Nello spoglio dei giorni si accartocciano
momenti di luce e d’ombra nell’incontenibile
corsa del tempo che oblia le soste, segnate
solo dal calendario. Stupore è l’accorgersi
della fine d’un anno e del prepararsi al saluto
come ad un addio d’amore o forse d’odio
nel brindisi che vuol essere augurale
con l’effervescenza leggera del calice levato alto
nel grido d’auguri ad allontanare fantasmi
in un’allegria segnata più sulla bocca che sul cuore.
Eppure ogni anno cediamo alla lusinga della
speranza,unica dea a partorire il sogno per
un domani che ci regali momenti di agognata
serenità dopo un vagare nella palude della
incertezza e del mancato approdo di quiete.
Nel grido “buon anno ” sarà racchiusa allora
la speranza di ognuno alta, levata al cielo.
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