Ha suscitato critiche positive e qualche altra (ma in sordina) negative il quindicesimo film del regista turco Ferzan “Diamanti” .Già il titolo è “fuorviante” perché non ci sono le note pietre preziose ma “Donne” ad essere appellate con questo nome. Sono donne degli anni 70 che costituiscono un gruppo o meglio “una comunità” alle dipendenze delle titolari, della sartoria Canova, Alberta e Gabriella. Altro espediente di curiosità è il vedere ,a inizio film, il regista che dialoga con le attrici scelte per le varie parti ,spiegando loro le sue motivazioni per la realizzazione della storia. Un espediente che già Pirandello con il suo Metateatro “o prima di lui Shakespeare o Goldoni aveva sperimentato per smascherare l’artificio che si nasconde dietro una rappresentazione.
trama elementi convincenti e difetti
La storia narrata tratta appunto di due sorelle proprietarie della sartoria Canova di Roma caratterizzate dal diverso temperamento; Alberta (alias Luisa Ranieri), forte e determinata che rivela per un momento la sua fragilità quando rivede dopo molti anni il suo grande amore ,dal quale è stata abbandonata senza una valida motivazione e che le ha lasciato una profonda ferita e Gabriella (alias Jasmine Trinca) che appare indecisa, più incline a dare spazio alle dipendenti e depressa , tanto da essere diventata una alcolizzata : una tristezza che scopriremo nasconde il dolore mai superato della morte della figlioletta.
A dare uno scossone al lavoro della sartoria sarà l’arrivo di Bianca Vega ,premiata costumista che chiede la realizzazione di un costume per la protagonista di un film che subito appare essere un lavoro di ingegno, di sensibilità femminile, di interpretazione. Bianca non è mai soddisfatta perché (lo scopriremo poi) non è in fondo soddisfatta e sicura di se stessa.
Ad intrecciarsi a volte con le due titolari sono le storie, mai svincolate dalla comunità sartoriale, di alcune dipendenti ,alle prese con la violenza maschile, con l’abbandono, le difficoltà economiche, la voglia di relazioni amorose, la ribellione…in modo da fornire una rapida panoramica dell’universo femminile che tuttavia, a prescindere dalle delusioni e dalle difficoltà ,non appare mai perdente, in quanto ognuna saprà mettere in campo ,magari con l’aiuto delle altre, strategie volte al superamento degli ostacoli.
Una trama ,quella di Diamanti, che può ricordare fiction televisive come “Il paradiso delle signore “o “il bello delle donne” ma che sembra qui aver trovato una chiave vincente forse anche grazie ad interpretazioni degne di plauso come quella di Luisa Ranieri ,di Jasmine Trinca ma anche di Mara Venier ( artista decaduta che fa la cuoca nell’atelier) o di Kasia Smutniak (boriosa attrice di cinema ) in contrasto con un’altra cliente attrice di teatro, la convincente Carla Signoris( Alida Borghese) di Vanessa Scalera(Bianca Vega) e di tutte le altre , che hanno saputo ben calibrare e rendere credibili i loro personaggi .
L’espediente iniziale di Ferzan Özpetek di introdurci in qualità di spettatori e farci incontrar e le attrici ritorna in mezzo al film e,a nostro parere, rompe la continuità della storia ,riportandoci alla consapevolezza della “finzione/realtà della proiezione cinematografica, anche se Elena Ricci,che si era autoesonerata dalla partecipazione al cast ,per impegni improrogabili, ci ricorda nella sua apparizione in finale che “ La magia del Cinema non sta in quello che si vede, ma in quello che si sente”.
Proprio per questo ,a nostro avviso, la presenza del regista doveva essere nascosta piuttosto che palesata ,come quella delle attrici interpreti ma come detto , Pirandello ha fatto scuola ed è stato grande anche per la rottura degli schemi.
La conoscenza dell’animo femminile e il suo prendere le parti delle donne sono stati senza dubbio cavalli vincenti, unitamente alla magistrale Luisa Ranieri
Spettacolare poi la realizzazione finale ,a sorpresa della stessa stilista ,dell’abito rosso ,foderato di crinolina nera; un capolavoro della sartoria italiana.
La critica ufficiale del resto ha tributato al film riconoscimenti come;