In una danza che emana luce all’ Universo, la poesia “La signora del derviscio” del poeta prof. Kareem Abdullah-Iraq, pubblicazione di Elisa Mascia-Italia

Foto cortesia del prof Kareem Abdullah -Iraq

Signora del Derviscio

Attorno alle tue luci verdi, danzo ebbro nel cielo,

porgendo una mano bianca che trattiene i fili d’amore, l’altra li abbraccia,

li pianta come sorgenti che sbocciano nella tua terra generosa.


M’illumino nel momento della rivelazione, un fiore di narciso che spezza le catene del tempo, in cerca del mio amore che dimora nelle profondità del mio cuore, la mia unica guida nel mio peregrinare.


Ogni volta che chiudo gli occhi, ti vedo con l’occhio della mia intuizione, o fiume di perle le cui sorgenti sono il cielo, che scorre dolcemente, inondando il mondo di luminosità.
Non permettere che i dubbi diventino eserciti a occupare il tuo cuore, altrimenti periranno i fiori della certezza.


Non mi rivedi in te? Non vedi insieme a me come si dissipano le montagne della disperazione?
Non vedi che il linguaggio dell’amore penetra la sordità nel disegno delle porte dell’oscurità? Non vedi come Dio ti ha creata e ti ha prescelta come compagna dell’anima?
Non vedi come ti ho scelto come mia compagna?

Vieni, amiamoci e rivestiamoci di benedizioni che riempiono l’universo di melodie.

Kareem Abdullah -Iraq

سَيِّدةُ الدرويش
حول أنواركِ الخضراء، أرقصُ ثَمِلاً في السماء، أمدّ يدًا بيضاء تُمسكُ خيوطَ المحبّة، تحتضنها أُخرى، تغرسها ينابيعَ تتفجّرُ في أرضكِ السخيّة. أتوهّجُ لحظةَ التجلّي، زهرةَ نرجسٍ تفكّ قيودَ الزمن، تبحثُ عن معشوقٍ يسكنُ شغافَ القلب، دليلي الوحيد في طوافي. كلّما أغمضتُ عينيّ، رأيتكِ بعينِ بصيرتي، يا نهرًا من الجُمان، منابعهُ السماء، يتدفّقُ سلسبيلاً، يغمرُ الدنيا بالضياء. لا تجعلي للشكِّ جيوشًا تحتلُّ قلبكِ، لئلّا تموت أزهارُ اليقين. ألا ترينَ فيكِ نفسي؟ ألا ترينَ معي كيف تتبدّدُ جبالُ اليأس؟ ألا ترينَ لغةَ العشق تخترقُ صممَ أبوابِ العتمة؟ ألا ترينَ كيف خَلَقكِ اللهُ واصطفاكِ نديمةً للروح؟ ألا ترينَ كيف أصطنعكِ رفيقةَ دربي؟! تعالي نعشق أنفسنا، وننهمر كراماتٍ تورقُ أنغامًا تملأُ الكون.

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Angolo di poesia: GESÙ, di Maria Rosa Oneto

Author: Izabella Teresa Kostka


GESÙ di Maria Rosa Oneto

Gesù non abita in Chiesa
ma nelle strade dei popoli.
Vive sui marciapiedi
del Mondo, assieme a ladri 
viandanti, prostitute.
Parla tutte le lingue e non
conosce Religioni
che la Terra ha assorbito.
Non abita in
castelli dorati, in ville
dove si agitano belve
feroci e l’acqua delle piscine
riflette il cielo.
Lui non veste lini
preziosi, caftani di broccato,
sete cinesi dipinte a mano.
Il Redentore, si ciba
di scorze di pane, di pesci
arrivati a riva, di verdure 
spontanee che la pioggia
ha fortificato sotto i raggi 
del sole.
Gesù sa benedire e guarire.
Accogliere e perdonare.
Conciliare e redimere 
ogni pur grande peccato.
Non ha fuoco da distribuire,
né castighi plateali. Conosce
la misericordia, lo sguardo
pietoso, il gesto umano che
del divino ha rapito il profumo
da distribuire ai Figli ingrati
che percorrono le vie 
con le lame ancora insanguinate!

Tutti i diritti riservati all’autrice

Foto dal web