Cuore nero” di Silvia Avallone : un romanzo di formazione  e d’indagine dell’animo umano,Gabriella Paci

Cosa può far uscire dal gorgo dell’abbrutimento e dell’estraneità al mondo “civile”? Per l’autrice di “Cuore nero” Silvia Avallone è in primo luogo la cultura e poi l’amore.

La sua protagonista Emilia,è una giovane donna che ha trascorso quasi metà dei suoi anni in un carcere minorile per aver commesso un reato che fino all’ultimo non sarà delineato. Se in carcere era riuscita a farsi amicizie e in qualche modo ad adattarsi alla vita scandita da regole tra detenute e quelle istituzionali ,tra  orari e addirittura a studiare, grazie all’aiuto di una dirigente dell’Istituto ,fuori si sente davvero un’’emarginata che porta addosso il marchio della sua infamia. Eppure Emilia ha avuto una famiglia regolare con un padre amorevole che ,nonostante tutto, le vuole bene e ha fiducia in lei ; ne accetta anche la decisione di andare a vivere a Sassaia ,una sperduta frazione in una casa fuori del nucleo abitato  che una zia defunta ha lasciato in eredità. Sola e in un posto  isolato potrà leccarsi le ferite e ricomporre forse la sua identità. Qui fa un incontro inaspettato: quello con Bruno ,un insegnante elementare che vive nell’unica casa vicina e che ha un passato tragico da dimenticare seppure per motivi indipendenti dalle sue azioni. Due anime inquiete e disperate che si incontrano e si piacciono al punto tale di innamorarsi. Emilia poi ,trova da fare l’unica cosa che le è sempre piaciuta : restaurare un affresco della chiesetta di Sassaia .

Ma quel passato torna a spezzare quel nuovo  cammino dato alla vita e il rapporto tra i due si interrompe bruscamente: Bruno che non ha mai chiesto niente alla donna viene a sapere il suo segreto e si sente tradito e incapace di accettarlo. Quale sarà l’epilogo? La cultura e l’amore saranno collanti sufficienti a ricomporre l’esistenza di Emilia?

Il racconto si snoda con sequenze descrittive,dialogiche e narrative attraverso una duplice narrazione :quella di Bruno e di  Emilia per cui non è facile per il lettore mettersi dalla parte dell’uno o dell’altra e solo la propria esperienza personale e i propri punti di  vista possono essere il timone per decidere da che parte stare. Anche il tipo di linguaggio utilizzato è in linea con i personaggi ;Emilia si esprime  in modo crudo, sguaiato, irriverente ;Bruno è più moderato e corretto ,come si addice da un insegnante anche se non ci parla più di tanto del suo lavoro.

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