Antonia Pozzi: una poesia “Brezza” per riscoprire un’anima dalla rara vocazione poetica ,Gabriella Paci-.

Brezza

Mi ritrovo

nell’aria che si leva

puntuale al meriggio

e volge foglie e rami

alla montagna.

Potessero così

sollevarsi

i miei pensieri un poco ogni giorno:

non credessi mai

spenti gli aneliti

nel mio cuore.

8 giugno 1935

Una poesia,questa di Antonia Pozzi dedicata all’amore,  gran parte delle sue ;quell’amore sognato e idealizzato che lasciò un segno indelebile nella sua giovane anima protesa all’infinito come quella di Leopardi. Basta una sola poesia a farci capire la grandezza lirica di questa giovane donna, morta suicida a soli 26 anni d’età. Il riferimento costante tra la sua anima e il paesaggio circostante, nella fattispecie quello di Pasturo (Lecco) rende inscindibile la sacralità del suo amore che si lega alla natura, complice e testimone del suo anelito .

Qui è la brezza che si leva al meriggio e che ,come un respiro delicato ,fa volgere le foglie e i rami verso la montagna, luogo di mistero ma anche di pace inviolabile .Sembrano alleggerirsi gli alberi che si lasciano cullare e abbracciare dalla brezza ma non è cosi per i pensieri che affliggono la giovane che li vorrebbe alleggeriti per non sentirsene gravata e poter a poco a poco spengere quel fuoco d’amore che arde in lei .Come non ricordare anche qui qualche verso de “La sera del dì di festa” di Leopardi che da un incipit di quiete della natura ci porta al suo senso di esclusione e di infelicità o ancora alla poesia” A se stesso” dove ancora una volta è il cuore deluso ad essere oggetto di ispirazione?

Antonia Pozzi in realtà non era dapprima stata rifiutata come invece accadde a Leopardi, dal suo grande amore, il suo professore di greco e latino  Antonio Maria Cervi, poco più che trentenne, anima colta e integerrima ma che non ebbe la forza di lottare per il loro amore, contrastato aspramente dalla famiglia di lei. E lei idealizzò e fece di questo amore negato il suo punto di riferimento verso tutto ciò che non la gratificava e non placava la sua sete d’infinito e di poesia, tanto da farle desiderare di non vivere più.

SPOSTIAMO L’ATTENZIONE, di Silvia De Angelis

In quelle giornate no, quando tutto sembra volgersi al contrario delle nostre migliori aspirazioni, fatichiamo  enormemente “a carburare” ed ad assolvere tutti i compiti della giornata, che ci paiono immensi e infiniti.

Occasione pesante, in cui ogni minimo rumore ci disturba, ed aumenta il  malessere interiore, che bussa insistentemente alla porta del nostro udito, desideroso di tuffarsi in un mare di silenzio.

Non riusciamo a dar rilievo alle cose belle del contorno, visibilmente sbiadito e fuori della nostra portata mentale….fissiamo  l’attenzione su “quel che” inaccettabile e non sostituibile, al momento, che ci trasmette un profondo disagio.

La distrazione in parte ci risolleva, ma quel tarlo insistente, si riaffaccia, come il volo concentrico d’una zanzara prossima a pungere….ed è così, punge quel pensiero, togliendoci ogni fantasia creativa, che potrebbe far volgere in modo divertente le ore del giorno.

Sembrerebbe complicato, ma riuscire a dirigere il senno del pensiero, è quasi un esercizio ginnico, infatti , spostando l’attenzione da un capo all’altro, si minimizza in modo tangibile l’entità del  cruccio.

Il nostro cervello ingrandisce in modo rilevante le nostre preoccupazioni, riuscendo addirittura a somatizzarle in un punto fragile del corpo….perchè permetterglielo?

Con un po’ di buona volontà, e un pizzico di fantasia, si cerca di remare in acque diverse da quelle agitate, che rischiano di farci annegare, e nel giro di poco tempo, si può  raggiungere una riva ferma capace di darci più sicurezza e di alleggerire il  nostro stato ansioso.

Mai farci intrappolare dalle spire del cervello, ottimo alleato in molte occasioni d’esistenza, ma ingannevole in qualche attimo “di burrasca”.

@Silvia De Angelis

VENTO D’AMORE, videopoesia di Silvia De Angelis

VENTO D’AMORE
Frivolo nel suo brivido di dolcezza
accarezza le gote raddolcite
il vento d’amore
Lentamente attenua schiume di rimpianto
impigliate nel sottovoce sbieco che fa ombra
Ardente slancio scioglie le remore
che incatenano lo spirito
al soffio che trascende le parole
Si fanno rarefatte nelle sillabe esiliate
in una linea di gioco senza confini
ove il bacio divarica lo spessore d’un’emozione
al sapore di vita vera
@Silvia De Angelis

Lucia Triolo: gradini

“un gradino di pietra, ancor lontano dal tuo piede,
fa dei cenni” 
(P. Celan, “Impaurito dal lampo” da Luce coatta)

sollevami la veste
più in alto sui 
gradini
dove i raccolti spengono
le sciagure
lì la mia nascita
non sa che farsene della morte

stringimi
tra le tue parole
senza voce

dorme stasera la notte
indaffarata a sognare
forse 
nel suo respiro
fa capolino Dio.

Mamma, di Stefano Polo

high rise buildings near body of water

Date: 5 Maggio 2024Author: semplicemente io0 Comments— Edit

MAMMA

written by: Stefano Polo

Mamma insegnante di vita…
Mi nutro del tuo amore
ogni giorno
come un pianta mi accudisci
e mi proteggi
con le tue mani fermi i miei pianti
e li trasformi in gioia…
Mamma i tuoi sorrisi
e i tuoi consigli
sono dolcissimi bisbigli d’ amore
mi stai accanto dolcemente
senza far rumore…
Mamma ascolti le mie parole
e le accompagni dentro di te
conservandole nel cuore
mentre mi scende una lacrima dal viso
tu la cancelli con il tuo
amorevole sorriso

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il SILENZIO, DI Stefano Polo

IL SILENZIO, di Stefano Polo

written by: Stefano Polo

Il silenzio entra freddo in questa stanza
come se fosse vuota, priva di vita
senza amore ma neppure odio…
Ti senti vuoto
nessun suono emana il tuo cuore
vie vuote dentro il tuo animo freddo
come il primo gelo d’inverno.
L’indifferenza è dentro te
come se si fosse impadronita del tuo animo
incatenandolo ad una fredda porta…
Ma un giorno il sole dentro di te riappare
l’indifferenza all’improvviso scompare
dentro di te l’animo freddo si scalderà
e l’amore tornera’.

Poesie: L’amico di Stefano Polo

SU  DA SEMPLICEMENTE IOIN SENZA CATEGORIAMODIFICA

L’amico.

L’amico è colui che ti sta vicino

in modo silenzioso

è come se fosse invisibile

ti ascolta e ti porge la mano

con i suoi consigli

ti da una carezza al cuore.

L’amico è privo di  interesse

ti difende a spada tratta

con il suo scudo di lealtà

allontana ogni infamia.

L’amico è un gioiello prezioso…

è colui che  se hai bisogno

ovunque sei

lui ci sarà per te
anche da lontano…

Recensione di “Effetto” di Silvia De Angelis. A cura di Alessandria online

Silvia De Angelis ci affascina con la sua poesia “Effetto”, un’opera che brilla per la sua ricchezza di linguaggio e la complessità delle immagini evocative. Con un inizio potente, “mirabolante e fastoso”, la poesia cattura subito l’attenzione del lettore, introducendo un mondo di forme sinuose e versi schiribillosi.

L’uso del termine “schiribilloso” è particolarmente interessante, poiché aggiunge un tocco di capricciosità e imprevedibilità all’opera. Questo aggettivo, raro e ricco di sfumature, dona alla poesia un carattere distintivo e accattivante. La descrizione dell’effetto che eccede nella forma sinuosa suggerisce un movimento fluido e continuo, che affascina e intriga il lettore.

La poesia prosegue con una riflessione sull’estrosità e la notorietà, elementi accentuati che portano a una “estrosa notorietà”. Qui, De Angelis sembra suggerire che la creatività e l’originalità possono portare a un riconoscimento straordinario, ma sempre sotto un velo di incertezza e confronto irraggiungibile. Questo “velato presupposto d’irraggiungibile confronto” conferisce alla poesia una profondità filosofica, esplorando il tema della percezione e della realtà.

La struttura della poesia, con le sue frasi brevi e incisive, crea un ritmo che accentua l’effetto complessivo. Ogni parola è scelta con cura per massimizzare l’impatto visivo e sonoro, rendendo la lettura un’esperienza coinvolgente.

“Effetto” di Silvia De Angelis è una poesia che invita il lettore a riflettere sulla natura dell’arte e della creatività, sottolineando l’importanza dell’originalità e della bellezza nel raggiungimento della notorietà. De Angelis dimostra una notevole abilità nell’uso del linguaggio, creando un’opera che è allo stesso tempo visivamente affascinante e profondamente significativa.

Silvia De Angelis
EFFETTO

mirabolante e fastoso
eccede nella forma sinuosa
arricchita d’un verso schiribilloso…
accentuato sa donare estrosa notorietà
nel velato presupposto d’irraggiungibile confronto
@Silvia De Angelis
https://deangelisilvia.blogspot.com/

I GIORNI ANNATI (vernacolo), di Silvia De Angelis

Quanno semo più tranquilli

e avemo riposto “i grilli” da ‘na parte

ce vie’ n’mente quer tempo addietro

che cià fatto tanto penà.

Allora senza fa troppi sforzi

aripiamo ‘e cose belle

messe da parte drento ar core

pe’ sollassacce d’attimi gajardi

che te rianimeno

e t’aiuteno a campà.

N’amore ‘ntico e stuzzicherello

che fra ‘nbatticore e l’artro

t’ha regalato emozioni

che vargheno ‘n mijardo

e saresti capace de fa

‘na doppia capriola

pe’ potello fa’ tornà….

Ma er tempo nun perdona

 core come ‘nmatto

rubbandote li giorni

che ciai a disposizzione

e sta a te piallo

da ‘a parte giusta

e fattelo carzà….

perché si nun ce riesci

fai ‘ngrosso rotolone….

@Silvia De Angelis

I GIORNI ANDATI (traduzione)

Quando siamo più tranquilli

e abbiamo riposto gli sfizi da una parte

ci viene in mente quel tempo passato

che ci ha fatto penare tanto.

Allora senza fare troppi sforzi

ricordiamo le cose belle

messe da parte nel cuore

per godere d’attimi meravigliosi

che rianimano

e aiutano a campare.

Un amore antico e stuzzicarello

che fra un batticuore e l’altro

ha regalato emozioni

che valgono un miliardo

e saremmo capaci di fare

una doppia capriola

per poterlo rivivere.

Ma il tempo non perdona

corre come un matto

rubando i giorni

che abbiamo a disposizione

e sta a noi prenderlo

dalla parte giusta

facendolo calzare…

perché se non ci si riesce

si fa una grossa caduta….

Lucia Triolo: stillicidio

Ho stipulato un contratto con
l’acquedotto di vita per la fornitura
quotidiana.
La mia non è la vostra morte
di chi sarà non so.

Non ho voltato le spalle al giorno
nemmeno alla notte
Ho stanziato uno sbaraglio
per riavermi,
una prepotenza d’unghie e denti

Non sei tu a mancarmi
è quell’atmosfera da tecnica virale,
da stufa in calore
in cui mi avviluppavi

Come dimenticare le trappole d’essenza
l’essermi in te desiderata
l’averti in me concepito tante e tante volte
come un rubinetto gocciolante?
irreparabilmente