OVE FA MALE, di Silvia De Angelis

Preme nell’oltre d’aura l’urgenza

d’un accucciarsi sulla linea incandescente

d’un Dio supremazia assoluta

nel respiro a senso unico.

In quell’istante s’inclinano sagre

ammantate di miti scomodi

nella paura circostante del buio

mutato in incandescenza folle

esalata oltre un’enfasi che duole.

Ombre negli occhi nell’istante arcaico

adulazione d’un silenzio aspro

mentre una carezza improvvisata

si fa forte nel tocco ove fa male…

@Silvia De Angelis 

Lucia Triolo: infanzia

Ora dinnanzi ai frutteti della morte
mi congedo da te cui non seppi mai
dire no né dire si

Che succede, chi arriva? 
È tardi sai per cominciare
e anche ormai per continuare
Antico è il vento che ci avvolse
fin quando tenni la mano
nella tua e c’era sangue caldo che passava
da te a me

ora dinnanzi
ai frutteti della morte
supera il confine e vieni

c’era il vestito verdeblù che indossavi spesso
ed era anche un po’ mio:
in quelle tasche infilavo come caramelle
i tuoi sussurri a me
per rubarli all’angoscia dell’ infanzia
mia
che s’attardava
e adesso impigliata tra il passato e il desiderio
urlo che li rivorrei

ora dinnanzi
ai frutteti della morte
a te chiedo di aprire le saracinesche della mia
anima di carne

Salta quel varco
Siimi madre già
nell’al di là