Il vento ci porterà di Forough Farrokhzad (traduzione di Emilio Capaccio)

Forough Farrokhzad (Teheran, 5 gennaio 1934 – Teheran, 13 febbraio 1967), poetessa iraniana, sfidando le autorità religiose e i letterati conservatori, Farrokhzad espresse con fermezza la propria posizione sulla situazione femminile nella società iraniana degli anni cinquanta-sessanta, contribuendo in modo decisivo al rinnovamento della letteratura persiana del ‘900. Il ruolo della donna nel matrimonio convenzionale, le libertà prevaricanti del ruolo di madre e donna libera, il rapporto conflittuale dell’essere donna e non poter godere del proprio corpo liberamente, le diedero la forza di combattere ma le impedirono una vita normale. Cineasta, del 1963 è il suo unico documentario Khaneh siah ast (The House is Black), che mostra la situazione dei lebbrosi iraniani e vinse premi in tutto il mondo. Morì nel 1967 in un incidente stradale, di ritorno da una visita alla madre.
Nella mia notte, così breve, ahimè
Il vento ha un rendez-vous con le foglie.
La mia notte così breve è colma d’angoscia devastante.
Ascolta! Senti il respiro delle tenebre?
Mi sento estranea a questa felicità.
Sono abituata alla disperazione.
Ascolta! Senti il respiro delle tenebre?
Là, nella notte, accade qualcosa.
La luna è rossa e angosciata.
E aggrappate a questo tetto
Che rischia di crollare da un momento all’altro,
Le nuvole, come una folla di piangenti,
Aspettano che la pioggia partorisca,
Un attimo, e più niente.
Dietro questa finestra,
È la notte che trema
Ed è la terra che smette di girare.
Dietro questa finestra, uno sconosciuto è preoccupato
Per me e per te.
Tu, tutta verdeggiante,
Poni le tue mani — questi ardenti ricordi —
Sulle mie mani amorevoli
E affida le tue labbra, colme del calore della vita,
Alle carezze delle mie labbra amorevoli.
Il vento ci porterà!
Il vento ci porterà!
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Traduzione dal francese estratta dal film omonimo di Abbas Kiarostami

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Il vento ci porterà di Forough Farrokhzad (traduzione di Emilio Capaccio)