Poesie di un autore padovano contempiraneo
Se mi buttassi giù dal tetto
di un palazzo dell’Arcella
sarei per questo più poeta?
Se me ne andassi a vivere
su una quercia e intrecciando
con i rami la mia barba mutilata
mi giocassi il futuro
tra farmaci e White Russian
mi chiamereste eroe della Resistenza?
Scrivere versi è noioso come suonare
jazz e inutile quanto leggere Cioran.
A un poeta non resta che questo:
prendere a calci nel culo
chi marcia per l’accoglienza.
*
Pensano alle piastrelle loro
al barbecue in pietra
sul prato ben rasato
il sabato pomeriggio
all’Esselunga
per farsi le scarpe
come Dio comanda
da buoni vicini
io penso ai cazzi miei
a non lasciarmi dietro
nulla
d’intentato.
*
Questa realtà o un’altra non fa differenza.
La realtà è una finzione necessaria.
Altroché ontologie, metafisiche o classifiche
di gradimento buone soltanto per i quotidiani
e le puttane che ancheggiano in Tv.
Bastasse la sertralina a…
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