesti
si sfilano le scarpe
si levano i gioielli e l’orologio
si denudano completamente
continuano a spogliarsi
con mani carezzevoli
si tolgono la professione il nome
le abitudini quotidiane
con baci pazienti
si liberano dei loro amori
trascorsi delle loro attese
con morsi profondi si disfano
degli anni della loro passione
con la bocca a vicenda
si sbarazzano del sesso
si svestono dell’infanzia
(operazione lunghissima)
si tolgono di dosso la mamma
e il padre con energici lavacri
forti abbracci e strusciate
di corpo a corpo
ed effusione di linfa
raggiungono le tenebre
mai nominate alle quali
danno a ritroso dei nomi
che man mano dimenticano
quando si infiammano
continuano a spogliarsi
attraverso il riso il pianto
i gemiti e le grida
fino all’innominabile
carnalità
di là della nascita
sono nudi
da “Voglio parlare di te notte- Monologhi“

lucia triolo: spazio notturno
lo spazio notturno
ci conta le rughe
ci imbocca
come gli uccelli sui rami
ha una manciata di foglie
che narra una verde
sorgente
lo spazio notturno è distante
da un dito all’altro,
premuroso
s’ inchina all’amante
un sogno in affitto
ci at-tenda
quando scende assetata
la sera
tu, mio sogno in affitto
che i demoni sbrani
racconta del dio, dei maneggi
di un vento parlante
chi mura
senza miracoli
il destino agli umani?

paura
A volte
durante il giorno
ho paura che nessun giorno
ci sia
uno stradicamento
da uno spazio di
ombre a palate
uno strappo in pieno viso
a un tempo che non so
lo sguardo non ha
un posto.
Non c’è un posto per
lo sguardo.
È allora che riprendo a darmi morsi
a contarli

lucia triolo: una domenica di poesia
Margaret Atwood
Mary mezza impiccata,
“Fui impiccata perché vivevo sola,
perché avevo gli occhi azzurri e la pelle bruciata dal sole,
vestiti cenciosi, pochi bottoni,
una fattoria incolta a mio nome,
e un rimedio infallibile per le verruche;
Ah sì, e il seno,
e una dolce pera nascosta nel mio corpo.
Quando si parla di diavolerie
questi tornano sempre utili.”
da “Mattina nella casa bruciata”

girasole di Stefano Polo
GIRASOLE. MI gira il cuore come tanti petali, una scia di nettare che vola verso il sole. GIrasole, Fiore giallo come un muro dipinto di calore mi coprono la testa come un cappello i petali nel frattempo sorrido in attesa di giorni piu’ belli. Un fiore magico, strade di petali che ci avvolgono in un lenzuolo d’ amore.
modesto poeta, di Stefano Polo
MODESTO POETA written by: Stefano Polo Un modesto poeta… Sono un modesto poeta mercante di parole che mi escono dal cuore… Sono magie incomprensibili un dono di cui mai chiederei perdono sgorgano come scintille dal cielo mistero gaudente di cui mi sento fiero parlo d’ amore e di speranza e non ne avrò mai abbastanza di scrivere dalla mia stanza un mare di parole che fuoriescono dal cuore un mare di versi che nell’aria non sono dispersi…
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lucia triolo: servono soluzioni rapide
non c’è da opporre
resistenza
percepire la vita
senza interpretare
cercare sé negli altri
gli altri in quell’angolo
di se’ subito dopo la curva a gomito
dove si sfracellano le lapidi
specchiarsi come
luna nel pozzo
in quel raggio che
divenne storia e memoria
Servono soluzioni rapide
