Un Natale … di luce e di ombra.Gabriella Paci

Ha un volto nuovo la città a Natale.

Indossa l’abito luccicante delle feste

con le ghirlande a fiorire emozioni

canta canzoni di gioia e amore

nello sfavillare dei sogni appesi

agli alberi come frutti del desiderio

a pensare di brindare alla felicità

nel dimenticare di essersi arresi

al dolore della realtà della guerra

e della capanna di chi non ha ….

Anche Betlemme non ha la natività

quest’anno e nella mangiatoia solo

inutili parole senza soluzione di pace.

Questa poesia vuole celebrare il Natale nella sua veste festosa che veste di luci e di suoni le città e le rende un paesaggio fiabesco: si vive l’emozione della festa per eccellenza, capace di regalarci la presenza dei parenti e degli amici lontani o di realizzare il possesso di un oggetto o un viaggio a lungo sognati .Ci si dimentica, nella società del consumismo e del benessere, di chi vivrà questa festività nel bisogno o anche  della stessa guerra, che pare lontana eppure è così vicina a noi e che riguarda anche gli stessi luoghi della natività, dove, simbolicamente, Gesù non potrà rinnovare la sua presenza  perché

non c’è pace che possa accoglierlo.

Poesia semplice ,divisa in due parti ;nella prima l’allegria e il colore che caratterizzano l’attesa di questa festa e nella seconda l’amarezza e la delusione per una celebrazione solo consumistica ed egoisticamente vissuta ,senza volgere il pensiero ai bisognosi o ai tanti che vivono l’esperienza della guerra, che ha coinvolto gli stessi luoghi sacri con una disumanizzazione degli stessi protagonisti del conflitto ,che non accennano a volersi rappacificare. Anche Gesù pare sdegnarsi e rinunciare a voler essere posto nel presepe come simbolo di pace nel mondo quale la sua n ascita sta a significare

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