Lampi
Stanotte un sussultante cielo
malato di nuvole nere
acuisce a sprazzi vividi
il mio desiderio insonne
e lo fa duro e lucente
come una lama d’acciaio.
In questa breve poesia c’è racchiuso lo smarrimento di un’anima che si sente in sintonia con la natura la cui inquietudine (sussultante cielo) è umanizzata tanto che il cielo sussulta come in un singhiozzo represso; è malato (e anche l’amore infelice è la malattia del cuore) e le nuvole nere non sono certo previsione di un ritorno alla quiete( si profila il timore di una mancata soluzione alla pena). Gli spazzi di luce che lampeggiano vividi interrompendo il buio acuiscono il senso angoscioso e sono simili alla lama ,un qualcosa che ferisce, che colpisce (lama d’acciaio sul desiderio insoddisfatto che non si placa) sul desiderio che non ha mai riposo.
Qui possiamo trovare analogie con Saffo ,quando la poetessa ci parla della sua veglia infelice sognando l’amante …
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero
Ma anche con Pascoli,quando nel”lampo ”crea una visione drammatica in un climax crescente e disegna un bozzetto di suoni e colori per esplicitare il suo stato d’animo angosciato …
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
Antonia Pozzi è fanciulla che fa dell’amore il suo filo conduttore,la sua stessa ragione d’esistere e quando questo amore mancato è troppo per lei che non trova ragione valida d’esistere,deciderà di suicidarsi.
Fin dai primi anni del liceo la giovane subisce il fascino del suo professore di greco e latino Antonio Maria Cervi che, non bello né particolare ,ha tuttavia una grande cultura e un modo coinvolgente di spiegare: il suo amore per la cultura ,l’arte, la poesia lo rendono straordinariamente vicino ad Antonia ,il cui animo sensibilissimo avverte altresì il dolore che si cela dietro il suo sguardo. Lei si innamorerà perdutamente di quest’uomo che tuttavia non avrà il coraggio di difendere il loro amore quando il padre di lei si opporrà fermamente a questa relazione. Nonostante apparentemente riprenda un iter di vita normale, dopo il trauma della separazione, Antonia porterà per sempre la ferita di quest’amore troppo grande e sofferto per diventare cicatrice e deciderà di togliersi la vita a soli 26 anni .
Ci restano di lei poesie struggenti dove la natura, specie quella di Pasturo (Lecco) si fa voce dell’anima nel rappresentare i suoi sentimenti e pensieri