In quei giorni d’attesa del niente
dove c’era timore del tempo che
divorava la vita nella carne ora
solo pelle attaccata al respiro,
l’anima voleva essere pietra per non
sentire l’agonia delle ore nel vibrare
del cuore devastato dal dolore per chi
era ormai solo cenere al vento dispersa.
L’anima voleva essere pietra per non
vedersi morire ogni volta in uno sguardo
specchiato nel fango che non era più
quello di un uomo vero nell’inferno
di terra dove si scriveva l’orrore
con l’inchiostro del sangue a scolorare
della neve caduta il biancore …
e nell’aria vibrava della morte il dolore
Ecco , l’anima voleva essere pietra,
lapide con i numeri ignoti del trionfo
del male …per essere memoria
perenne di un genocidio d’innocenti