Stai cucendo a macchina
lentamente l’abito,
i sogni di nostra figlia.
Nelle tue mani si intrecciano
il tessuto e la luce.
Ti guardo e sento un sussulto
nel sangue. Ti parlo
senza muovere
le labbra
come se non ci fossero le parole.
È un silenzio illuminato
quello che sentiamo tra le nostre pareti
bianche. La macchina continua
a imbastire sogni,
la speranza si veste
con un abito da ragazza.
Solo uno sguardo
fugace e ci incontriamo
come il primo giorno:
l’amore continua. Ci basta.
.
(da I fuochi oscuri, 1971)
*