Omicidio a Carloforte

Omicidio a Carloforte

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Omicidio a Carloforte

Autore: Antonio Boggio

Editore: Piemme

Il prete di Carloforte, Don Antonio Moresco, viene trovato morto nella sua abitazione, tutto lascia pensare ad una caduta dalle scale, come afferma la relazione del medico legale. Il commissario Alvise Terranova, da poco tempo rientrato a Carloforte, non è convinto che si tratti di un incidente. Il giorno prima era stata trovata una scritta “la chiesa è in pericolo” sul muro della chiesa e in paese molti fedeli non erano contenti di Don Antonio, al punto che era stata organizzata una petizione per allontanarlo. Molte cose non quadrano ed il commissario Terranova è convinto che la morte del prete non sia stata una disgrazia. Il ricevimento di una lettera anonima, con l’indicazione del presunto colpevole, lo convince che i suoi sospetti sono giustificati e che l’indagine deve proseguire perché si tratta di omicidio. Ma non crede che il colpevole sia quello indicato nella lettera, crede che la verità sia ben diversa.

Un libro con una trama complessa, ben costruita, un finale inaspettato che affronta temi molto delicati e purtroppo molto comuni. Il testo prevede continui inserti della lingua reale parlata a Carloforte, che caratterizzano il racconto e amplificano l’efficacia dell’ambientazione. Il racconto del giallo vero e proprio include tutte le trame politiche, tradimenti, storie segrete che in realtà sono di dominio pubblico, un vulcano in eruzione di fatti e misfatti imprevedibile per quello che è da tutti considerato come un paese tranquillo dove non succede mai niente. E proprio tra queste storie segrete che sarà possibile per il commissario Terranova trovare quei piccoli appigli su cui fondare le sue ricerche che lo porteranno alla soluzione del caso. Terranova è un personaggio dalle intuizioni brillanti, appassionato di Jazz, di Tom Waits e delle buone letture, un poliziotto sensibile che sa quando affidarsi al cuore e mettere da parte la razionalità.

Superficie

Superficie

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Superficie
Autore: Olivier Norek
Editore: Rizzoli
Traduzione: Maurizio Ferrara
 
Noémie Chastaine, poliziotta della squadra antidroga parigina, durante la cattura di un pericoloso latitante, viene ferita al volto in modo devastante e permanente. Dopo una lunga degenza, Noémie toglie le bende dal suo viso. I contraccolpi psicologici sono fortissimi, non riesce ad accettare il suo volto, non può tenere in mano la pistola, fallisce le prove al poligono per essere reinserita al suo posto di capo squadra. Viene lasciata dal fidanzato, poliziotto come lei. Anche lui non riesce a superare l’orrore di quel volto deturpato e preferisce fuggire piuttosto che aiutare la fidanzata a sconfiggere i suoi demoni. Noémie viene trasferita nella provincia dell’Aveyrone, nel paese inesistente di Avalone, con il compito ufficiale di verificare se il commissariato locale deve restare aperto, in realtà è solo un modo, per chi deve decidere il suo futuro, di tenerla lontano dalla sua squadra. Noémie segue la sua indole e non si limita a svolgere i compitini con il minimo sforzo, ma si impegna al massimo in tutte le attività in cui è coinvolta. Avalone si rivelerà un paese molto meno tranquillo di quanto i capi non abbiano fatto credere a Noémie. Improvvisamente dal fondo di un lago artificiale emerge un fusto di plastica con dentro i resti di un bambino. Tutto cambia, sia per Noémie che per Avalone.
Un ottimo romanzo, uno dei migliori noir del 2022. Una trama ben costruita, ritmo sostenuto, ma la parte migliore sta nei dialoghi, serrati e diretti, oltre che nei profili psicologici dei personaggi, con le loro difficoltà, fragilità, tormenti e paure, resi con grande efficacia e realismo oltre che con un sottile umorismo, dosato a dovere. Il tema del libro, espresso chiaramente dal titolo, è che la verità per venire a galla deve essere ricercata in profondità, non basta fermarsi alle apparenze, ingannevoli e illusorie. Anche per conoscere sé stessi bisogna scavare a fondo del proprio animo.
https://robertoiovacchini.wordpress.com/2022/10/13/superficie/

 

Omicidio a Cap Canaille

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Omicidio a Cap Canaille
Autore: Christophe Gavat
Editore: Neri Pozza
Traduzione: Maddalena Togliani
 
Marsiglia è una città da sempre nota per il traffico di droga, con bande criminali che si affrontano in una guerra senza fine per il controllo del territorio. La città ha anche nelle vicinanze delle bellezze naturali incontaminate, come le meravigliose coste rocciose a strapiombo sul mare, luoghi adatti per incontri romantici, ma anche per suicidi o cruente esecuzioni.
Il comandante Henri Saint-Donat è a capo di una indagine complessa, che mette insieme una grossa partita di droga con un lungo elenco di rapine a furgoni blindati, fino al ritrovamento di un corpo nel portabagagli di una vettura. Tutti gli indizi portano a Marsiglia ad una serie di criminali che comunica tra di loro con messaggi tra telefoni cellulari intestati a nomi di famosi cantanti dell’opera, uno per tutti Maria Callas. C’è qualcuno che vuole vendetta e la vuole portare a compimento a Cap Canaille, in una di quelle scogliere meravigliose vicino a Marsiglia.
La donna ritrovata nel bagagliaio della vettura è una famosa rapinatrice di Francia, Mireille de Gounod, appassionata del lusso e grande organizzatrice di rapine. La donna era conosciuta molto bene da Henri Saint-Donat che l’aveva arrestata molti anni prima al termine di una rapina, rimanendone colpito dalla bellezza e dal fascino.
L’autore Christope Gavat è commissario della polizia francese, conosce alla perfezione i meccanismi delle indagini e le zone teatro del romanzo, ha costruito questo libro in cui azioni ed indagini si alternano e susseguono senza pause, raccontando sia le gesta e la mentalità dei criminali, sia le fatiche e le debolezze dei poliziotti, tra inseguimenti, indagini e ritmi di vita difficili e faticosi. Il personaggio più carismatico della storia, Mireille de Gounod viene raccontata solo dai ricordi di Henri Saint-Donat, che ha condiviso con lei momenti di vita intensi e toccanti che costituiscono una parte importante della storia.

https://robertoiovacchini.wordpress.com/2022/10/15/omicidio-a-cap-canaille/

Mare mosso, di Francesco Musolino. Editore: E/OMare mosso, di Francesco Musolino.

Titolo: Mare mosso

Autore: Francesco Musolino

Editore: E/O

L’ingegnere Achille Vitale fa un lavoro difficile, con la sua squadra recupera le navi in difficoltà per conto di una impresa di Cagliari che ha in dotazione una flotta di rimorchiatori, sempre pronti a tutte le ore del giorno e della notte ad entrare in azione. Soccorrere le navi è un business, si guadagnano soldi, mentre per Achille e la sua squadra andare per mare è la passione più grande. La notte di Natale del 1981 la nave turca Izmir va in difficoltà e lancia l’allarme. L’equipaggio viene tratto in salvo e la nave va alla deriva, diventando una grande occasione per la squadra di Vitale, che senza esitazioni entra in servizio per recuperare l’imbarcazione. L’operazione è tutt’altro che agevole, il tempo è pessimo, la nave è una montagna di ruggine che si tiene in piedi per miracolo. Ma il lavoro è lavoro e non si butta via una occasione così a portata di mano. Il carico della nave è composto da pesce surgelato, ma c’è anche qualcosa d’altro, a cui sono interessate persone molto pericolose.

Una storia avvincente che si svolge in una notte, le cui conseguenze sconvolgeranno la vita di Achille Vitale, ingegnere navale, mancato ufficiale di marina, espulso dall’accademia militare dove era stato ammesso con grandi sogni e speranze. Achille è un uomo coraggioso, padre di Nina e marito di Brigitta, grandi competenze tecniche e doti umane e capacità di comando uniche. Una storia che esalta l’amicizia tra uomini abituati a vivere nel pericolo e nella fatica, ma c’è un uomo misterioso che insidia la squadra di Achille Vitale e che deve protegge i traffici loschi in cui è coinvolto. Una storia notturna, un vero noir per ambientazione e temi trattati, una scrittura avvincente e molto marinara, che affascina e drammatizza la forza del mare e la potenza della natura, contro cui poco può fare l’uomo senza la tecnologia.

Il mistero di Eva, Fabio Rennani

ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Il mistero di Eva
Autore: Fabio Rennani

Il Commissario Innocenti continua nella sua vita in salita. La promozione a Commissario e il conseguente trasferimento, lo hanno reso inquieto e nervoso, lui è un uomo di azione e si trova in difficoltà a gestire gli uomini. Anche la vita privata è sempre più complessa, i rapporti con la ex moglie sono ridotti al minimo ed anche con la fidanzata il rapporto è ormai arrivato alla fine. Solo con la adorata figlia riesce ad avere un rapporto positivo, anche se saltuario. Una sera, mentre era al supermercato per i soliti acquisti frettolosi per la cena, si imbatte in una ragazza stupenda, una battuta e poi l’altra, l’invito a casa seguito da una notte fantastica. La mattina dopo la ragazza sparisce prima che Innocenti si sia alzato. All’arrivo al commissariato, la notizia di un incidente, una persona è morta investita da un vagone della metropolitana. Innocenti si precipita e scopre che la vittima è proprio la ragazza con cui ha passato la notte. Di lei conosce solo il nome, Eva, che si rivelerà falso. Chi era veramente Eva? E in che pasticcio si è cacciato il commissario?
Innocenti è un grande pasticcione e questa volta l’ha combinata grossa, mettendo a rischio sia la carriera in polizia che la sua vita privata. L’indagine scoprirà i molti volti di Eva ed una amara verità.
Questo è il quinto libro di Fabio Rennani, sempre con Innocenti come protagonista, che segna una decisa crescita del personaggio, sempre più inguaiato ed alle prese con una vita che non è proprio prodiga di soddisfazioni. Anche Fabio Rennani è cresciuto molto come scrittore, con una svolta Noir apprezzabile, con una maggiore consapevolezza delle sue doti di scrittore e di inventore di trame sempre più complesse, interessanti, con contenuti sociali sempre più marcati e di spessore. Il finale del libro lascia intendere che ci sarà un seguito che sarà atteso dagli ormai numerosi fan di Fabio Rennani, l’ingegnere scrittore di gialli.

L’angelo custode, di Leo Giorda. Editore: Ponte alle Grazie

L’angelo custode

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: L’angelo custode
Autore: Leo Giorda
Editore: Ponte alle Grazie

Spesso persone innocenti vengono accusate di crimini che non hanno commesso, così come spesso per mancanza di difensori adeguati, si ritrovano vittime di errori giudiziari a cui nessuno vuole porre rimedio. E così che inizia la storia di questo “L’angelo custode”, un giallo ambientato a Roma, in buona parte tra i quartieri San Lorenzo e San Giovanni, quartieri di persone normali, lontani dai fasti delle strade dello shopping e dei più eleganti quartieri della zona Nord.
Il ritrovamento di un cadavere in un cassonetto, un indiziato che suona il piano in un locale e che in passato è stato sospettato di pedofilia senza essere stato condannato, ora come allora nessuna prova lo collega al crimine di cui è accusato, se non il fatto di abitare di fronte al cassonetto del ritrovamento. Un investigatore privato che in realtà è un maestro elementare, un matrimonio da dimenticare ed una figlia quasi sconosciuta, che sente il bisogno di indagare solo per aiutare casi umani in difficoltà. Si fa chiamare Woodstock ed è un tipo che fuma volentieri le canne, che lo ispirano soprattutto quando deve risolvere un caso.  Le canne faranno l’effetto sperato e il caso sarà risolto, anche se non sarà facile convincere il vicequestore Chiesa della bontà delle intuizioni di Woodstock, soprattutto alla luce delle conseguenze investigative che coinvolgono personaggi molto in alto, quasi intoccabili.
Un libro che si stacca dalla media della produzione di gialli/noir/thriller nazionali per l’originalità del protagonista, per la sua straripante simpatia dovuta al suo essere irregolare e fuori dagli schemi. Una scrittura lineare, efficace, piena di umorismo, che cattura l’attenzione da subito. Woodstock è un personaggio apparentemente debole, in balia degli eventi, sensibile ma capace di trasformarsi in coraggioso paladino dei deboli quando si tratta di combattere un sopruso, di andare contro l’autorità costituita, contro i poteri forti definiti tali per il potere che hanno a prescindere dell’autorevolezza invece dimostrano di non avere. Ottimo esordio per Leo Giorda.

Ma cos’è questo nulla, HANS TUZZI

Ma cos’è questo nulla

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Ma cos’è questo nulla?
Autore: Hans Tuzzi
Editore: Bollati Boringhieri
 
L’incipit introduce subito il tema principale del libro. Un incontro tra potenti all’Ippodromo delle Capannelle, a Roma, prima delle imminenti elezioni politiche che videro la vittoria del Polo della Libertà, dando inizio alla Seconda Repubblica.
Erano momenti difficili, l’Italia era di fronte a scenari politici inediti, gli attentati di stampo mafioso del 1993 avevano lasciato il segno ed anche nelle istituzioni il nuovo vento non aveva una direzione ben precisa. Questo clima di incertezza è molto ben descritto in questo romanzo di Hans Tuzzi, grazie ad una scrittura diretta, senza fronzoli, che in modo chiaro e forte illustra i suoi pensieri.
Nell’anno 1994, il commissario Melis ha dato le dimissioni dalla polizia, vive da solo nel ricordo della moglie scomparsa tre anni prima. Melis riceve nella sua casa, a Milano, un personaggio potente che gli chiede di occuparsi di un vecchio caso di omicidio di una giovane che fu uccisa nel 1986 a Brassinigo, nord est d’Italia, nell’appartamento di una famiglia nota e ben considerata, che potrebbe diventare un problema per un aspirante ministro del nuovo governo.
Melis dovrà indagare senza nessuna veste ufficiale, lavorerà con un falso nome, presentandosi come uno scrittore che sta raccogliendo materiale per un nuovo libro. Le indagini al tempo non portarono a nessun arresto, qualche indagato, una strana setta segreta a cui aderiva la ragazza uccisa fece credere di essere una possibile pista, qualche storia parallela di infedeltà coniugale, poco altro. Ma molti sono coloro che hanno interesse a mantenere bassa l’attenzione sul caso e fanno di tutto per mettere in difficoltà Melis. Ma qualcuno parlerà.
Il romanzo accende le luci sulla vita di provincia, piena di ipocrisia e falsità, dove molti si mostrano come persone integerrime per poi comportarsi nelle vite private in modo opposto.

Lo sparo, ANNE HOLT

Lo sparo

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Lo sparo

Autore: Anne Holt

Editore: Einaudi

Traduzione: Margherita Podestà Heir

Lo sparo è il terzo romanzo di Anne Holt con Selma Falck protagonista. Selma ha interrotto la sua attività di avvocato per diventare investigatrice. Tanto risoluta nella vita professionale quanto incerta e inefficace nella vita privata, con la tendenza alla depressione che cerca di sconfiggere con il gioco d’azzardo on line. Anche come madre non ha avuto molto successo, il rapporto con la figlia non è buono e neanche la nascita del nipote è servita per riavvicinare madre e figlia.

Selma era a pranzo con la sua amica Linda Bruseth, parlamentare ed ex giocatrice di palla a mano, quando una pallottola colpisce Linda e di rimbalzo ferisce Selma. Linda rimane uccisa sul colpo, Selma se la cava con una ferita al braccio. La morte di Linda è un colpo duro per Selma, la cui vita privata è piena di difficoltà. Uno stalker entra a piacimento nel suo appartamento lasciando segni inquietanti e la figlia non ha alcuna intenzione di migliorare il rapporto con lei, nonostante gli sforzi di Selma per stare vicino al nipote di sei mesi, verso cui prova un sentimento fortissimo che non aveva mai provato verso la figlia. Ma il coinvolgimento di Selma nelle indagini sarà inevitabile, con inevitabili conseguenze per la sua vita privata.

Un romanzo dalla trama complessa, giochi di potere ed intrighi inaspettati in un paese civile e ricco come la Norvegia. La Holt è stata ministra della giustizia, quindi conosce bene il funzionamento della politica norvegese, che nei suoi libri descrive in modo dettagliato e critico, con il suo stile di scrittura molto chiaro e coinvolgente sempre attento alle tematiche sociali ed alla psicologia dei personaggi.

Un romanzo che consente di fare una inedita esplorazione nel funzionamento di alcuni servizi sociali della Norvegia, da molti considerata all’avanguardia, per scoprire che la corruzione colpisce i cittadini più poveri, indifesi e bisognosi di attenzioni, come gli immigrati ed i loro figli, vittime ideali di ingiustizie e soprusi. Scopriremo che la cattiva politica si avvale del suo potere per coprire malefatte ed ingiustizie, nascondendo le prove e facendo apparire quello che non è agli ignavi cittadini. Anche in Norvegia.

Un’estate a Borgomarina, di Enrico Franceschini

GIALLI/RECENSIONE/ROMANZO

Un’estate a Borgomarina

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Un’estate a Borgomarina

Autore: Enrico Franceschini

Editore: Rizzoli

Un’estate a Borgomarina è il terzo romanzo che Enrico Franceschini dedica alle avventure dei quattro amici inseparabili ossia il Mura, giornalista in pensione e investigatore a tempo perso, il Prof, l’Ing e il Barone. L’ambientazione è la solita, la riviera romagnola, la fabbrica del divertimento all’italiana, tra buone compagnie e buona tavola.

Un ricco e discusso imprenditore annega nelle acque del porto canale di Borgomarina.  Le indagini si orientano subito verso l’incidente, in modo anche troppo sbrigativo, per non turbare la stagione estiva e l’umore degli ospiti di alberghi e stabilimenti balneari. Mura viene ingaggiato da un familiare della vittima per compiere delle indagini private.

Il porto canale di Cesenatico/Borgomarina è nato da un progetto di Leonardo da Vinci ed è una delle principali attrattive della cittadina. I tedeschi durante l’occupazione costruirono un bunker sotterraneo con sopra un faro. Mura ed i suoi amici studieranno il progetto originario di Leonardo, custodito nella biblioteca Malatestiana a Cesena, ed il significato di un misterioso messaggio lasciato proprio da Leonardo. Le indagini porteranno alla luce i segreti del progetto leonardiano oltre ad altre storie legate alla custodia dei documenti stessi. Il Mura sorprende con le sue riflessioni sulla vita, sull’importanza di viverla con amici di cui si possa fidare, senza che i rapporti siano guastati da invidie, opportunismi di vario tipo o dai soldi. Un romanzo che dietro l’apparente leggerezza e futilità del divertimento estivo, contiene riflessioni sulle ingiustizie della nostra società, dove alcuni si arricchiscono in modo esagerato mentre altri devono lavorare tutta la vota senza avere la possibilità di cambiare la propria condizione sociale. Questo romanzo segna un salto di qualità nella narrazione, arricchita da riferimenti letterari e da personaggi che acquistano una apprezzabile complessità.

Il Duca, di Matteo Melchiorre

NARRATIVA/RECENSIONE/ROMANZO

Il Duca

 ROBERTO IOVACCHINI

Titolo: Il Duca

Autore: Matteo Melchiorre

Editore: Einaudi

“Il Duca” narra la vicenda dell’ultimo discendente della famiglia dei Cimamonte, che ha deciso di vivere nell’antica villa di famiglia che domina il paese di Vallorgàna, da solo, senza grossi contatti con la popolazione locale. Vive di rendita e non ha bisogno di lavorare, grazie alle ricchezze ereditate. Passa le giornate a studiare vecchie carte, a leggere libri e fare piccoli lavori di manutenzione. Una vita tranquilla, sobria e riservata. Così fino a quando il suo aiutante e uomo di fiducia Nelso, non lo avvisa che in cima al bosco stanno rubando i suoi alberi, sconfinando nelle sue proprietà. Il furto sta avvenendo sotto la regia perfida di Mario Fastréda, un uomo avido che in paese fa un po’ quello che vuole. Il Duca cambia improvvisamente atteggiamento e comincia a far valere i suoi diritti di proprietario terriero oltre a esibire il potere che gli deriva dall’appartenere all’antica famiglia. Inizia una piccola guerra tra compaesani dagli esiti imprevedibili.

Un romanzo che ha una trama ben costruita e sviluppata in modo da coinvolgere e affascinare il lettore, che tocca temi di grande attualità come la vita sociale nelle piccole comunità, la difficoltà di saper decidere quando si è in preda alla furia del potere, la potenza della natura e le sue leggi non scritte, le libertà individuali ed i condizionamenti che derivano dal passato.

Il racconto è scritto in modo incalzante, i fatti si susseguono riservando sempre delle piccole sorprese, si alternano fatti contemporanei della cronaca del paese alle storie del passato. I tormenti del Duca sono quelli di un uomo che vorrebbe essere libero di fare quello che vuole ma che sente l’impegno di mantenere alta la tradizione del casato a cui appartiene. Ma è necessario conoscere tutto il proprio passato per non subirne l’influenza negativa. Il Duca lo scoprirà sulla sua pelle.