
Bevo una tazza di cielo stasera
mentre le tue dita come ali
frullano sulla tastiera.
Nel silenzio mi par di sentire
il profumo dei fiori,
il cinguettare di una primavera
ancora troppo lontana
e che tuttavia trasuda dalle mura,
dai tessuti consunti della mia casa.
Persino tra le lame sfavillanti
dei coltelli mi sembra di scorgere
la timida luce di aprile.
Scorrono le tue dita
e scrivono di numeri,
di sterili liste della spesa
mentre s’appresta nel mio cuore
un gracile gracidare di rime
rabbuiate nelle notti d’inverno
a scolpire il roseo canto
di un placido sole di maggio.
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