C’è un luogo chiamato umanità,
un bosco umido dopo la tempesta,
dove il sole abbandona il frastuono del combattimento;
una fonte, un ruscello, una mattina aperta dal paese
che va verso i campi in groppa a un asinello.
C’è un amore diverso, un volto che ci guarda da vicino,
chiede della nuova stagione della semina
e inventa un tempo diverso per il canto,
un bisogno di rifare ogni cosa da capo,
anche le più semplici:
lavarsi al mattino, cullare il bambino quando piange,
o inchiodare la cassa del nonno,
sorridere quando qualcuno ci chiede
il perché della povertà dell’estate e, senza parlare,
andare nel bosco a prendere legna per ravvivare il fuoco.
C’è un posto sereno, ritrovato e dolce,
un luogo chiamato umanità.
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