Lucia Triolo: una Domenica di poesia

Cristina Annino

La Casa del folle

Entro piano nella casa del folle; 
non apro le persiane, non tolgo la polvere. 
Arrivo alla sua camera che ancora dorme 
nel mattino troppa aria per occhi 
di dolente marrone pallido. Guardo 
la nuca rigida e il corpo che non sente 
neppure il pigiama. 
Mi siedo accanto e gli porto l’asfalto 
ripulendolo dal rumore, dall’odore del mese, 
dal peso della gente. 
Cerco di non affollarlo di niente; 
il suo corpo vuoto è una stanza: sogni 
vi soffiano dentro bolle di vecchio dolore. 
La ragione cos’è? Arrivo qui e mi stendo 
al piede del suo letto coma a una pianta 
ed entra dentro di me, dal folle, quasi 
fune elettrica, una bianca, stanca, 
atroce vitalità.

da “Anatomie in fuga”