Andrea Camilleri: Il maestro del giallo mediterraneo

Andrea Camilleri foto Wikipedia

Andrea Camilleri: Il maestro del giallo mediterraneo

Andrea Camilleri, uno dei più celebri autori italiani del XXI secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della letteratura con la sua serie di romanzi dedicati al commissario Montalbano. Con il suo stile unico e coinvolgente, Camilleri ha saputo creare un universo letterario che combina abilmente il genere del giallo con una vibrante rappresentazione della Sicilia e della sua cultura.

Nato a Porto Empedocle nel 1925, Camilleri ha vissuto una vita ricca di esperienze e influenze che hanno plasmato la sua scrittura. Dopo una carriera come regista teatrale e televisivo, ha iniziato a dedicarsi alla narrativa, conquistando il pubblico con il suo primo romanzo del 1994, “La forma dell’acqua”.

Tuttavia, è con la serie di romanzi incentrati sul personaggio del commissario Montalbano che Camilleri ha raggiunto il successo internazionale. Attraverso le indagini del cinico, ma umanamente imperfetto, commissario, l’autore ha creato una trama avvincente e una ricca galleria di personaggi che riflettono le dinamiche sociali e politiche dell’isola siciliana.

Il fascino dei romanzi di Camilleri risiede nella sua capacità di trasportare i lettori in un affascinante mondo mediterraneo. Le descrizioni vivide dei paesaggi, degli odori e dei sapori della Sicilia si fondono con la trama del giallo, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. La scrittura di Camilleri è vivace, ricca di ironia e di dialoghi pungenti che catturano l’autentico spirito siciliano.

Oltre all’intrattenimento, i romanzi di Camilleri affrontano temi sociali complessi. La corruzione, la criminalità organizzata, le tensioni culturali e politiche sono solo alcuni degli argomenti che l’autore esplora nelle sue opere. La critica sociale presente nei romanzi di Montalbano ha reso le storie di Camilleri ancora più rilevanti e amate dal pubblico.

La fama di Camilleri ha superato i confini italiani, raggiungendo un pubblico internazionale. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue, consentendo a lettori di tutto il mondo di apprezzare il suo talento narrativo e la sua capacità di catturare l’essenza della Sicilia.

Andrea Camilleri è stato un autore che ha segnato un’epoca nella letteratura italiana. La sua abilità nel combinare il giallo con la cultura e la società siciliana lo ha reso un maestro indiscusso del genere. La sua eredità letteraria rimarrà per sempre, continuerà a influenzare le generazioni future di scrittori e a incantare i lettori con le sue indimenticabili storie.

In conclusione, Andrea Camilleri è stato un autore straordinario che ha saputo creare un mondo letterario avvincente e unico. La sua serie di romanzi dedicati al commissario Montalbano ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama della letteratura gialla, offrendo al lettore un’esperienza coinvolgente e un viaggio nell’anima della Sicilia.

I movimenti sociali nell’era dei social media: Le manifestazioni di protesta nella società odierna

I movimenti sociali nell’era dei social media: Le manifestazioni di protesta nella società odierna

Oggi qualsiasi evento, anche il Salone del libro di Torino, diventa un occasione per manifestazioni di protesta, con questo teniamo a precisare che non vogliamo entrare nel merito dei contenuti della protesta che si è svolta ieri a Torino ma semplicemente fare alcune considerazioni su un fenomeno sociale dell’attuale epoca:

Ci possono essere diverse ragioni per cui gli eventi, incluso il Salone del libro di Torino, diventano occasione per manifestazioni di protesta:

Visibilità pubblica: Gli eventi di grande portata, come il Salone del libro, attirano l’attenzione dei media e di un vasto pubblico, offrendo alle persone la possibilità di far conoscere le loro preoccupazioni e richieste attraverso le manifestazioni.

Accesso a un pubblico ampio: Gli eventi di questo tipo attraggono spesso una vasta gamma di partecipanti provenienti da diverse sfere della società, offrendo alle organizzazioni e ai movimenti la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio con il proprio messaggio.

Questioni rilevanti: Gli eventi culturali e letterari come il Salone del libro possono essere collegati a questioni sociali, politiche o culturali che generano controversie o disaccordi. Queste questioni spesso diventano il centro delle manifestazioni di protesta durante tali eventi.

Piattaforma per l’espressione: Gli eventi pubblici sono spazi in cui le persone possono esprimere le proprie opinioni e protestare pacificamente per richiamare l’attenzione sulle questioni che considerano importanti. L’organizzazione di proteste durante gli eventi può essere considerata un modo per sfruttare questa piattaforma di espressione.

Coinvolgimento politico: Gli eventi di grande rilievo possono diventare terreno fertile per le manifestazioni politiche, dove le organizzazioni e i movimenti cercano di promuovere le proprie cause o criticare le politiche attuate.

È importante notare che non tutti gli eventi diventano automaticamente occasione per proteste. Tuttavia, quando ci sono questioni rilevanti o dibattute nella società, gli eventi pubblici possono essere scelti come luogo di manifestazioni di protesta per attirare l’attenzione e far sentire la propria voce su tali questioni.

Nella società odierna, ci sono diverse dinamiche e tendenze che possono influenzare il modo in cui le persone si esprimono attraverso le proteste e le manifestazioni. Ecco alcune delle caratteristiche salienti:

Movimenti sociali: Ci sono numerosi movimenti sociali attivi in tutto il mondo che si impegnano per una vasta gamma di cause, come i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la giustizia sociale, l’ambiente e molto altro. Questi movimenti spesso organizzano manifestazioni di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere il cambiamento e far sentire la propria voce.

Utilizzo dei social media: I social media hanno un ruolo significativo nelle manifestazioni di protesta nella società odierna. Piattaforme come Twitter, Facebook, Instagram e YouTube consentono alle persone di organizzarsi, diffondere informazioni, condividere testimonianze e mobilitare sostenitori per le cause che promuovono.

Preoccupazioni ambientali: La questione del cambiamento climatico e dell’ambiente è diventata sempre più importante nella società odierna. I movimenti come Fridays for Future e Extinction Rebellion hanno organizzato manifestazioni di protesta in tutto il mondo per richiamare l’attenzione sulle questioni ambientali e chiedere azioni concrete per affrontarle.

Polarizzazione politica: La polarizzazione politica può portare a tensioni nella società e alimentare manifestazioni di protesta. Le persone possono protestare contro le politiche del governo, le disuguaglianze sociali, l’ingiustizia economica o altre questioni legate alle divisioni politiche.

Questioni di giustizia sociale: La lotta per la giustizia sociale e l’uguaglianza è un tema centrale nelle proteste attuali. Le manifestazioni si concentrano su questioni come il razzismo, la brutalità della polizia, la discriminazione di genere, l’omofobia e la xenofobia, cercando di portare cambiamenti significativi nel trattamento e nei diritti delle diverse comunità.

È importante sottolineare che le manifestazioni di protesta possono assumere forme diverse a seconda del contesto sociale, politico e culturale specifico di ogni paese e regione. Le proteste possono essere pacifiche e mirate a sensibilizzare l’opinione pubblica o possono sfociare in tensioni e conflitti. La società odierna è caratterizzata da un’ampia gamma di preoccupazioni e movimenti che riflettono la diversità di opinioni, valori e lotte per il cambiamento.

L’Eroe di Marianne Moore

Poetessa americana appartenente al movimento modernista

almerighi

Marianne Craig Moore (Kirkwood, 15 novembre 1887 – New York City, 5 febbraio 1972) è stata una poetessa e scrittrice statunitense appartenente al modernismo

Come Pilgrim, costretto ad andar piano
a trovare il suo rotolo; stanchi ma pieni di speranza –
non essendo speranza la speranza
finché non sia svanito ogni motivo
di speranza; e indulgenti, pronti a considerare
l’errore del proprio simile
col cuore di una madre –
donna o gatta.

*

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COMPARSE ENIGMATICHE

quandolamentesisveste

Giocano utopie  di fiati ammansiti
nel moto effervescente di ragione
stondato da sintonie in contrasto.
Ingombranti macigni di piombo
accumulati nella stiva del pensiero
accentuano l'elusione d’ingaggi surreali.
Si mescolano a comparse d'amore che vanno e vengono
per poi dileguarsi nel nulla.

E’ in quel nulla che si perde il palmo della mano
inclinato di volta in volta in docili carezze
complici di profondi tessuti raddolciti da sguardi emotivi
rapiti da un silenzio sovrastante le stagioni 
capace oscurare il tempo del sole...
@Silvia De Angelis

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Colloquio di Adélia Prado

Oggi un’eccellenza della poesia brasiliana

almerighi

Adélia Prado (Brasile 1935)

Un uomo qualunque mi domandò:
che cosa pensi del sesso?
Una delle meraviglie della creazione, risposi.
Restò disorientato, poiché confonde le cose
e s’aspettava che io dicessi maledizione,
solo perché prima gli avevo confidato: il destino dell’uomo è la santità.
La donna che mi domandò piena d’odio:
lei si depila là in basso? lo domandò sorridendo,
pensando che così mi poteva meglio assassinare.
Magnifici sono il calice e la verga che contiene,
peloso o no.
Santo, santo, santo è l’amore, poiché viene da Dio,
non poiché uso guanto o rasoio.
Che cosa può contro di lui l’escremento?
Anche la rosa, che cosa può in suo favore?
Se “copre la moltitudine dei peccati ed è benigno,
come la morte duro, come l’inferno tenace”,
riposa nel tuo amore, che starai bene.

*

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L’ILLUSIONISTA, di Silvia De Angelis

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 Nell’encomio di gestualità fuggente

e sul fiato d’occhi

s’addentra

su evanescente amaca

il motteggio sconfinato d’illusionista

Effervescenti dita d’aria

carezzano

chincagli impreziositi

dal lesto mutar di scena

Pomposo

alla vista interdetta

d’un vocabolo d’icone scomposte

nella realtà composta

 si precipita in una scaltra andatura

nella  follia dipinta d’ empirismo

@Silvia De Angelis

Acoustic Alchemy con poesie di Jericho Brown

Premio Pulitzer per la poesia 2020

almerighi

Turno di Notte

Quando vengo toccato, sfiorato, misurato, Io penso a me stesso
Come a un quadro. L’artista lavora, poco importa se non dorme. E io divento
Bellissimo. Non mangio mai. Una volta mi ci misi con un uomo che mi chiamava
Spuntino, Spuntino di Mezzanotte per la precisione. Lasciavo perdere perché mi
Feriva con una violenza che io scambiavo per desiderio. Mi lasciava lì solo
In una stanza della sua casa triste mentre faceva le pulizie o piegava i panni.
Quando sei stato usato per così tanto tempo, non capisci mai quando
Sei finito. La pittura si asciuga. La notte è di tanti colori. Nero e blu
Sono solo due. L’uomo che mi ha meglio dipinto mi guardava sempre come a un
Affare domestico. Come si dice pronto
In francese? Come lo disegni un uomo del turno di notte? Sicurezza
Al museo per non vedenti, lui mangia per stare

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LA CASA DEI MOSTRI, di Silvia De Angelis

Il Palazzo che scende da Piazza Trinità dei Monti, lungo la via Sistina e Gregoriana è chiamato popolarmente la casa dei Mostri perché il portone sulla via Gregoriana si apre in una gigantesca bocca spalancata, con un naso a far da chiave di volta, le guance da cornice e gli occhi con le sopracciglia da timpano; una decorazione bizzarra che si accompagna ai due finestroni fiancheggianti l’apertura. Il tutto è l’unico elemento rimasto del muro, costruito da Federico Zuccari nel 1592 per questo suo palazzo. Un capriccio artistico tra l’orrido e lo stravagante. La costruzione allora non andava oltre un piano nobile, ma all’interno aveva già la splendida serie di sale, tutte decorate dagli Zuccari tra le quali ancora oggi è eccezionale quella detta “della gloria dell’artista”, con le effigi di Federico Zuccari e dei suoi familiari. Alla sua morte nel 1609 lo Zuccari avrebbe voluto che la casa diventasse una residenza per artisti, e invece i suoi eredi vendettero l’edificio ad un certo Toscanella, che lo fece ingrandire da Girolamo Rainaldi; la costruzione fu sopraelevata di due piani.

Entrata di Palazzo Zuccari più conosciuto come la Casa dei Mostri

Nel 1702 il palazzo venne affittato alla regina di Polonia, Maria Casimira, che proseguì il lavoro di trasformazione con l’unificazione dei due corpi di fabbrica ad opera di Filippo Juvara in un rinnovamento del prospetto d ‘angolo sulla Piazza Trinità dei Monti. Così nel 1711 arrivò il portichetto con le 6 colonne, grazie a Maria Casimira, il palazzo divenne anche un centro culturale nella Roma setttecentesca e , tra l’altro, vi furono allestite due opere di Alessandro Scarlatti, inneggianti le gesta contro i turchi del marito, Giovanni Sobieski, re di Polonia.

Con il nuovo proprietario Alessandro Nazzari, l’impronta culturale non venne meno, dato che il palazzo, in parte, diventò una locanda per artisti, esaudendo in sostanza la volontà espressa dallo Zuccari. Vi abitarono tra gli altri il Winckelmann, Louis David, che qui dipinse il giuramento degli orazi, e il generale prussiano Salomon Bartholdy che sponsorizzò l’esecuzione della prima opera collettiva dei nazzareni a Roma. Questi pittori tedeschi affrescarono una sala con le storie di Giuseppe in Egitto, che furono poi staccati e trasportati, nel 1887, alla Galleria Nazionale di Berlino.

Nel 1756 una parte del complesso fu ceduta dal nuovo proprietario, il Marchese Grifoni, ai fratelli delle scuole Cristiane, già insediati nella vicina “casa dei preti”; i quali misero su una scuola, rimanendo qui fino alla costruzione dell’istituto De Merode, alla salita di san Sebastiano, nel 1903. Il palazzo nel 1904 fu acquistato da Enrichetta Hertz che fece costruire sull’aria del giardino, un’edificio a tre piani, con l’ingresso tra le vie Sistina e Gregoriana, secondo un progetto di Mario Cannizzaro; e vi fu incorporata la casa dei preti. Ne venne fuori un grande complesso, nel quale la Hertz raccolse un’importante collezione di quadri e una ricchissima biblioteca.

Il fascino di questa abitazione risultò congeniale alla sensibilità di Gabriele D’Annunzio, che frequentò il salotto della Hertz e l’immortalò nel romanzo “Il Piacere” nel 1905. Alla sua morte la Hertz lasciò allo Stato Italiano la raccolta di quadri, che fu riunita al Museo di Palazzo Venezia; mentre dispose che l’edificio e la Biblioteca andassero al governo tedesco per istituire un centro di studi. Sorse così qui la biblioteca Hertziana, tutt’ora in funzione ed ampliata nel 1963 dalla nuova proprietà della società Maxplank, che ha acquistato l’attiguo palazzetto Stroganof.(WEB)

NELL’IMMENSO INFINITO, di Silvia De Angelis

Perfetta meccanica

racchiusa nel perimetro

d’un estro personale

mosso da eventi inaspettati

a cui assoggettare il pensiero.

Si scivolerà

senza rumore

sulla linea del tempo

ignorandone gli oscuri echi.

Resi lucenti da un’accentuata suggestione

annulleranno briciole d’ombra di luna

sospinte dal soffio d’una presenza interiore

vacante nell’immenso infinito

@Silvia De Angelis

Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero raffigurante 1 persona

VICINISSIMA

quandolamentesisveste

Quasi lacero
papavero
creatura asettica
friabilissima
d’un volo sgualcito
su argute dita di vento.
Assenza totale d’impeto
nell’enorme franchigia
dovuta alla natura.
Solitudine in spicchi di sole
nel vuoto che non è confine
ma il piegarsi 
a una ragione inamovibile
disarticolata
alla pochezza inflitta…
vicinissima alla mia cattedrale
ove non rivolgo prece….
@Silvia De Angelis 

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SENZA PAROLE, di Silvia De Angelis

donna-triste2

E’ il gelo a sopprimere
la lucidità dell’iride
precipitata in un non vedere d’arte disfatta
nelle inflorescenze dolenti di zagare appassite

Sono conflittualità nei pensieri dolenti
discostati da un sensuale brio sulla pelle
nel gemito d’un male luttuoso
abile nel corrodere la logica rituale

Eppur sa ricondurre le linee istintuali
all’imitazione dell’atavico succhiare
il caldo seno materno
nell’adempiente saggio persuasivo… senza parole

@Silvia De Angelis

SCENARI D’EPOCA

quandolamentesisveste

Nell’ormeggio d’una realtà d’echi ubriachi
s’adagiano transiti di logica e ribelli schegge
su balconi senza luce.
Temerarie indagini
inseguono fantasmi nella notte
sfidando lo spazio temporale
che stringe il crepitio di passi.
Vacillanti scenografie dell’attimo
precipitano su orizzonti
surrogato d’enorme malessere
ove lo specchio d’acqua
muta il fondo tinto di velleità…
@Silvia De Angelis 

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Struttura di Alfred Kolleritsch

Dall’Austria

almerighi

Alfred Kolleritsch (1931 – 2020) è stato un giornalista, poeta e filosofo, nato a Eichfeld in Austria fu il fondatore della rivista letteraria Manuskripte.

Che cosa aspetta dall’ultima volta,
tenuto in caldo dallo sguardo all’indietro,
tracce di mele, libri, ombre,
tracce di angoscia, qualcosa di annullato, la felicità?
È nella profondità della camera,
là lo sguardo di lei, il respiro fino all’insuperabile,
comune esser soli.
Nessuna parola dovrebbe sfuggire,
neppure un granello di polvere,
quel che è rimasto indica,
nulla promesso, cose vissute
catturate dai giorni,
risalendo il fiume qualcosa è in fuga.
Il ritorno fino alla sorgente,
a casa nell’erompere,
lo scomparire
si vela,
va oltre la sorgente,
libero di niente.

*

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IN CONTROLUCE, di Silvia De Angelis

Oltre l’opacità della barba

le sillabe svuotate di vigore

eludono sogni d’uno spessore antico.

Vagano su dune informi

modellate

da instabilità precaria e austera

distante da un benessere voluto.

Lo sguardo cristallino e verace

naviga su un qui

di speranze d’alba su cosmiche carezze

ove la mano

sempre presente

possa abbracciare i tuoi occhi

laghi in controluce.

@Silvia De Angelis

Celebrare il giorno della mamma tutti i giorni

Mamma per sempre di Elisa Mascia

Madre presenza eterna.

Foto archivio fotografico di Elisa Mascia qui con Otimia la sua mamma (2013)

Mamma per sempre.

Mamma, da sempre, abiti nel cuore
dimora, da anni,  da te costruita
quando hai deciso di darmi la vita
con la benedizione del Signore.

Non c’è dì che di te pensier non giunga
continuità ai saggi tuoi consigli
impartiti in lezioni eterne a noi figli
fa che presenza tua in Terra sia più lunga.

Se chiudo gli occhi per un momento
profonda e serena è la percezione
di averti nella mente in meditazione
voce risuona, sicura, portata dal vento.

Mamma il nome più dolce da pronunciare
ogni bimbo ne riceve dono per la vita
che poi si accorge fugge tra le dita
soltanto resta l’insegnamento ad amare.

Elisa Mascia 30-4-2023

Mamá por siempre.

Mamá, siempre has vivido en el corazón
casa, durante años, construida por ti
cuando decidiste darme la vida
con la bendición del Señor.

No hay día que los pensamientos no vengan de ti
continuidad a tus sabios consejos
impartidos en lecciones eternas para nosotros los hijos
que vuestra presencia en la Tierra sea más larga.

Si cierro los ojos por un momento
profunda y serena es la percepción
tenerte en la mente en meditación
resuena la voz, segura, llevada por el viento.

Mamá el nombre más dulce para pronunciar
cada niño recibe un regalo por vida
que luego se da cuenta se escapa a través de sus dedos
sólo queda la enseñanza del amor.

Eliza Mascia

Alidicarta.it – Testo: Mamma per sempre., di Elisa Mascia https://www.alidicarta.it/testo/15520231716292#.ZGJNuqtHNTY.whatsapp

Video creato da Peppe Altimare poeta videomaker

Foto cortesia per gentile concessione di Peppe Altimare

https://youtu.be/eSKTWfP9SGk
https://youtu.be/nOUp3YpWnDU

http://nonsolopoesiarte.art.blog/evento-della-giornata-della-mamma-emozioni-poetiche/
http://alessandria.today/2023/05/16/evento-della-giornata-dedicata-alla-mamma/

Lucia Triolo: al centro del mondo

Oggi al centro del mondo 
non c’era nessuno
Forse solo un respiro,
spauracchio 
per altri mondi possibili
ancora liberi.

Tutto taceva al buio.
Era come se la voce
non provasse nemmeno più 
a giungere dove doveva
e la luce cercasse altrove la sua velocità

Oggi al centro del mondo
un chicchirichì 
cercava il gallo
un occhio cercava
lo sguardo,

una preghiera,
non fatta da nessuno,
trovava ugualmente 
il cielo,
l’anima ereditava
la fenditura dell’eternità

Scala d grigi – di Frida la loka

Poesia di Frida la loka, Lombardia.

Kürşat KURT (Pexels), foto di portata: Fuzail Ahmad ( Pexels)
Lo sguardo rivolto 

all'insù

mutazione continua

d'un mare in tempesta,

Ali con "anime"

svolazzano nervosamente

Dileguano come tante

altre;

Che a queste, hanno

strappato!, schiacciato!

L'anima. Vagano

per terre monocromatiche

e fangose

Piedi timorosi,

impauriti, esausti...

Sotto una coltre pesante

Sotto una scala di grigi;

Solo un gradiente soporifero

non si percepisce

a semplice sguardo colore

alcuno.

Sarà che la brezza

non vuol portar via il

chiaroscuro?

Dagli occhi, dal cuore!

Sarà che la bellezza

Di vedere arcobaleni

Non è largito

per essi?

Da questi parti, il tutto

è già tinteggiato

di sfumature varie

paradosso assoluto.

Intanto,

la scala di grigi;

avanza inesorabilmente

Facendo del cielo

denso tappeto

Oscurando pure le ali.

Tua

15 maggio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://alessandria.today/di Frida la loka

Michel Legrand con poesie di Meina Delmar

Ascolta e Leggi

almerighi

Il Miracolo
.

Ti penso.
La sera,
non è più una sera;
è il ricordo
di quell’altra, azzurra,
in cui amore
si fece in noi
come un giorno
si fece luce nelle tenebre.
E proprio allora fu più brillante
la stella, il profumo
del gelsomino più vicino,
meno
pungenti le spine.
Adesso
quando la invoco credo
di essere stata testimone
di un miracolo.

.
*
.
Immigranti
.

Una terra con cedri, con olivi,
una dolce regione di fresche vigne,
lasciarono vicino al mare, abbandonarono
per il fuoco d’America.

.
*
.
Reminescenza
.

Si incrociarono un breve istante
il tuo sguardo e il mio.

.
*******
.

Meina Delmar, brillante poetessa colombiana, con la sua vasta opera e la sua presenza discreta ma costante nel mondo intellettuale colombiano, ha senz’altro stimolato l’attenzione sulle molte donne venute dopo di lei e ha aperto gli occhi dei critici, uomini e donne.

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PREDESTINATO, di Silvia De Angelis

l'importanza1

Nella presunzione di poter

immergere le dita nel nostro cielo

definendone i contorni

costruiamo geometriche cattedrali

marcando disegni e congrue linee

nell’entroterra  d’una realtà che vive in noi

Si sbriciolano spesso  profetici voli

per il veto d’una volontà ferrea

invisibile e decisa

Inasprisce chimere variopinte

nel vanto di gestire un cosmo alieno

ove radici lasceranno il seme

 in un deserto scarno e solitario

vibrante  sibili misteriosi nel buio che rincorre gemiti

@Silvia De Angelis

La Madre – Giuseppe Ungaretti

Pubblicato da Frida la loka, Lombardia

Foto di Rodolfo Quirós (Pexels), foto di portata, Pixabay.

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Giuseppe Ungaretti

Tua

14 maggio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su: http://alessandria.today/fridalaloka

UN’EVASIONE, di Silvia De Angelis

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Sono anemone rigogliosa e vermiglia

nella stanza stemperata di destini viola

Sommosse provocanti dolci tremolii

scivolano nel colore del tempo senza far rumore

Avverto la caduta leggera d’un sussurro

fa amore sul pregio di parole ardenti

E’ la fretta di tornare nell’oltre

ad accelerare tonalità sbiadite..

rincorrono il vuoto fugace d’un’ evasione

tracciata sul filo d’una retta inconsapevole

leccata di segreti che inebrino lavanda

@Silvia De Angelis

Se c’era ancora un promessa di Josefa Parra

Poetessa spagnola contemporanea

almerighi

Josefa Parra (1965) è una poetessa spagnola.
Laureata in Filologia Ispanica presso l’Università di Cadice, è vicedirettore della rivista letteraria Campo de Agramante . Le sue poesie sono state pubblicate in varie antologie e collabora alla stampa quotidiana ea riviste di letteratura, e tradotte in portoghese, francese, arabo, russo, inglese, tedesco, finlandese e cinese.

Se c’era ancora una promessa
tra me e te, un’offerta
prolungata, una luce laggiù
da poter seguire;
se restava la speranza
– sebbene fosse una triste,
piccola speranza;
se anche le tue labbra
mai hanno pronunciato
la parola mortale che io desideravo
o qualcosa che le assomigliasse,
penso che ancora avrei trovato
una ragione per aspettarti.
E chissà se il commercio della carne
non fu – in qualche modo –
una promessa.

*

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ARCO DEL PALAZZO DEI BORGI VIA SAN FRANCESCO DI PAOLA,RIONE MONTI, di Silvia De Angelis

L’Arco dei Borgia, è un arco sottopassaggio della casa dei Borgia, Rione Monti, Roma, è situato su quella che si chiama “Salita dei Borgia”, si trova a via San Francesco di Paola, un tempo era un passaggio unico, oggi consiste in una lunga scalinata che parte da via Leonina, interrotta dalla via Cavour e sale fino alla piazza di San Pietro in Vicoli. Il varco della salita noto come Arco dei Borgia, è posto su via San Francesco di Paola, che superato la via Cavour si apre tra gli alti muraglioni che fiancheggiano ad angolo retto la via degli Annibaldi e la via Cavour arrivando a San Pietro in Vincoli, in una sorta di oasi di pace, isolata dal caos della città. Questo tratto di scalinata, ricalca l’antico “Vicus Sceleratus” che ricorda il delitto  e l’uccisione di Servio Tullio da parte del genero Lucio Tarquinio Prisco ordito sia dalla figlia di Servio Tullio che dal suo amante. cognato e marito della sorella, Lucio Tarquinio. La storia narra che entrambi uccisero prima i rispettivi coniugi e poi uccisero Servio Tullio, la figlia di Servio Tullio, che era andata in Senato per salutare il nuovo re assassino e suo nuovo marito, Lucio Tarquinio, da questi le fu intimato di tornare indietro con il suo cocchio, e nel tornare indietro, la figlia si imbattè nel cadavere in una pozza di sangue del padre, e invece di fermarsi volle passarvi sopra più volte. Nei secoli la zona assunse un’aria medioevale completata dal vasto complesso edilizio detto dei Borgia, sorto sui resti di quello che nelll’VIII secolo era il palazzo dei vescovi tiburtini. Durante il Medioevo su questo complesso edilizio esercitarono il proprio dominio le potenti famiglie dei Cesarini e dei Margani, mentre sembra che alla fine del 1400 il palazzo e la annessa vigna divennero di proprietà di Vannozza Caetani, amante di Papa Alessandro VI Borgia, Rodrigo Borgia, con il quale ebbe 4 figli : Giovanni, Cesare, Lucrezia e Goffredo. Spesso Papa Alessandro Borgia, lasciava il suo palazzo alla Cancelleria per recarsi alla casa della sua amante. Di quella casa rimane una finestra con una balconata trifora palladiana del XVI secolo. Sempre su questo antico “vicus sceleratus” si consumò il delitto dei Borgia. Il 4 giugno del 1497 dopo una festa con i suo figli nella vigna della madre Vannozza, il figlio Giovanni scomparve e di lui non se ne ebbe più traccia per 4 giorni finchè il Tevere non ne restituì il corpo martoriato da nove pugnalate alla testa e al torace. Il Papa Alessandro VI ne rimase addolorato per giorni. In questo complesso edilizio della Casa Borgia, vi sono i resti di antiche fortificazioni e di una torre mozza, appartenuta dapprima ai Montanari, potenti signori del Rione Monti e primi proprietari del palazzo. Dopo i Borgia, presero possesso del luogo i Margani, che nel 1512 ospitarono qui Papa Giulio II della Rovere, diretto verso il Laterano. Nel 1623 il complesso divenne di proprietà di Giovanni Pizzullo devoto del conterraneo San Francesco di Paola, che acquistò sia il palazzo che la torre, palazzo che trasformò nel convento per i Paolotti, i frati minimi, il cui ordine era stato fondato dal santo stesso, e così nel 1632 prese vita la chiesa di San Francesco di Paola, e la antica torre medioevale dei Borgia assunse la funzione di campanile. Il convento è attualmente sede dell’istituto centrale di restauro. Su questo arco si trova una edicola sacra della madonna. (WEB)

Cultura: “Il fiordo di Furore” di Caterina Alagna – Salerno

Una profonda spaccatura nella roccia che cade a strapiombo sul mare, immersa nel cuore di una natura selvaggia e racchiusa da una spiaggia di soli 25 mq. Parliamo del Fiordo di Furore, una meravigliosa insenatura del borgo di Furore, piccolo gioiello della Costiera Amalfitana. Il fiordo, in realtà, è uno specchio d’acqua situato ai piedi di un vallone creato dal torrente Schiato. Attraversato da un ponte alto 30 m, è famoso anche per il ” Campionato mondiale di tuffi e altezze” che ogni anno accoglie atleti da tutto il mondo che si cimentano nelle gare di tuffi, ad altezze tra i 23 m e i 28 m.

Il borgo di Furore, noto anche come “il paese che non c’è”, si caratterizza per la sua particolare morfologia. Non presenta, infatti, un centro urbano ma case situate su rocce a strapiombo, sorgendo proprio sul laterale della montagna. Dal 1997 Furore, insieme ai suoi 688 abitanti, è patrimonio mondiale dell’Unesco.

A Furore ho voluto dedicare dei versi

A Furore

Inabissata nel grembo di una gola marina

Gemma preziosa di quella costa divina

Assaporo l’inquietudine del mare

Confondermi le carni alla pietra viva

Sulle onde corrugate dal vento

Nel furore di quel fiordo incandescente

Si schianta a strapiombo il mio spirito irruente 

Selvaggio come il mare che sferza la riva

Impetuoso come il vento che scaglia la corrente

Il respiro del mare che infuria nella mente

Mi soggioga a quel miracolo vivente

Fino a risucchiare il mio spirito ribelle. 

Caterina Alagna

OSCURANDO IL PENSIERO

quandolamentesisveste

Oscurando pulviscoli d’ingegno
fiaccati da irruenti turbe
s’amplifica un “non senso”
in sospensione su indugi del pensiero.
Fluttuano in superficie
blande risacche azzurrine
nella tematica d’un incorporeo mare
stipato su membra quasi dormienti.
Dimentiche d’un lontano fortunale
svuotato di toni rumorosi
e strappi obliqui di luce
accatastano manciate di silenzio
sul brusio lieve d’occhi d’ebano…
@Silvia De Angelis 

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