ho incollato
una bocca alla mia solitudine
e lei mi ha detto:
non puoi tergiversare
subito
fui presa dalla mia
immagine
Mi assassinava
senza lasciare impronte

ho incollato
una bocca alla mia solitudine
e lei mi ha detto:
non puoi tergiversare
subito
fui presa dalla mia
immagine
Mi assassinava
senza lasciare impronte

“con uncini tocchiamo grandezze
infime, quasi leggera. morte”
Osip Mandel’štam, Ottave, “Nov. 1933”
apro la pioggia
mi guarda
come una tragedia voltata
a contare una per una le lettere
dei nostri nomi
e noi: soliloqui di un ventriloquo!
Il corpo è un ponte su cui passa leggera morte
questa notte
scopre l’attesa della
tua bocca
