cultura :la poesia, di Stefano Polo

La poesia è come un soffio di vento

che accarezza i nostri pensieri

più profondi

è soffiare il polline di un fiore

che accarezza dolcemente il cuore

un soffice rumore

dentro l’ anima della nostra vita

un palpito dell’ animo

che accompagna i nostri sogni

e ci culla d’ amore…

I nostri sensi ci alleviano ogni dolore

e ci rimane in mano un soffio di poesia

che leggero il nostro pensiero porta via…

Condividi:

Lucia Triolo: la grande mostra

un grido, una fase lunare
da spaccare sul cippo:
“quando è iniziata
la Grande Mostra del Nulla?” 
e scende il buio

sciami di gente
in auto e a piedi
in se stessi solo per inciampo
come in pietre

generazioni saltate
hanno lavorato per la
propria casa

il tempo che fu non
si inginocchia mai a
quello che sarà
non c’è data nel passato
per il futuro
e non ci sono strade

c’è solo forse
la tua tazzina di caffè ormai
freddo
che non ti ha portato
fortuna

Il mio commento a Sanremo 2024…

Sanremo è sempre stato divisivo. C’è chi lo ama e aspetta con trepidazione l’evento, non si perde una canzone, fa le ore piccole davanti alla televisione, idolatra i cantanti. Ci sono anche intellettuali e aspiranti tali che lo odiano. Non esistono mezze misure. Per due settimane molti diventano dei critici musicali. Volenti o nolenti, Sanremo ha sempre fatto in buona parte la storia della canzone italiana nel bene e nel male. Sanremo è fondamentale per l’industria discografica, almeno in Italia. Di questo bisogna prenderne atto. Criticare totalmente Sanremo è come criticare la moda totalmente senza considerare quanti posti di lavoro e quanta ricchezza crea ad esempio  quel settore. 

L’ho guardato poco Sanremo quest’anno. L’ho guardato il minimo sindacale. Giusto il tempo per sentire il discorso memorabile della mamma di Giogiò e per sentire quello altrettanto memorabile di Giovanni Allevi. Queste due cose valgono più di tutte le canzoni in gara e di tutti i superospiti. Poi le polemiche non sono mancate tra il ballo del qua qua imposto a John Travolta, l’allarme bomba, il body shaming di un dipendente RAI. La migliore canzone a mio avviso è quella della Mannoia, che ha tra gli autori anche l’ottimo scrittore Fulvio Abbate. Anche Angelina Mango ha una bella canzone con musica orecchiabile e un testo con buoni spunti. La Bertè mi è apparsa un poco sottotono non per l’interpretazione (la ritengo la più brava cantante in circolazione insieme ad Antonella Ruggiero. Insomma potrebbe cantare anche l’elenco del telefono) ma come autrice (è un’ottima autrice. L’ho sempre seguita anche da questo punto di vista, ma questo testo non l’ho trovato particolarmente convincente. Poteva fare di meglio una come lei). Per il resto io sono abituato ad ascoltare Claudio Rocchi, Claudio Lolli, Stefano Rosso, Battiato, Alice, Guccini, De Gregori, Vecchioni, De André,  Mario Castelnuovo, Piero Ciampi, il primo Venditti, l’ultimo Baglioni, Tenco,  Gino Paoli, Fossati, Cristicchi, Morgan. Ho letto i testi delle altre canzoni in gara e non mi hanno colpito particolarmente, ma forse sono io che sono fuori tempo, fuori moda e ho, come si dice in Toscana, il becco troppo fine, abituato troppo al miglior cantautorato italiano. A mio avviso nelle altre edizioni (soprattutto quelle con Fabio Fazio) comunque i testi erano migliori o solo più curati. Forse alcune canzoni sono state scritte e pensate proprio per Sanremo e quindi sono nazionalpopolari, mentre altre sono a mio avviso solo commerciali. A ogni modo Sanremo è sempre Sanremo, riesce a monopolizzare l’attenzione dei mass media italiani per due settimane; ai bar, nelle officine e negli uffici non si parla d’altro, perché Sanremo è uno show elevato all’ennesima potenza,  fa tendenza,  rappresenta lo spirito del tempo, è la cartina di tornasole dell’Italia con i suoi pregi e le sue pecche. 

bullo, di Stefano Polo

bullo mi hai torturato dandomi dello sfigato , ma alla fine ho vinto io ti ho cancellato, dalla memoria tu in cerca di vana gloria, bullo ti credi di essere piu’ forte ma in realta sei un perdente in realta’ sei solo in mezzo alla gente, bullo hai cercato di oscurarmi la vita non c’e’ l’ hai fatta ti e’ rimasto una nuvola di fumo tra le dita’.

Lucia Triolo: rapina

desiderarsi e parlar d’altro
e sono tutta impeto e coltelli
dietro ogni scatto una rapina

rapinare giorni, sogni
suoni
assenze, presenze
verità
rapinare bugie

ladra di cianfrusaglie
per bendare il dolore
tengo in tasca tutti i furti
sciabolate furtive
a un me che forse nasco
e forse no

e svetto alta e tua
per rapinare anche il nulla
che finge, 
come sempre retrocedendo
nel cuore

rapinare rapinare

io dai cento volti
cento anime, cento corpi, 
cento segreti
cento morti
una sola vita 
come tuo desco mai sazio 
sconsolato

una pessima strega
perde sempre la scopa

cultura:Solo tu mi fai volare, di Stefano Polo

Solo tu mi fai volare.

Solo tu mi fai volare

Lontano su nel cielo come un aquilone

che ride davanti alle nuvole.

Felice e innamorato

volo trascinato dall’amore…

Sei come un dolce eco

dentro il mio cuore

un dolce frastuono che mi fa vibrare

l’anima…

Sei come una sinfonia dentro me

una nota struggente che

mi suona dentro

una melodia solenne

che fa volare il mio essere

al di là del blu del mare

fino a perdersi nei tuoi occhi

pieni d’amore

fino a perdersi dolcemente dentro te

trovando la sua casa dell’amore.