
Xheka Haxhiraj detta Giona
Giovane sordicieca, Giona 26 anni è di Rovereto e già ai tempi dell’Università aveva lasciato la casa dei genitori per trasferirsi a Trento.
Aveva scelto il corso di laurea in Servizio Sociale “affinchè le ingiustizie e i disservizi che ho vissuto sulla mia pelle non si ripetessero per altri”
Supportata dalla Lega del Filo D’Oro con l’affiancamento di alcuni preziosi volontari è riuscita a raggiungere la propria autonomia. C’è anche il suo compagno a sostenerla, Enrico, nonostante sia anch’egli non vedente, con il quale convive.
Lei ironicamente dice: “Enrico ci sente bene, così compensa la mia difficoltà uditiva”
Giona e la sua grande passione
Giona suona il pianoforte con i tappi alle orecchie.
Azioni apparentemente impossibili da compiere, ma che Giona, sordocieca, fa abitualmente.
È una vita piena di colpi di scena, la sua, una vita che l’ha forgiata unendo insieme forza e fragilità, un’emozione intensa dopo l’altra.
Ma il lavoro non è solo legato al poter comunicare e a renderla indipendente come lei vorrebbe: nel tempo in Giona, con il sostegno di tutti, cresce la fiducia per quello che può e vuole fare. Viene incoraggiata a proseguire gli studi, senza nascondere la fatica che questo comporterà. È una nuova sfida, per Giona, che la vede ancora una volta vincitrice.
Giona e il lavoro tanto desiderato. Un’altra conquista.
Attualmente Giona sta lavorando presso il Centro di Salute mentale di Trento con i giovani e adulti con disturbi psichici.
Da gennaio 2018 fa parte del Comitato delle Persone Sordocieche, un organo consultivo della Lega del Filo d’Oro, presieduto da Francesco Mercurio.
Il comitato è la rappresentazione concreta della visione di Sabina Santilli “Nulla su di noi, senza di noi”: un concetto che è alla base della “Lega”, per la quale tutto ha senso solo se la persona con disabilità è considerata parte attiva della società.
Per Giona il tema della partecipazione della persona sordocieca è fondamentale e s’impegna al massimo per promuoverla.
Giona protagonista di un piccolo docu-film.
Giona è stata anche protagonista di un piccolo docu-film, “Il colore dell’erba”, che racconta l’adolescenza di due giovani non vedenti: e questo ancora una volta le ha permesso di capire che il mondo si cambia solo partecipando alla vita della società.
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Sono rimasta molto toccata da questa giovane ragazza così piena di amore di vita per la Vita. La solidarità passa attraverso relazioni effettive, per cui solo se riusciremo ad evadere dal nostro egocentrismo e a prenderci cura di chi ci sta accanto, saremo veramente uniti “in solidum” con l’altro e saremo capaci di attualizzare la solidarietà. Da qui, la necessità di cominciare a pensare a sé non in termini individualistici, ma come parte viva e attiva di una relazione sociale.
Imparare a conoscersi senza pregiudizi ed egoismi, guardare all’altro come elemento essenziale di una comunità e immedesimarsi nella sua anima, tutto ciò consente ad ognuno di abitare più profondamente sé stesso riconoscendo l’altro come strumento di amplificazione della comprensione del sé.
Una vita vissuta essenzialmente nel proprio spazio privato è destinata a scivolare verso un malinconico vuoto esistenziale, perché vivere la vita disgiuntamente dai legami comunitari significa privarsi degli elementi essenziali che la elevano a vita autenticamente umana e solidale.
Penso che la scuola e le famiglie devono essere chiamate a perseguire un progetto educatico di relazione, vicinanza attraverso una riprogrammazione continua e costante per l’intera vita, perché nessuno nasce persona, ma lo diventa nel corso del proprio arco vitale, nel suo proiettarsi oltre il presente, perché non si giunge mai ad una forma definitiva e conclusa dell’esistenza. Persona, dunque, come punto di partenza e punto di arrivo, come statuto originario e destinale, come condizione ontologica e teleologica dell’essere umano, frutto di una conquista che si rinnova continuamente nell’orizzonte della propria temporalità: la vita si traduce in un incessante processo di revisione e correzione, in un’apertura al continuo trascendimento del proprio sé che si estende fino a coincidere con l’intero corso della vita.

