Lucia Triolo: a Osip Mandel’stam

O forse, compiuto il cammino, 
scaduto il tempo, tornerò, 
là–non ho potuto amare 
qui–di amare ho paura 
(Osip Mandel’ stam: Detesto la luce da “PIETRA”)

——

L’area del quadrato è colma di stupri,
dalla nascita ho perso il conto dei miei pori
stupore violentato brandisce deliqui

Osip il dissolto
vuole ancora venire a trovarmi,
per parlare.

Sono io a volerlo

Viene da lontano
lo sanno le piaghe dei suoi piedi
intrecciate ai capelli
ai sensi avvelenati,
lo sa la sua fame,
gli erutti d’aria vuoti,
gas di scarico tra singhiozzi muti nella spazzatura.

Sono io a venire

Stracci addosso pesanti dei suoi giorni,
dei suoi luoghi
Occhi nel ventre, nel petto, nel dorso
in un’ anima ormai come liofilizzata
occhi, occhi.
Lacerata occhiuta paura!

Sono io completamente cieca

là-non ho potuto amare 
rabbrividisce 

là dove, là dove? incalzo, forse
là dove amore non perdona non-amore?

qui-di amare ho paura 
mi sbatte in faccia.

Qui dove, qui dove? Aggredisco, 
“dove” paura di amare?
Siamo già al danno ultimo!

Non voglio imparare l’inferno:
imparare ad amare quando più non si può!
Non è per questo che,
come l’amore,
l’inferno è eterno,
ed è senza perdono?