Lucia Triolo: Pinocchio

“… sono sicuro 
di poter guardare senza angoscia
l’uomo di legno dello specchio”
Miquel Marti i Pol, Qualcuno che aspetta in “Poesia”, Crocetti editore, n. 17

guardarsi allo specchio e 
scoprirsi di legno.

c’è un verità che 
fa male
come l‘herpes sul labbro
e una che lascia 
indifferenti,
non ne conosco 
nessuna che faccia bene

(e la tua fata più intima
sorride)

spero che il cielo
non mi veda
come mi vedo io

è a questo, in fondo,
che servono
le nuvole

Lucia Triolo: tempo allo specchio

C’ è stato un tempo,
una brusca emozione nella vita allo specchio
che ho sempre vissuta.
Come su un trapezio volante
balzavo da una cima all’altra dei desideri:
due balzi nel poco, il doppio nell’eccesso, 
l’infingardaggine negli uni, la sfrontatezza negli altri

e io, nel vuoto, a guardare lo specchio piegarsi, 
strizzarsi, distendersi, allargarsi, 
sorridere alle mie mani con le unghie dipinte, 
aggiustarmi il cappello sul volto, 
offrire una rosa alla ruga dei compleanni, lì, 
sotto l’occhio sinistro.

C’è stato un tempo 
che lo specchio m’interrogava: 
“tu dei miei desideri che sai,
sei ancora una memoria elegante e slanciata?”

E’ passata insieme una vita come fosse 
un attimo,
uno sguardo profondo e insieme di sfuggita 
dentro noi
nella contrazione dei giorni, delle ore, dei minuti

in un attimo insomma che,
come una bella, si guarda allo specchio 
ed è invece una vita.  
E lì sa tutto di sé

.”Sapessi cosa riflettono gli attimi -diceva lo specchio-
Una vita? 
Come è poco una vita!”

C’è stato un tempo, 
un singhiozzo del tempoe
c’è ancora, quel tempo
ieri, domani o forse non c’è più.

Lucia Triolo: specchio

“Gli specchi il
segreto, l’anima e il rimedio.
Non v’è rimedio agli specchi”
A. Rosselli, da “Appunti sparsi e persi”

io ti costruisco pensieri che 
tu abiti 
dentro te
dentro me

apri la mia morte
tra storie d’anime e infiammati 
perdoni

studiane il 
riflesso 
come in uno specchio 
in un linguaggio di luce
tra sentieri e inganni 
innamorati

se batte 
inderogabile e geloso è il cuore

apri la mia morte
la luce
la sua assenza
rifai tutto:
in composizione 
verticale

lucia triolo: il salto

“Dai, adesso butta fuori tutto. Non c’è vergogna nell’aprirsi”.
Ocean Vuong, <<Il tempo è una madre>>

—-

la faccia ha saltato lo specchio
aumenta i lineamenti l’assurdo che amo
un’equivalenza  
uno scambio di confidenze
di colpo la mia bocca
tagliata a strisce
ascoltava 

la tua parola
mi prestava
alla mia