Da un lato c’è la mentalità sessuofobica cattolica. Dall’altro c’è il bombardamento pornografico di questa società occidentale. La risultante di queste due forze contrapposte varia da persona a persona. Le donne vogliono essere emancipate sessualmente, ma vogliono fare in modo da salvaguardare la reputazione. Gli uomini invece esigono che le donne siano delle pornostar in privato, ma poi non vogliono risparmiarsi il piacere di dirlo agli amici e magari fanno anche i video porno con le amanti o la ragazza da mostrare come trofei. Gli uomini soprattutto in provincia si comportano da talebani adolescenti, raccontando tutto agli amici della propria partner. Le donne in provincia, visto che c’è una maggiore repressione nei paesi e nelle cittadine, credono ciecamente ai complimenti degli uomini, alle becere captatio benevolentiae, fatte unicamente per portarsele a letto. E in Italia sono poche le grandi città e molti i paesi e le cittadine! La provincia trionfa e detta legge! Ci sono persone che sono fiere di essere provinciali e non si farebbero mai sprovincializzare a nessun costo! Comunque se si aggiunge che bisogna essere fighi, ricchi, sessualmente superdotati, come i mass media impongono, ecco allora che gli italiani per fare del buon sesso devono soprattutto apparire e mentire spudoratamente. Quanto sforzo per una conquista! Quanta apparenza! E questa è solo la parte ludica o benevola. Poi c’è la guerra tra sessi quotidiana (femminicidi, divorzi, separazioni, stalking, ghosting, padri poveri, querele e controquerele, etc etc). Per non parlare poi dell’omofobia strisciante, dilagante che esiste in provincia, dove si ha paura perfino di uscire da soli con un amico per non “rischiare” di essere considerati gay!
Ora anche in Toscana è cambiato vento. Il primo partito a Pontedera è Fratelli d’Italia, dopo lo scandalo del keu e l’andazzo politico generale, ma il centrosinistra ha in questa regione la forza della tradizione: è qui che è stato fondato il partito comunista. Per ora Fratelli d’Italia sono “brava gente”, come c’era scritto su una pagina Facebook satirica riguardante i toscani, mentre fino a qualche anno fa molti urlavano “fascista carogna ritorna nella fogna”, “uccidere un fascista non è reato” oppure cantavano “ho un rigurgito antifascista: se vedo un punto nero gli sparo a vista”. Ormai sono lontani quei tempi. Il vento è cambiato. I comunisti più duri e puri si arruffiano, fanno compromessi, chiedono favori a chi potrebbe governare regione, province e comuni in futuro. Era il 2008 quando lessi la bella raccolta di Butcovan e lui riteneva che in Romania ci fosse stato il comunismo e in Italia invece il consumismo. Aveva ragione a grandi linee, ma c’erano le regioni rosse che erano comuniste e consumiste: veri ossimori viventi dalle mille contraddizioni intrinseche; Pasolini notava i difetti capitalistici di Bologna, lo sviluppo industriale selvaggio, etc etc. I vescovi emiliani ponevano l’accento a quei tempi sull’ateismo ideologico dei loro concittadini. Le regioni rosse erano viste male dal Nord e considerate negli anni Settanta isole felici dal Sud, in quanto comuni e province avevano una loro politica di accoglienza, inclusione, integrazione nei confronti dei meridionali (si pensi al modello di Bologna per gli studenti fuorisede del Sud). Ritornando ai giorni nostri, alle prossime elezioni centrosinistra e centrodestra se la giocheranno. Da una parte una destra autoritaria, miope, convenzionale che ha rifiutato 37 miliardi del Mes sanitario e che sperpera miliardi per il ponte sullo stretto di Messina, basando tutto su demagogia, faciloneria, retaggi ideologici stantii. Dall’altra parte un centrosinistra non convincente, senza idee, amante delle supercazzole, che non piace agli italiani, al popolo, che come cantava Gaber ha avuto un cedimento a destra. La destra fa errori madornali, la sinistra non ha argomentazioni convincenti e con la Schlein spaventa l’elettorato incerto, moderato, conservatore, che fa l’ago della bilancia (e non mi riferisco al suo orientamento sessuale, ma alla patrimoniale e altre proposte). L’importante comunque è dare qualche contentino alla base, che vive di vecchi retaggi e simbologie. Gli eletti guardano con occhio paternalistico la base. Gli elettori, nonostante molta scontentezza, votano per un’antica e consolidata fede i partiti di centrosinistra. Ma a dire il vero in Toscana votano per il centrosinistra anche per rapporti di clientelismo, perché qui i rossi hanno sempre governato e ci sono ricchi imprenditori che fanno il voto disgiunto e ci sono ricchi politicanti del centrodestra locale che magari in gran segreto finanziano il PD. Così procede la vita in Toscana tra fasciocomunisti e comunisti-consumisti. E se è vero che in Toscana non esistono fascisti veramente duri e puri, perché si fanno condizionare dalla mentalità rossa vigente, è altrettanto vero che, se un tempo nelle regioni rosse il consumismo veniva determinato, modellato dal comunismo regionale, oggi il comunismo si è ormai consumato e l’unica ideologia, l’unica religione, l’unico comunismo rimasto ormai è quello del consumismo.
