

𝐴 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑖𝑜𝑔𝑙𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑔ℎ𝑖𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑖𝑜, 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑜𝑓𝑓𝑎 𝑠𝑢 𝑐𝑢𝑖 ̀ 𝑑𝑖𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑖𝑚𝑏𝑜𝑙𝑜. 𝐶𝑜𝑛𝑔𝑖𝑢𝑟𝑒, 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑚𝑎 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑡𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑧𝑖𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑜𝑠𝑐𝑢𝑟𝑜, 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑟𝑜𝑚𝑎𝑛𝑧𝑜. 𝐺𝑟𝑎𝑧𝑖𝑒 𝑠𝑒 𝑚𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑎𝑖 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜. 𝑈𝑛𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑣𝑜𝑟𝑟𝑎𝑖, 𝑣𝑖𝑣𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑒𝑚𝑒.
𝙿.𝚜. 𝙻’𝙰𝙻𝙶𝙾𝚁𝙸𝚃𝙼𝙾 𝙳𝙴𝙻 𝙼𝙰𝙻𝙴 𝚕𝚘 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚒 𝚜𝚞 𝙰𝚖𝚊𝚣𝚘𝚗, 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚗 𝚎𝚋𝚘𝚘𝚔
Siccome sono una curiosa per natura vado girovagando nel web per scovare scrittori
che in qualche modo mi solleticano, in senso buono direi. Ci scappa una risata, ma lessi
”Amo i libri e i misteri della storia. Leggimi e non ti pentirai” e un’ incoronata dei suoi libri.
Ovvio che non ho potuto resistere e gli ho chiesto un intervista. Wow! mi ha detto si!
Ha scritto ben sei libri e il settimo sta per uscire e noi abbiamo l’anteprima e le news di
quest’ultimo libro.
Naturalmente ho fatto le mie indagini e ho scoperto che è un avvocato, uno sfegatato di
tennis. Io ho tentato molte volte, ma non becco una palla, non fa per me.
Ama il buon vino, di cui è un intenditore, a quanto pare, ma soprattutto ama follemente la
storia. Un colpo di fulmine tra lui e la storia, un giorno, in un museo ,dove una simpatica professoressa
spiegava ai suoi allievi degli episodi storici in modo accattivante. Sappiamo di lui che
era pestifero in classe, faceva il servizio militare e durante le esercitazioni sgaiattolava da
furbastro e dormiva. IL suo scrittore preferito John Grisham, voleva diventare un avvocato
rampante di successo, ma di questo sappiamo molto poco e ci rifaremo nell’intervista.
Ha lasciato la città per vivere in un Borgo della Maremma, perchè si è rotto del progresso
e del degrado della periferia e della mancanza dei rapporti umani. Ugo Nasi dice ” il più grande spreco del mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”
io, però, aggiungerei che nel mezzo, le mille sfumature della vita.
I suoi libri sono frutto di un attenta e approfondita ricerca storica, quindi vanno al di là,
del solito romanzo.
Un lavoro lungo e accurato che toglie molte ore al sonno, ma l’amore e l’entusiasmo
compensano i mancati riposi. Ha un canale You tube, a suo nome, dove parla di avvenimenti
storici, di misteri e fatti veramente accaduti. Vi invito a visitarlo, abbiamo tutti da imparare
e lui un insegnante bravo e preparato, soprattutto senza noia.
Il nome Ugo dal tedesco, significa spirito perspicace e credo che gli calzi a pennello
e molti personaggi storici hanno avuto questo nome.
Come lo chiameremo, Messer Ugo ? Il suo abbigliamento preferito la maglia di cotta?
Un cavaliere dei giorni nostri con tanto di armatura? Pensare all’armatura, mi fa ridere, perchè nel medievo certo non erano amanti dell’igiene, all’interno muffe, muschi e licheni.
Ma a noi di questo interessa ben poco, quello che importa è immergerci nella storia, nel modo che Ugo Nasi a di raccontarla. I suoi libri hanno basi storiche poi romanzate. Gli enigmi della storia sono tanti e mai svelati nei secoli, magari Ugo Nasi, nei suoi libri è riuscito ad avvicinarsi alla verità.
- Nel 2016 il tuo romanzo d’esordio ” le pagine perdute” fino ad oggi sette libri,
un libro l’anno e devo constatare che sei uno scrittore molto prolifico.
Come ci riesci? Hai abbandonato il lavoro di avvocato o riesci in qualche modo a conciliare
le due cose? Inoltre realizzi anche dei corti su You Tube, che io ritengo molto ben fatti,
anche per questo ci vuole tempo.
Innanzitutto grazie Marina di darmi l’opportunità di questa intervista, e grazie anche ad
Alessandria Today. In effetti sai che non ci avevo mai pensato a questa cosa di un libro
all’anno? Diciamo che più che essere prolifico io (che sono l’imperatore dei pigri) è la mia
fantasia che galoppa, e non mi permette di dormire più di pochi istanti sugli allori perché
arriva lì, sul più bello, mi scrolla le spalle e mi dice “allora? Alzati che è tardi, e là fuori c’è
una nuova storia che non aspetta altro che di essere scritta!’
A parte gli scherzi, mi ritaglio il tempo dovunque e nelle maniere più assurde. Per esempio, ti
posso dire che nei momenti topici di un mio romanzo mi sveglio nelle ore più improbabili
della notte, prendo il telefonino e butto giù le idee che magari mi hanno attraversato per una
frazione di secondo il cervello. Che quelle, o le afferri subito, o ciao. Oppure, come per il mio
nuovo romanzo, mi potevi incontrate in giro per la strada, a piedi, che camminavo (sempre
con sto maledetto aggeggio di cellulare in mano) a parlarci dentro. E allora magari avresti
pensato di me che stavo partecipando ad estenuanti “call conference” per salvare il mondo,
ma in realtà buttavo giù con il riconoscitore vocale interi capitoli. Per cui diciamo che il tempo
me lo ritaglio nelle situazioni più assurde. Che poi a ben vedere, l’inizio di un romanzo,
almeno per me, è un po’ come un aereo di linea che rolla sulla pista di decollo ma non si
decide ad alzarsi in volo, perché arriva sempre qualche passeggero ritardatario a rallentare
la partenza. Solo poi, quando finalmente i carrelli sono rientrati e si decolla, allora spingo i
motori al massimo. Fuori di metafora… all’inizio di un racconto stento sempre a dargli una
forma organica, ma poi, arrivato a sessanta, settanta pagine, non mi fermo più. Diverso il
caso invece dei miei “corti” su YouTube. Lì è veramente una faticaccia, perché occorre una
maledettissima sintesi (raccontare la vita di un personaggio storico in sette/ dieci minuti,
credimi è dura) e serve tempo, tanto tempo, da dedicare solo per quello. Ed infatti di questi –
chiamiamoli – mini film, ne giro non più di un paio al mese, e quando sono particolarmente
ispirato. Rigorosamente nei weekend. Per cui debbo ammettere che Il tempo è veramente
tiranno. A proposito, sai cosa scrivo proprio ne “Le Pagine Perdute” che hai evocato tu? Che
l’uomo fu creato da Dio, mentre il Tempo… dal Diavolo. Apriti cielo, non l’avessi mai detto.
Ne è nata una discussione “teologica” sui social, da cui mi sono ben guardato dall’entrare.
Non amo le guerre di religione alla Savonarola, soprattutto nel ventunesimo secolo.
- Tu hai pubblicato sia con case editrici che in self publishing. Il motivo di quest’ultimo?
Del perché il Self Publishing intendi? Potrei raccontarti un mucchio di soavi “palle” ma la
realtà è una sola, almeno per me: o ti chiami Ken Follet (faccio un nome a caso), o la casa
editrice è la tua. E allora comunque sia, va bene. Altrimenti scordati un editore che ti segua
per la promozione del romanzo, le presentazioni, le interviste, eccetera eccetera. Quindi chi
mai conoscerà il tuo fantastico libro, mi chiedo, e ti chiedo? E la risposta è allora: meglio
gestirsi in piena autonomia ed essere liberi di determinare i propri successi (od insuccessi).
Che poi, essere autori ed editori del proprio racconto è divertentissimo, perché se hai voglia
ed entusiasmo, e credi in quello che fai, ti permette di fare esperienze che nemmeno nei
sogni, quando dormi bene la notte. Tipo imparare piano piano a scrivere una sceneggiatura
di un tuo racconto, e collaborare con un’agenzia cinematografica seria, con l’intento di
realizzarci un film. Ma questa è un’altra storia.
- Tutti i tuoi romanzi hanno basi storiche, dove fai le tue ricerche?
Dappertutto. Ma la prima fase la imbastisco attraverso il web. Sembrerà banale ma è così.
Controllo una fonte od un personaggio storico facendo verifiche incrociate per assicurarmi
dell’attendibilità delle informazioni. Anche se è vero pure il contrario, e cioè che è altrettanto
interessante apprendere che su di un personaggio o su di un fatto ci siano fonti contrastanti
e contraddittorie, perché lì aumenta il mistero, ed hai persino più libertà narrativa. In fondo,
come diceva James Rollins, quello che faccio non è altro che prendere un antico arazzo
sdrucito e consumato in più punti, e restaurarlo nelle parti mancanti con le mie personali
convinzioni, che magari si prestano perfettamente alla “fiction” del racconto. Quei fatti
controversi in cui io assumo una mia posizione ne fanno un romanzo storico o di fantasia?
Questo non lo sapremo mai.
Poi comunque approfondisco l’argomento sui libri. Per esempio, per il mio ultimo romanzo
che sarà pubblicato a giorni mi sono servito de “La Storia d’Italia” del grande Montanelli,
nella parte riservato al Rinascimento. Senza contare che ho una lettrice – Angela – che non
conosco ma che un giorno mi piacerebbe incontrare, perché sistematicamente mi invia
romanzi di storia medievale. Se permetti vorrei salutarla e ringraziarla anche da qui.
- Il tuo autore indiscusso e preferito John Grisham, il tuo modo di scrivere si ispira a lui?
Certo che sì. Poi però ho sviluppato una serie di ingredienti aggiuntivi che mi fanno dire che
nei miei romanzi Il modo di scrivere sia mio, e molto personale. Amo il linguaggio, ne sono
attratto. Per cui cerco di sperimentare quando ne ho la possibilità, sempre nuove forme di
comunicazione letteraria. Ti faccio qualche esempio: i dialoghi in un racconto sono
fondamentali, e questo lo sappiamo tutti. Ed è altrettanto naturale quindi mettere in bocca
dei vari protagonisti di un racconto le espressioni che ne caratterizzano la personalità. Così,
al giovane boss emergente di Scampia non farò mai dire “Accidenti, rimango basito” o al
seminarista Vaticano ” Quel bastardo mi ha fottuto”.
Ma io mi spingo oltre e (se riesco) cerco di utilizzare non solo nei dialoghi ma anche nella
narrazione la “conformazione” linguistica adatta per i fatti che accadono nei vari capitoli del
romanzo. Impercettibili o anche marcate differenze di linguaggio per raccontare in modo
sciolto e un po’ terra terra la parte dove racconto del boss di Scampia, ed un’altra più
ossequiosa e trattenuta per narrare invece il capitolo dove parlo del seminarista.
Ovviamente ho fatto un esempio. Però, per dire, ne GLI UNTORI DELLA LUCE NERA, ho
sperimentato in modo importante questa mia tecnica. Mi sono sdoppiato, tanto da
raccontare quasi fossi un cronista del ‘200 le parti che si riferivano alla vicenda templare, per
poi indossare abiti moderni in quella che si svolge nell’odierno.
- Nei tuoi libri quanto ci metti di te? Quale è il personaggio di cui hai scritto in cui ti
identifichi di più.
So che adesso farò inarcare il sopracciglio di qualcuno, per quello che ti dirò. In particolare
per chi ha letto “Il Giudice Onorario”. Ma certo, se c’è un personaggio in cui vorrei
identificarmi, quello è proprio il protagonista di quel Legal Thriller: Rocco Lupo.
Sportivo, bello e fortunato con le donne, è cinico e stronzo al punto giusto, e si è fatto venire
in testa una fottutissima idea con cui fottersi l’umanità dei Social. E c’è riuscito!
Fortunatamente non puoi vedermi in questo momento, altrimenti ti accorgeresti che la mia
espressione si colora un tantinello di invidia. Insomma rosico, anche se non lo do a vedere.
Però, anche la vita “a mille” di Rocco Lupo alla fine gli presenta il conto. E sarà un conto
salato.
Comunque sì, lui. Tutta la vita Rocco Lupo. Perché è un antieroe, o un eroe negativo, mettila
così. E se devo dirtela tutta, giusto per inimicarmi un po ‘di lettori e lettrici, non apprezzo
questo buonismo ipocrita del “volemose bene” a tutti i costi, perché è solo utopia. L’uomo è
uno splendido animale, ma ha un mucchio di tragici difetti di “fabbricazione” che non
saranno mai eliminabili del tutto, almeno fino a quando non ci installeranno nel cervello dei
microchip al grafene, per farci diventare tutti robot. Attenzione che non è mica tanto
fantascienza questa. Basta guardare cosa sta succedendo con Metaverso. Questa tagliala…
Anzi no, tienila.
E comunque, Rocco Lupo è l’avvocato (poi diventato giudice onorario) disincantato e un po’
bastardo (ma non cattivo) che ci mette un po’ tutti con l’anima in pace.
Secondo me abbiamo bisogno di eroi negativi, o antieroi, perché siamo umani e ci
riconosciamo più in questi ultimi che in quelli positivi senza macchia e senza paura, che –
forse – non esistono neppure.
Parteggiamo di più per la banca, o per il ladro, che senza far del male a nessuno riesce ad
introdursi nel caveau?
- Ora però vorrei che ci parlassi di te, chi è Ugo Nasi? Forse questa è la parte più difficile
Di Ugo Nasi che ti posso dire di così interessante per chi ci sta leggendo? Fammici
pensare… beh, diciamo che se devo ammirare qualcosa in Ugo Nasi è la volontà di non
darsi mai per vinto. Insomma una buona dose di caparbietà che consiglio a tutti. Chiunque di
noi ha le potenzialità per riuscire, in qualsiasi campo decida di lanciare la propria personale
sfida. Basta volerlo. Insomma non sono di quelli che: “ma tanto io non ci riuscirò mai, non ho
le capacità”
Che poi non è tanto raggiungere o meno l’obiettivo che è importante, che quello si sa, è
l’insieme di un miliardo di fattori che a volte il destino si diverte a rimescolare come i dadi,
quanto invece il volersi mettere in gioco. È quello il lato esaltante della faccenda.
Forse sarò un Don Quijote che combatte i mulini a vento, ma questo è il mio pensiero.
Adoro la mia compagnia, ed amo stare con me stesso. Quando devo fare una riunione mi
metto davanti allo specchio. A parte gli scherzi mi piace tantissimo la gente, non potrei farne
a meno, ma apprezzo anche la solitudine. Non ne ho paura, la cerco.
Non sono un falso modesto come quelle belle donne che sapendo di mentire dicono “Mi
sono messa la prima cosa che ho trovato nell’armadio”, ma conosco i miei limiti.
Certo non riuscirò mai a scrivere un romanzo come il meraviglioso “Io e te” di Nicolò
Ammaniti, perche è un genere che non è nelle mie corde. Ma spero e penso di riuscire a
dare il giusto phatos ai racconti storici ammantati di giallo che realizzo.
7 Sempre parlando di te, so che hai in uscita un nuovo Thriller Storico che ha per titolo
“L’algoritmo del Male”. Ci vuoi almeno accennare qualcosa in merito a questo romanzo?
Allora guarda… la copertina è questa, e credo sia facilmente riconoscibile il personaggio
ritratto qui sopra. Frate Girolamo Savonarola. Un monaco che molti hanno definito
“maledetto”. Parliamo dunque di basso medioevo, e degli ingredienti ‘normali” di un’epoca
come quella: intrighi, congiure, omicidi, guerra e mistero. Perché senz’altro avrai notato che
il romanzo porta anche un sottotitolo: ‘Il Codice Savonarola”. Cosa avrà mai voluto scrivere
su questo codice il frate che poi finì impiccato e bruciato? E chi fu il vero artefice della sua
condanna con l’accusa di essere eretico? E perché? Bada che in queste tre domande c’è
una buona dose di fantasia ma anche tanta storia vera, che pochi conoscono.
Giusto per aggiungere un po’ di pepe alla curiosità dei lettori che ci stanno seguendo ti dirò
che la storia prende inizio dai giorni nostri quando, a causa dello scioglimento di un
ghiacciaio del Monte Bianco, dovuto ahimè al surriscaldamento del nostro pianeta, viene
rinvenuto un antico fazzoletto su cui è disegnato un simbolo inspiegabile. Ah… un’ultima
cosa, chi mi legge (almeno nei miei Thriller Storici) ritroverà due protagonisti che hanno
riscosso successo in un mio precedente racconto. Purtroppo si guardano un po’ di traverso,
visti i trascorsi, ma lasciamo che chiariscano tra loro le rispettive incomprensioni. Ti confesso
che in molti mi hanno chiesto di rivederli all’opera, e visto che le mie lettrici ed i miei lettori
sono i miei unici signori e padroni, mi è sembrato che “L’algoritmo del Male” fosse
l’occasione giusta per farli tornare in scena. Ovviamente come in tutti i miei romanzi il
leitmotiv è il mistero, ma questo forse l’hai già capito.
- Ovviamente uno scrittore prima di tutto è un lettore, non ti chiedo i tuoi libri preferiti, ma
una cosa è appassionarsi di storia, un’ altra diventare uno scrittore. Tu ci sei riuscito da
subito, in qualche modo scrivevi, tipo arringhe chilometriche?
Ho capito, tu vuoi insaporire con ampie dosi di pepe questa intervista ed io… vabbè, io ti do
corda. Allora ti dico che sono un appassionato lettore di romanzi storici. Un giorno acquisto
(o forse per me è stata mia moglie, ora non ricordo con precisione) un thriller storico di un
autore sconosciuto – che tale credo sia rimasto – edito dalla più importante casa editrice del
genere. Cioè, non una casa editrice inventata lì al momento, ma la più blasonata in assoluto
per i Thriller Storici. Lo leggo fino all’ultima pagina, per poi dire tra me e me: “Beh… se la
casa editrice XYZ ha avuto il coraggio di pubblicare sta’ cosa, allora posso diventare uno
scrittore anch’io!”.
Morale: non creiamoci tanti drammi nella testa, perché là fuori è pieno di gente che non vale
quanto noi, o per lo meno, noi valiamo (almeno) quanto loro. Insomma non buttiamoci giù.
Ovviamente non ti dirò mai, neppure sotto tortura, il nome di quello scrittore, che
intendiamoci, ha tutta la mia solidarietà. Come non ti dirò mai il nome di quella autrice di cui
all’inizio della mia carriera ho provato un’ammirazione sviscerata. Perché ha avuto l’intuito di
raccontare di un personaggio storico notissimo di cui però, prima di lei, nessuno si era mai
occupato. Dopo di che ha fatto un successo strepitoso con quel romanzo, ma ultimamente
non sento più parlare di lei. Ciò detto, le auguro con il cuore tanta fortuna, perché se la
merita.
Sai qual è il problema, ma non dirlo a nessuno, il fatto è che i Thriller Storici sono di gran
lunga i romanzi più gettonati e letti rispetto ai Legal Thriller, e quindi io mi adeguo al mercato
Anche se come sai, sono un amante della storia medievale, ed ho pure un canale YouTube
in cui parlo di avvenimenti storici, per cui gioco in casa.
- Un ultima domanda, cosa sogna Messer Ugo Nasi? Hai ancora dei sogni nel cassetto?
- Ti confesso che questa domanda un po’ mi mette i brividi, perché presuppone che ci sia
qualcuno che – invece – non abbia più sogni da voler raggiungere. Il che è triste, perché se ci
depriviamo di quella che è la benzina che ci fa andare avanti, cosa ci resta?
Chi suscita di più la nostra ammirazione, Leonardo che si frattura un malleolo e si rompe il
naso gettandosi in un dirupo con delle ali di legno e tela, per seguire il suo sogno di poter
volare, o il contadino che magari sta lì seduto sulla collina, a mangiarsi una mela, in attesa di
vedere se l’inventore riuscirà o meno nell’impresa? Beh… io sto con Leonardo. E con tutti
quei Leonardo che magari non toccheranno mai il cielo con le loro ali, ma almeno potranno
raccontare di averci provato.
E comunque per rispondere alla tua domanda ho più di un sogno, forse ne ho persino troppi.
Uno per tutti, vedere realizzato in un film uno dei miei romanzi. Diversi di questi
richiederebbero risorse economiche forse proibitive, per una serie di scene in costume che
solo case di produzione cinematografica di alto livello possono permettersi. Ma un paio di
miei racconti, uno in particolare, potrebbe benissimo essere “ridotto cinematograficamente”
in una serie a episodi, di quelli dei distributori più noti, come Netflix, Amazon Prime, eccetera
eccetera. Diciamo che ci stiamo lavorando. Io le ali me le sono costruite. Ora si tratta di
provare a volare.
Bene, se non hai altre domande credo che questa bella intervista possa concludersi qui.
Probabilmente sono stato un po’ prolisso, ma spero che i tuoi lettori, e quelli della bella
rivista on line che rappresenti, Alessandria Today, mi perdonino. Ed allora permettimi di
ringraziarli e di ringraziare te che mi hai dato questa opportunità, e che dire? Ti aspetto e vi
aspetto tutti con il mio nuovo Thriller Storico: L: Algoritmo del Male. Ci conto.

Un articolo lungo, ma che vale la pena di leggere per conoscere questo scrittore dalle mille risorse, poi cosa c’è di più affascinante della storia, se non la stessa storia?
Da seguire anche sul canale you tube, dove ci affascina con i suoi enigmi storici, che fanno parte della storia
https://youtube.com/c/UgoNasi .Il suo canale You Tube
Articolo di Marina Donnarumma Iris G. DM