Lucia Triolo: La cavalcata del dolore d’esserci

“Chi cavalca così tardi nella notte e nel vento” Goethe, il re degli Elfi

Questa è la vicenda di un dolore impossibile
consumato al galoppo
nei campi a distesa di un cuore arso
come stoppia
tra file d’ alberi nudi e
crepe di fantasmi che si concedono
a una boscaglia dopo l’altra
a voler disarcionare dalle tue ciglia
lacrime che non scendono ma salgono
Una storia che non c’è
-non c’è mai stata e mai ci sarà-
una stregoneria
che passa attraverso parole che trafiggono
veloci
il tempo che abbiamo
e solo quello
(era un inquisitore quel
pettine che mi baciò la spalla
e mi lasciò il suo marchio?)
e che vendiamo a poco prezzo
a una sorte d’accatto
-che tutto si piglia
nei luoghi comuni-.
Mi hanno beccata calva e spettinata
a contare le dita di una mano tagliata
poi dell’altra e a sbagliare,
a sbagliare a contare
perché non arrivavo a 10
e le mie dita invece le avevano le chiome degli alberi.
E anche il cielo non c’era più

Solo i fantasmi non conoscono
esagerazione.

Ora penso a te di Miquel Martí i Pol

Miquel Martí i Pol (1929–2003) è stato uno dei più importanti poeti catalani del Novecento. Nato a Roda de Ter, in Catalogna, iniziò a lavorare giovanissimo in una fabbrica tessile, esperienza che influenzò profondamente la sua opera. Malato di sclerosi multipla dall’età di 19 anni, continuò a scrivere poesie cariche di impegno sociale, quotidianità e speranza. La sua produzione è vasta e include anche traduzioni di autori francesi e italiani. È considerato una voce fondamentale della letteratura catalana contemporanea.

Adesso penso a te, così lontano! E
invento per te una posa fiduciosa,
così che tu possa riempire
questo vuoto del pomeriggio.

Ogni parola è un mondo
con fiumi, mari e città,
o un vetro fragile,
o una stanza silenziosa.

Quanto lento è il passare del tempo!
Quanto è pesante la vecchia
solitudine, e quanto
sono chiusi i tuoi occhi, quando evoco
una posa di attesa per te,
così che tu possa riempire il mio pomeriggio.

*

Ora penso a te di Miquel Martí i Pol