Recensione poetica: “Agosto” di Federico Garcia Lorca, a cura di Caterina Alagna

Agosto.
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.

La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.

Agosto.
I bambini mangiano

pane scuro e saporita luna.

Una sinestesia di sapori, odori e colori travolge il lettore fin dai primi versi. Il poeta descrive Agosto con vocaboli succulenti volti a stimolare le papille gustative, paragonandolo a un dolce frutto da mangiare in fretta e intensamente, prima che ceda il passo all’autunno.

Commento alla poesia

Nella prima strofa Garcia Lorca descrive Agosto come un tramonto di pesca e di zucchero. I due termini appaiono separati quasi a voler sottolineare la natura effimera del frutto. La pesca, infatti, è un frutto molto delicato che tende a marcire in fretta. L’invito del poeta è di gustarne la dolcezza prima che sia troppo tardi. Nei versi successivi il sole alto viene paragonato al nocciolo di un frutto ad indicare che Agosto è il mese in cui si concentra la pienezza dell’estate. Tuttavia, come il sole alto nel cielo si prepara a calare per cedere il posto alla sera, allo stesso modo Agosto segna il passaggio della fine dell’estate verso l’autunno.

Nella seconda strofa troviamo ancora un termine di paragone. Questa volta Agosto viene accostato a una pannocchia gialla che, ancora una volta, riconduce all’immagine del sole alto nel cielo. Evidente la personificazione della pannocchia nel verso “il suo riso giallo e duro“, dove la pannocchia diventa una risata, un sorriso leggiadro, a sottolineare, forse, la spensieratezza che caratterizza questo mese. Esso è il mese delle ferie, delle vacanze, di giornate all’insegna dello svago. Tuttavia questo sorriso è offuscato dal termine “duro“, che rimanda, nuovamente, alla fine dell’estate.

Nella terza strofa appare invece l’oscurità. La sera è calata, l’estate è giunta al termine e nel cielo brilla la luna. Compaiono i bambini. Significativi i versi “i” bambini mangiano pane scuro e saporita luna“, volendo mostrare che restano solo i bambini ad assaporare con piacere la luce della luna, ancora ricca e piena. Non è un caso se sono proprio i bambini ad essere i protagonisti di questi versi. Il poeta vuole marcare quella che è la natura transitoria dell’infanzia, destinata a finire presto, ma che, tuttavia, rappresenta l’età più ricca e più intensa della vita umana.

I concetti di effimero e transitorio attraversano tutta la poesia. Il poeta invita i lettori a vivere intensamente la vita quando questa è nel pieno della sua dolcezza, del suo vigore, prima che giunga, ineluttabilmente, la fine.

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