lucia triolo: superfluo

ed io
a chi fui prestata
come pegno
di gratuità?

affumico 
tra parole spostabili
mi avverto come
il superfluo di
me stessa

una sorta di tic
che spara        spara 
dentro
i lineamenti
e non fa mai cilecca

fuori tra i nomi sul citofono
quello in più
si inchina all’ironia che
gli è compagna

qualcuno ride sopra le nuvole
nessuno appare
in cielo
superfluo è anche il silenzio
in campagna