
Noi in Italia siamo più fortunati rispetto a tanti altri paesi dove vige un regime dittatoriale, dove tanti giornalisti sono stati uccisi, catturati, dispersi o dove marciscono in una prigione.
Ma anche qui purtroppo abbiamo i nostri martiri; avevo tredici anni quando dirigevo il giornalino della scuola e scrissi un editoriale su di Giancarlo Siani che era stato appena assassinato brutalmente nella sua auto, e il suo ricordo non potrà mai abbandonarmi…un giovane che come tanti amava la vita e nonostante questo, in nome del loro impegno sociale e civile, l’hanno sacrificata per darci la cosa più bella che possa esistere al mondo: LA VERITA’.
Ricordiamo, insieme a lui, quei giornalisti Giornalisti che hanno deciso di sfidare la criminalità organizzata, pur di onorare il proprio mestiere.
-Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) assassinato dalla camorra.
-Cosimo Cristina (Termini Imerese, 11 agosto 1935 – Termini Imerese, 5 maggio 1960) assassinato dalla mafia.
-Mauro De Mauro (Foggia, 6 settembre 1921 – …scomparso a Palermo il 16 settembre 1970) è stato rapito da cosa nostra e mai più ritrovato.
-Giovanni Spampinato (Ragusa, 6 novembre 1946 – 27 ottobre 1972) assassinato dalla mafia.
-Mario Francese (Siracusa, 6 febbraio 1925 – Palermo, 26 gennaio 1979) vittima di mafia.
-Mauro Rostagno (Torino, 6 marzo 1942 – Lenzi di Valderice, 26 settembre 1988) vittima di un agguato mafioso.
-Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978) assassinato dalla mafia.
-Giuseppe Fava detto Pippo (Palazzolo Acreide, 15 settembre 1925 – Catania, 5 gennaio 1984) ucciso da cosa nostra.
-Giuseppe Aldo Felice Alfano detto Beppe (Barcellona Pozzo di Gotto, 4 novembre 1945 – Barcellona Pozzo di Gotto, 8 gennaio 1993) ucciso per mano della mafia.
Oltre a loro ricordiamo:
-Carlo Casalegno (Torino, 15 febbraio 1916 – Torino, 29 novembre 1977) ucciso dalle Brigate Rosse; fu il primo giornalista ucciso da terroristi durante gli anni di piombo.
-Walter Tobagi (Spoleto, 18 marzo 1947 – Milano, 28 maggio 1980) venne assassinato in un attentato terroristico perpetrato dalla Brigata XXVIII marzo.
Dal film Fortapàsc di Marco Risi, che racconta dell’ultimo periodo della vita di Giancarlo Siani e del suo brutale assassinio:
“Non ha paura a scrivere certe cose?”
“Ogni tanto sì”
“E allora perché lo fa?”
“Perché è il mio lavoro, perché l’ho scelto. E non è che mi senta particolarmente coraggioso nel farlo bene. E’ che la criminalità, la corruzione, non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Allora quello che un giornalista-giornalista dovrebbe fare è questo: informare”