Alla deriva di Salvatore Toma

Salvatore Toma nasce l’11 maggio 1951 a Maglie, in provincia di Lecce. Inizia a scrivere fin da giovanissimo, pubblicando le sue prime raccolte con case editrici minori. Negli anni Ottanta la sua poesia inizia a circolare presso un pubblico più esteso grazie all’interessamento di Maria Corti che, dopo averne promosso la pubblicazione su «Alfabeta», curerà l’antologia Canzoniere della morte, uscita postuma nel 1999, divenendo rapidamente un caso letterario. Muore a trentacinque anni, il 17 marzo del 1987, probabilmente a causa della cirrosi epatica. Nel 2020 Musicaos ha pubblicato il volume Poesie (1970-1983) in cui si raccolgono le sei opere poetiche edite in vita: Poesie. «Prime rondini» (1970), Ad esempio una vacanza (a Babi) (1972), Poesie scelte (1977), Un anno in sospeso (1979), Ancóra un anno (1981), Forse ci siamo (1983).

Alla deriva

c’è soprattutto il mare

il mare vero

l’annientante malinconia

delle alghe morte

alla deriva

ci sono sogni della sera

le ultime voci

dei fondali profondi.

Non posso esser vivo

e ricordare i morti

non voglio esser vivo

se devo ricordare i morti

da vivo non si vive

se ci accompagnano i morti

e l’ossessione della loro

esistenza.

Alla deriva

c’è invece il mare

il mare aperto infinito

alla deriva

c’è finalmente la vita

filtrata digerita

c’è la leggerezza

del corpo vuoto.

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