Non dico basta, perché ancora non finisce perché pese a tutto, ancora fiore sboccia germogli d'ogni sono lì pronti. Perché sempre torniamo sui nostri passi, su sentieri già battuti mile volte, avvolti di bruma che toglie il fiato e ci si sbaglia, ancora.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché malgrado questo grigiore che ci avvolge e soffoca, resta quel poco di pensiero, se pur onnubilato, per riflettere.
Non dico basta, perché ancora non è finita si può percepire timidamente ancora, il cinguettio fremere al mattino.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché c'è da piangere ma anche tanto per cui, vale la pena ridere a squarciagola.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché ci sono infinite sfide d'intraprendere perché se non mi ci butto sarà stato un semplice forse.
Non dico basta, perché ancora non è finita finché ci sia aria da riempire polmoni, voce per canticchiare oppure urlare, occhi per vedere tutto, il bello, pure quello che no sopporti.
Ma, nel caso, il tempo si ostinasse con me, sarò io a dire la mia.
Quando ho iniziato a scrivere, non sapevo da dove iniziare, ancora oggi sono confusa, nel cosa…
Volevo scrivere e basta, avevo bisogno di trasmettere, di condividere, ma no, come nei social, a mio parere molto più, se mi passate la parola, superficiali. Scrivevo e non riuscivo ad arrivare alle persone, mi sentivo no capita, ho addirittura, giudicata.
Qui, ho trovato un posto molto accogliente, come per tanti che abbiamo fatto un salto nel vuoto, lasciando ognuno la loro terra.
Non ho mai aspettato niente di nessuno, né i likes, né parole belle nei miei confronti. Sorpresa mia, non sono da sola, non mi sento sola, anche sé nel quotidiano lo sia e affrontare, malattia, famiglia e quello che arriva improvvisamente, e non aspetti.
Volevo solo ringraziare ogni singola persona che mi ha letto, ha lasciato qualche parola o messo un mi piace.
Non avete idea del peso psicologico che possiede, in positivo!!! Anche sé, quest’anno è stato davvero duro per me.
RINGRAZIO A TUTTI VOI!
Avete alleggerito ogni singolo giorno di quest’anno, mi auguro di cuore che proseguirà…
Ne avevo tanti… già, sin da quand’ero piccola, alcuni sbiaditi con il passar del tempo, altri avrei voluto proprio cancellarli con qualcuno sono riuscita, e quelli immancabili dove voglio ancora oggi tuffarmi, perché puri, nobili, sinceri, pieni d’affetto, amore e perché no passione.
I ricordi non li possiamo maneggiare come cartelle in ufficio; non possono essere classificati, belli, meno belli, brutti…
Sono sempre in aguatto, di quando in quando giungono, sempre senza preavviso, ti fanno sorridere a creppa pelle e mille volte piangere, non solo di malinconia…
Parlano, parlano d’un tempo che fu, parlano di passato, immagini che trafiggono il cuore che pensavi non siano mai esistiti..
Uno dei tanti ricordi è, che ho accumulato una quantità non indifferente perciò, ho deciso di starne un pò alla larga e ho fatto un giardino chiuso con un lucchetto in bronzo. A volte penso d’essere troppo rigida e torno adagio; oltre i miei fiori e cespugli preferiti.
Tolgo il lucchetto, apro la porticina e le cerniere fanno il classico rumore di mancanza di cura, do uno sguardo intorno a me, una tiepida brezza, con profumo di libri ingialliti mi da il benvenuto, il cappello vola dalla mia testa e oscilla fra foto vecchie, fa un giro di farfalla e compare sul muretto che divideva casa mia con quella dalla vicina.
Poi impazzita dalla mia presenza ruota e cambia direzione, mi porta verso un cielo stellato e mi ci vedo sdraiata sul pratto, nel buio della notte, sdraiata, fa caldo, ho solo una leggera camiciola in raso, le braccia incrociate dietro la testa e naso in su e le palpebre che aprono e chiudono lentamente, e le pupille che rimpicciolliscono e allargano, non perdono le sconfinate forme che le stelle formano…
D’un tratto, tutto è finito. Si vede che il lucchetto è tornato al suo posto, la prossima occasione porterò con me un rametto dei fiori del sentiero che conduce al giardino e dell’olio!, per aggiustare la porta… tuttosommato, son parte di me; anche d’essi, dovrei prendermi cura.
Perché il calcio e la letteratura non vanno d'accordo?
La letteratura, snobba il calcio?
Qatar, tremendo baccano! Mille motivazioni...e pesanti. Qatar, posto degno di ospitare, non solo una Copa del mondo, bensì, qualsiasi evento?
Un paese che non conosce o non ri(conosce) l'essenzialità dell'essere umano, cioè, libertà, dignità della donna, degli uomini, bambini, democrazia?
Secondo me, come atto di protesta, le finali, non si dovevano giocare. Perché?
Condannato a morte l'ex calciatore Amir Nasr-Azadani (iraniano), giornalisti esteri morti in situazioni parecchio dubbiose,e l'elenco si alarga.
E dopo ché Infantino, Macron e GRANDI POTENTI, E SOPRATTUTTO RICCHI sceicchi dell'oriente, che danno un gran contributo soprattutto alla Francia, non potevano aprire bocca riguardo a ogni tipo di violenza che domina quelle terre aride e fa stragi ogni giorno, senza che i giornali lo raccontino.
Ho tante domande che girano nella mia mente, tutte disorganizzate.
E ad un tratto, quando si dava per scontato il favorito. Lo sport, ha avuto la meglio?
E ti ricordi della idiosincrasia d'un popolo moralmente avatuto, governanti che li hanno tolto tutto, pure la voglia di credere in qualcosa di bello, perché questo popolo, non ricorda più quand'è stato, quand'è successo.
Questo popolo, così come il Brasile, l'Italia, vivono il calcio come parte dell'essere ed è una motivazione per andare avanti.
A discapito di tutto e tutti, ha vinto l'Argentina.
PIERPAOLO PASOLINI e il calcio letterario
Account Twitter Retro Football
«Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro»
Uno spirito libero
Pasolini è stato un personaggio controverso, sempre controcorrente, un genio. Il grande Pier Paolo Pasolini ha vissuto la vita come amava viverla. Non si è fatto zittire da nulla, è stato sempre in prima linea. Da intellettuale, ha sperimentato tutti i generi artistici esistenti, in tutti i quali ha lasciato la sua impronta. Si definiva principalmente un poeta urbano, uno di quelli che pongono domande, sono curiosi, scrivono. Questo era anche il suo modo di vivere una delle sue grandi passioni, quella che non ha mai nascosto: il calcio e il suo Bologna.
Provocatorio come regista, come saggista, come sceneggiatore e come poeta, Pasolini era uno spirito libero. Comunista convinto, che si è confessato in circostanze avverse, si è anche dichiarato omosessuale dopo aver vissuto un’infanzia difficile.
Vincenzo di Maso,
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione
Un día del año 1830 cierta prostituta fue estrangulada en las afueras de Nueva York. Varios testigos vieron huir al asesino, pero no pudieron distinguir su rostro, aunque advirtieron que iba uniformado como los cadetes de West Point.
Las investigaciones efectuadas por los agentes de la ley dejaron constancia de que aquel día todos los cadetes tenían una coartada irrefutable, con solo dos excepciones.Uno de los posibles sospechosos era el joven Jack Marlowe, muchacho de buena familia y expediente intachable. El otro era un individuo de costumbres disolutas y mente algo desequilibrada, al que sus escasos amigos solían llamar Eddy.
Con semejantes antecedentes, no es de extrañar que este último se convirtiera en el blanco de todas las sospechas. O, mejor dicho, de casi todas, pues uno de sus compañeros había hecho buenas migas con él y creía en su inocencia. Así pues, Robert Reynolds decidió investigar el caso por su cuenta, para echarle una mano a su amigo Eddy antes de que alguien decidiera ahorcarlo.
Aquella noche consiguió salir de la academia sin que su fuga fuera advertida y se acercó a la ciudad, concretamente al depósito de cadáveres. Tras sobornar al guardia, examinó el cadáver de la desdichada prostituta y, tras hacerse con una buena lupa, examinó atentamente las marcas que los dedos asesinos habían dejado en su cuello. Tras una larga observación, se guardó la lupa en el bolsillo y se dijo:
-A juzgar por la posición de las marcas, quien asesinó a esta desgraciada debía de tener unas manos bastante grandes. Las de Eddy son más o menos como las mías (lo sé porque nos hemos echado unos cuantos pulsos). Las de Marlowe no sé cómo serán, nunca me he fijado en ese detalle. Pero él es un hombre bastante alto y fuerte, así que lo lógico sería pensar que tiene unas manos grandes. Pero aquel era un indicio demasiado vago para satisfacer a Reynolds.
Además, Marlowe no era de los que frecuentan la compañía de las prostitutas y, desde luego, no estaba loco. ¿Qué razón podía tener para matar a una desconocida?
Entonces Reynolds decidió acercarse al barrio donde se había cometido el crimen y, tras otro soborno, pudo hablar con una compañera de la víctima. Esta no tenía ni idea de quién podía haber estrangulado a la pobre Betty, así que Reynolds optó por preguntarle directamente:
-¿Le habló alguna vez su amiga de un cadete llamado Marlowe?
La apenada prostituta caviló en silencio durante unos segundos y luego dijo:
-Creo que no. Recuerdo que hace pocos días Betty mencionó a un tal Marlowe, con el cual se había acostado varias veces. Pero, por lo que dijo de él, debía de ser un pez más gordo que un simple cadete. Además, lo mencionó precisamente para decir que había muerto.
Como aquella línea de investigación parecía cerrada, Reynolds se despidió de la prostituta con una generosa propina y volvió a West Point antes de que alguien notara su ausencia.
Una vez allí, buscó a un veterano ordenanza llamado Seymour. Este era un hombre astuto, que, sin ser amigo de nadie, conocía los entresijos de todo el mundo.Normalmente era un tipo discreto, pero Reynolds obtuvo el placer de su conversación a cambio de unos cuantos dólares. Tras asegurarse de que nadie los escuchaba, le preguntó:
-Seymour, ¿sabe si recientemente ha fallecido algún pariente del cadete Marlowe?
-En efecto. Y me extraña que usted lo haya descubierto, porque es un asunto del cual se ha hablado muy poco por estos lares. El hermano mayor de Marlowe murió la semana pasada, después de que se disparara por accidente la pistola que estaba limpiando. Ya sabe: la típica tontería que se cuenta para ocultar un suicidio.
-¿Y qué motivo podía tener ese hombre para suicidarse?
-Según tengo entendido, iba a casarse con una señorita de alta alcurnia, pero el compromiso se rompió bruscamente pocos días antes de la boda. Al parecer, ese individuo quiso comer entremeses antes del banquete nupcial y hubo un entremés que no mantuvo la boca cerrada. No sé si me entiende.
Da Tenor
Reynolds entendía perfectamente y pensó que la pobre Betty había sido un entremés demasiado parlanchín. Si el hermano de Jack Marlowe se había suicidado por culpa de sus habladurías, entonces ya había un móvil para el asesinato. El cadete Marlowe podía ser un hombre irreprochable en muchos aspectos, pero en varias ocasiones había manifestado un carácter arrogante y vengativo, incapaz de perdonar.
Tras unas palabras de Reynolds con el jefe de policía, se procedió al arresto de Jack Marlowe, quien consiguió escapar antes del interrogatorio. Aquella fuga se consideró un indicio evidente de culpabilidad y así Eddy dejó de ser sospechoso.
Éste abrazó a su amigo Reynolds con lágrimas en los ojos y le dijo:
-Muchas gracias, Robert. No sabes cuánto te debo.
-No exageres, Eddy. De todas formas, no había ninguna prueba contra ti.
-No me refiero a eso. Ya sabes que quiero ser escritor cuando abandone esta maldita academia. Y tú me has inspirado la creación de un nuevo género literario.
Varios años después Eddy, cuyo nombre completo era Edgar Allan Poe, creó la literatura de misterio.
Madrid, 25 ott. – E’ tornato alla luce il violino che Frida Kahlo (1907-1954) regalò a Lev Trockij (1879-1940), esiliato nella sua casa di Coyoacán tra il 1937 e il 1939, dipinto a mano e dedicato dall’artista messicana al leader comunista rivoluzionario. Dato l’interesse per tutto ciò che ha a che fare con la Kahlo, icona culturale venerata , lo strumento musicale sarà offerto prossimamente all’asta con una stima intorno ai 50 milioni di euro.
“E così, come in una meravigliosa eresia, saranno le onnipotenti case d’aste Sotheby’s e Christie’s a dare un prezzo all’amore comunista di Frida e Trockij che si concluse con l’assassinio del politico russo per mano dello spagnolo Ramón Mercader”, scrive il quotidiano spagnolo “El Mundo” dando la notizia della scoperta del violino in Spagna. Nel novembre 2021 l’autoritratto “Diego e io” di Khalo è stato venduto a New York per 34 milioni di dollari, battendo ogni record per un artista latinoamericano. E presto il violino potrebbe polverizzare il precedente primato raggiunto dalla Kahlo.
Nessuno sa in quante mani sia passato il violino prima di arrivare all’attuale proprietario che, sospettando che si trattasse di un pezzo autentico, ha contattato Javier Gallego, di Gallego y Sánchez Rollón Asociados di Madrid, esperto di arte e perizie, per certificare che sia i disegni che la dedica erano opera di Frida Kahlo. Sullo strumento musicale si legge: “Un uomo senza patria è come un vecchio violino senza corde, spero che molto presto ritrovi la sua patria e la sua casa, il suo ideale e la sua lotta, e torni a essere il direttore d’orchestra della storia mondiale. Cordiali saluti, Frida Kahlo”. Sul retro, l’artista ha disegnato due farfalle e, all’interno di un sole nero, il simbolo della falce e martello.Romanticismo e politica si fondono nelle sue pennellate donchisciottesche e nel suo tratto ingenuo. Gallego è stato incaricato di coordinare il team di esperti che ha analizzato l’autenticità del violino. Guillermo Pastor Vázquez, presidente dell’Associazione nazionale degli esperti di calligrafia, è stato incaricato di verificare la calligrafia e la firma. Una società spagnola ha confermato, attraverso lo studio dei pigmenti, il violino fu dipinto negli anni ’30 e che alcuni dei colori utilizzati erano in uso solo in America Centrale.
Per quasi due anni, Trotsky fu ospite dei Rivera – Kahlo, nella famosa “casa azul”, anch’essi appartenenti al partito comunista. Fu in quella frangente di tempo, che Kahlo è Trotsky furono amanti, dicono una vendetta della Kahlo, dopo scoperta l’avventura amorosa di Rivera con la sorella minore di Frida.
Dal web
Il risultato, quindi, è stato conclusivo: Frida Kahlo dipinse il violino e quindi lo regalò anche al suo amante. Ora che l’attribuzione alla Kahlo è stata confermata, il violino è un pezzo super ghiotto per le grandi case d’asta, dove probabilmente finirà.
León Trotsky
Breve biografia:
Lev Davidovich Bronstein, nato a Yanovka, Ucrania, 1877. Rivoluzionario russo. Nato in una famiglia ebrea da genitori propietari di terre che lavoravano come agricoltori. Studia Diritto alla università di Odessa. Già da giovane, partecipò nella opposizione clandestina contro il regime autocrata dei Zar, organizando una Lega Operaia del sud della Rusia. Muore assassinato a Coyoacán, México, 1940.
E siamo qui; ancora. Il sole immutato offre il suo candore più vitale come se no fossimo ad un passo di Natale, come se no fossimo in guerra.
Il mare increspato, le sue onde che colpiscono la pietra, una, due, infinitamente è sempre lui, semplicemente cambia colore secondo le sue emozioni.
Qualche telo copre la fine sabbia e uno ch'alto umano si fa abbraciare dall'acqua.
La maggior parte delle piante, con un verde e brillante fogliame, qualcuna di loro ingiallita per terra e un timido fiore ancora nasce trionfalmente.
Per quanto mi riguarda, m'affascina il lago, mi rassicura; quando giovane, sfidavo le onde in mare aperto con la gagliardia propria della spensieratezza, addirittura pazzia osserei.
Adesso mi cula il calmo e sereno, quando le gocce l'ho stuzzicano la sua pelle si'arriccia e i pesci vanno a rifoccillarsi.
E io osservo. Pensieri; tanti.
Vincitori e vinti, siamo qua, nessuno va molto lontano. Su oppure giù...
Lo so, è di giorni fa, pubblico solo oggi perché sono stata travolta da tante situazioni da risolvere e non postergabili. Quella giornata era bellissima e quel sole fu l’ultimo; preludio d’un autunno che arrivò proprio il giorno successivo.
Si fa mattino, le ultime gocce scorrono Pulito cielo, lavato, azzurro I fusti coperti a punto d'esplodere da tant'acqua, che un tiepido sole non prosciuga mai.
I peccatori oggi stanno meglio La salvezza da la su è arrivata purificando possibili vizi, traviamenti; la schiena è meno pesante, si cammina adagio.
Passi leggeri si mescolano nel frastuono del brulicante paessaggio.
Sorto come la fenice, dall’oscuro nulla e infame o dal fuoco amagliante e accogliente dell’universo.
Ho spalancato finestre, lenzuole scaraventate contro il muro ma… ossa e carne, sono troppo deboli ancora per disfarmene.
Successione infinita di fotogrami, pasato a colori, presente nero bianco, il futuro non s’intravede chissà, magari è più vicino di quanto pare, ragomitato, la giù, in un angolo dietro il lampione fuori.
Trascorrono le ore, il mio andare è affannoso e lento, direi affaticato e poco imbogliato.
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Per oggi non ho molte aspettative, né fisiche, né mentali; quindi magro uso d’un mecanismo perfetto ( quasi)…
Distrutta giaccio, in modo informe, un’ammaso non ben preciso;
Carne adesso più molle con osse che inchiodano da per tutto dando molto fastidio.
Pure la lenzuola sembra pungere, quando in altri momenti non te ne accorgi nemmeno ch’è lì, in entrambi casi, raccoglie sudore che il corpo emana, talvolta sono due che depurano la pelle e la lenzuola serve come corda ferma da dove afferrarsi.
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Oggi sola; sofferenze al musculo (che domina tutto), irriggidito dalla vita, dal passare del tempo, da tanti vocaboli detti a sua volta col rigor della delicatezza; rimasti incisi a sangue però;
in atessa siano cancellati… ma non credo accada. Neanche un profondo vento di scirocco porterebbe con loro.
Per ora, mi devo accontentare, far passare il temporale, ma remare da sola ogni volta si fatica di più.
Di Frida la loka
Ci sarà un domani o un dopodomani e ci sarà pure il sole, anche sé il vento gelido mi darà quattro sberle in faccia. Sarò pronta per aprire le finestre e fare un accumulo di carne, lenzuole e ossa.. e fare pulizia.
Non molto tempo fa, la mia persona ha ricevuto una, potremo denominarla, segnalazione?, già; la chiamo così perché è quasi come un atto di denuncia, un ammonimento , da far notare che hai qualcosa in te che non va.
Essa, dopo essere stata raggirata mile volte con parole a vuoto, senza arrivare al dunque, semplicemente dire quello che ” secondo questa persona” ha riferitomi, mi ha fatto scoppiare dal ridere.
– ” HAI BISOGNO DI UNO PSICOLOGO “…
Silenzio… nel mentre facevamo una passeggiata, continuiamo a camminare muti. Mentre pensavo e riflettevo. Dopo un paio di metri, che non è che posso fare una gara di corsa; mi fermo ed inizio a raccontare minuziosamente, ogni singola avventura o disgrazia che ho dovuto subbire da quando questa nuova ” me “, ha deciso di cercare di andare avanti, lasciando dietro delle ombre nere come la pece che non andranno mai più via e mi perseguitano, là dove vada.
E pure mi potrà un giorno semmai se l’ha sente, ringraziare, perché ho tagliato parecchio di ogni singolo episodio, come ad esempio, stare per venti e passa giorni in coma e non precisamente indotto. Nel senso che oggi avrei potuto interagire, ma non certamente molto earthly.
Evidentemente è un percorso chirurgicamente ( questo aggettivo si adicce proprio al caso) complesso, che non è finito e non finira mai, finché magari la scienza si evolva e trovi una cura, sè redditizio per altri, meglio, caso contrario sarò alla frutta.
Ovviamente non potrà mai capire, che, altro che psicologo! Ho bisogno d’un team di professionisti, i migliori nel campo, che lavorino in squadra, cosa veramente utopica… un team!
Chi non è pronto oppure letteralmente non interessato ad ascoltare non potrà mai capire perché, sí, ho bisogno d’uno psicologo, con cui sfogare la mia ira o profonda tristezza, uno psichiatra bravo! A darmi i farmaci giusti, un neurochirurgo, che abbia mani d’un Canova, d’un Michelangelo! Uno che stia dietro a minimizzare i dolori quando sono insopportabili, un medico di base che quando prendo appuntamento da lui, lo trovi con buona pace di dio, sveglio!
Insomma, credetemi, finché non siete da questa parte della trincea, non saprete mai cosa significa vivere una vita a metà, la testa percorre cento in cinque minuti, il mio corpo martoriato l’ho fa in venti. Nemmeno io l’ho pensavo fino a tempo fa.
Quando tocco questo argomento a me tanto doloroso, inesorabilmente viene al mio pensiero quei furbetti dell’ INPS, che per prendere una pensione perché disabile, mal messa per lavorare, ma non lo suficiente per prendere la pensione e accompagnamento. Per loro anche in questo claustro siamo dei semplici numeri, che facendo la media, per una percentuale, non mi danno il centone.
E allora son altri tipi di dolori quando inizia il momento di prenotare specialisti privatamente.
PS: non sono il tipo di ” poverina” , ecc. Magari quest’è il karma che devo vivere per saldare conti passati in un’altra vita, chi lo sa…
Mi hanno raccontato che le muse son "desaparecidas". Che parolieri; romantici; scrittori; sognatori; anzi che scrivere, piangono la loro assenza sorpresi, straniti; perdere le muse; come perdere la bussola.
Preoccupazione e incertezze assalgono, In atto, una mareggiata che arrassa con tutto quel'che trova nella sua corsa. Senza fonti d'ispirazione; vagano come zombies penna in mano, taccuino nell'altra.
Taccuino pieno di pagine ingiallite vuote e anche l'anima... Son " desaparecidas", che nessuno le ha visto in giro; corpi dei lineamenti delicati e volutuosi. Veli trasparenti ricamati saggiamente, che nella pudicizia, lasciano intravedere l'ombra o contorno d'un seno; un fianco... camuffati da lunghi e affascinanti cappelli ondeggianti donando alla pena, vita eterna, mille lodi; disperse nel nulla. Chissà sé Calliope smorza un'acenno di sornione sorriso?
Gli amanti delle muse, sono a secco, in attesa incerta Aspettano loro ritorno. Chissà sé lo faranno?... E i Dei? Vigorosi, incisivi, anch'essi sembra siano nel inferno, catapultati sotto terra? Tempo addietro, girovagavanno nel cosmo infinitamente stellato ed offrendo delle folgorazione mistiche. Mari burrascosi!, venti in tempesta!, preannunciavano l'ira! Oppure oggi, adagiati su qualche dirupo, corpi scolpiti, scrutano l'ira dell'uomo. Probabilmente lasciano a noi, le scelte, le decisioni, i patti, l'ordine, non divino, ma ordine...
"Provate voi a essere donne con il coltello alla gola le gambe aperte e la pistola puntata alla tempia.
Provate voi a essere donne la costola di Adamo la polvere di stelle gli assorbenti con le ali le ali senza vento, in caduta libera.
Provate voi a essere donne a morire come foglie calpestate come foglie bruciate come foglie.
Provate voi ché noi siamo stanche di mettere al mondo uomini che ci tagliano la vita e ci seppelliscono che ancora respiriamo."
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Breve biografia:
Laureata in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, ha esordito nella scrittura nel 1993 con l’antologia in floppy disk Storie di bambini, donne e assassini, Del 1995 è il suo esordio a stampa, con O ridere o morire, edito da Marcos y Marcos.
Scrittrice versatile, si è cimentata in vari generi: dal noir, alla letteratura per ragazzi (quest’ultima edita da EL, di cui ha diretto la collana “I corti”; con Walt Disney in collaborazione con Nicoletta Vallorani) al teatro. Costretta fin dall’età di 16 anni su una sedia a rotelle a causa della rottura di una vertebra per un tuffo in acque troppo basse, ha descritto con stile asciutto il suo percorso di vita nei dieci mesi successivi in Sirena, Moby Dick, Faenza 2001. Il libro è considerato un long seller e ha avuto varie ristampe: nel 2004 con Salani, nel 2007 con TEA e nel 2014 con Laurana Editore. (Wikipedia).
Cielo azzurro infinito, qualche batuffolo bianco sparso. Aria fresca, sole timido, tutto inerte, quiete, silenzio, tempi d'attesa; attesa di cosa, attesa d'una fine o d'un nuovo inizio...
Cielo azzurro infinito; ti traffiggono con missili; vedo un velivolo solcare il tuo blu forzando l'evento, facendo un'incizione che sputa di rosso; fessura che fa male, tempo per riparare la ferita, ci vorrà...
L'utero della terra piange, ambivalenza emotiva, voglia d'un futuro promettente, qualcosa di bello, sorridere. Poi la vita emerge, ancora una volta, hai presso il sopravvento e hai vinto...
Quando io me ne vada, non voglio che piangi, resta in silenzio, senza dire una parola, vivi ricordi, dai conforto all'anima. Quando mi addormenti, rispetta il mio sonno, per qualche motivo mi addormento; per qualche motivo me ne vado. Se senti la mia mancanza, non pronunciare nulla, e nell'aria con paso molto delicato, cercami nella mia casa, cercami nei miei libri, cercami nelle mie lettere e tra fogli scritti in fretta. Mettiti le mie camicie, mettiti il mio sweater, il mio cappotto, puoi usare tutte le mie scarpe. Ti presto la mia stanza, il mio cuscino, il mio letto e quando faccia freddo mettiti le mie sciarpe. Puoi mangiarti tutto il cioccolato e bere il vino che ho lasciato da parte. Ascolta quel brano che mi piaceva tanto, usa il mio profumo, e annaffia le mie piante. Se coprono il mio corpo, non darti pena, Corri verso lo spazio, libera la tua anima, accarezza la poesia, la musica, il canto e permetti al vento giocare col tuo viso. Baccia per bene la terra, bevi tutta l'acqua e impara la lingua viva degli uccelli. Se ti manco troppo, nascondi il fatto, cercami nei bambini, nel caffè, la radio; e nel posto; quello dove mi ocultavo. Mai pronunciare la parola morte. Talvolta è più triste vivere dimenticato a morire mille volte ed essere ricordato. Quando mi addormenti,non portarmi dei fiori ad un'ammara tomba. Urla con tutte le tue forse viscerali che il mondo è vivo e continua la sua marcia. La fiamma accessa non si spegnerà per il solo evento di non esserci più. Gli uomini che "vivono" non muoiono mai, si addormentano a tratti, a tratti piccoli e il sogno infinito è solo una escusa. Quando io me ne vada, stendi la tua mano sarai con me sigillata, in contatto e anche sé non mi vedrai, e anche sé non riuscirai a toccarmi, saprai che per sempre resterei al tuo fianco. Allora, un giorno, sorridente e vibrante, saprai che son tornato per non andarmene più.
( Adattazione e traduzione: Frida la loka)
Breve biografia:
Poeta narratore e drammaturgo di tagettoria a livello internazionale. Assessore culturale, dall’anno 2000 ad oggi, direttore di Cultura di Vicuña Mackenna ( Córdoba – Argentina). Lavora come proffesore di Lingua e Letteratura. Nel suo lavoro letterario ha lavorato su diversi generi. Ha nel suo avere 20 libri con pubblicazioni di antologie con scrittori di tutto il mondo. Alcuni dei suoi libri; “Zona gris”(teatro), ” En Voz Baja- Reflexiones” (2008), ” Con el Sello del alma” ( poesia e prosa poetica- 2010). Ha partecipato in congressi poetici in Cile/ EE.UU. E autore del famoso poema ” Cuando io me ne vada”.
L'autunno, una volta lo guardavo in ogni sua mossa; lenta e parsimoniosa, pregustavo quell'accenno d'aria fredda che accarezzava la pelle, i profumi erano delicati, direi quasi fragili, come lui.
Era un'attesa desiderata; stimolante, allora i suoi colori diventavano luminosi brillanti e io mi accendevo, brillavo anch'io. L'attesa ne valeva la pena.
Il mio essere dipendeva dai sui sussurri, le sue mosse... atteggiandomi accomodantemente nei suoi confronti.
I fiori appassiti in una brocca in vetro verde; si intravede l'acqua sporca oramai, ammuffita, saranno giorni che sono lì, ad aspettare...
(Tradotto e ripubblicato da Frida la loka) – Lombardia
È morto l’argentino candidato al Nobel di Letteratura 2022. Si chiamava Noé, e con i suoi 94 anni, era il patriarca degli scrittori argentini. Esiliato dovuto alla dittatura.
Era Cavaliere delle Arti e delle Lettere in Francia e quest’anno, candidato al Premio Nobel.
《Non l’ho mai conosciuto, ma quando lesse la saga ” Africa “, mi recapito un commento molto riconoscente, esagerato sicuramente, oggi compare nella sovraccoperta dei miei 5 libri》
H. Lanvers
Dicono ch’era l’uomo più esperto nella Letteratura argentina e non solo, a livello umano era un brav’uomo e molto onesto, come successe con Borges. Il Premio Novel ha perso un’altro personaggio incredibile.
Fra mille e mille di alunni e lettori che lo ricorderanno con affetto se n’è andato il vecchio saggio della Aldea della Cultura argentina .
Abbiamo perso a Noé Jitrik .
Ha diretto una monumental opera composta da 12 volumi, intitolata ” Historia crítica de la literatura argentina” (Storia critica della letteratura argentina), che scrisse tra tanti altri libri.
Foto a sinistra: Jitrik con lo scrittore J. Saramago* in attesa della cottura della grigliata nel cortile della legendaria Libreria Notanpuán, in San Isidro, Buenos Aires.
*(José de Sousa Saramago è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore portoghese, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998). Wikipedia.