
Recensione di Alessandria today: Nei giorni scorsi è circolata online una poesia intitolata “Spesso il male di vivere ho incontrato – Il dolore calmo e la dolcezza della luce”, erroneamente attribuita al poeta Sandro Penna. Il titolo, tuttavia, contiene chiaramente una citazione diretta del celebre incipit montaliano, tratto dalla poesia Spesso il male di vivere ho incontrato, pubblicata da Eugenio Montale nella raccolta Ossi di seppia (1925).
La scrittrice Stefania Contardi, intervenuta prontamente su questa confusione, ha fatto giustamente notare che non risulta alcun distico né componimento simile attribuibile a Penna. Inoltre, ha sottolineato che non è indicata alcuna raccolta da cui provenga il presunto testo, sollevando così un chiaro caso di errata attribuzione.
Contardi ha aggiunto con ironia: “Anche questa spopolava alle medie: Spesso il male di vivere ho incontrato / Era un quattro di mate assicurato”, rivelando quanto certi versi – o presunti tali – circolino in modo popolare e scolastico, spesso slegati dalla loro effettiva paternità letteraria.
Ecco quindi il testo autentico e completo della poesia di Montale:
Spesso il male di vivere ho incontrato
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
La poesia originale di Montale, come mostrato nella scheda di GiuntiScuola, affronta il tema del male di vivere attraverso immagini simboliche naturali: il rivo strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato. Il poeta contrappone a questa sofferenza universale la divina Indifferenza, una forma di distacco quasi stoico rappresentata dalla statua, dalla nuvola e dal falco, immagini che evocano l’inaccessibilità, la distanza e l’imperturbabilità.
È quindi fondamentale, nel divulgare testi poetici e citazioni letterarie, verificare con attenzione le fonti, specie quando si tratta di grandi autori del Novecento italiano come Montale o Penna, la cui voce e stile sono immediatamente riconoscibili, ma anche facilmente oggetto di travisamenti.
Invitiamo i lettori a leggere il testo autentico di Montale e ad apprezzare il suo impatto nella storia della letteratura italiana, evitando equivoci che – seppur a volte diffusi in buona fede – distorcono il significato e l’autorevolezza dei classici.