entro nella mia storia da
una porta chiusa
forse perché nelle stanze di casa
-momenti di vita squinternati
bottiglie vuote di ogni convenzione-
non c’è più luce
di quanta ce ne fosse all’inizio
e quanti nomi ancora da pronunciare
tra il mio in rovina
e il tuo
che si allontana sempre più.
ingabbiata baruffa:
presa di coscienza non è
presa di distanza.
la mano di chi?
mi afferra ora il polso.
