
Castello di Montechiarugolo – Parma (XII secolo)
da: Italia – Un museo a cielo aperto
Il castello è aperto al pubblico dai primi anni 2000 e fa parte del circuito dei castelli dell’Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.
Secondo la leggenda, tra le mura del castello si aggirerebbe il fantasma della Fata Bema
La versione più comune del mito racconta che nel maggio del 1593, durante una festa organizzata nel castello cui partecipava anche il duca Ranuccio I Farnese, malaticcio fin dalla nascita, apparve la giovane Bema, bellissima ragazza, che allestì un piccolo palco per predire il futuro degli astanti, affiancata dal suo aiutante Max; anche il piccolo Pio, figlio del conte Pomponio Torelli, si avvicinò curioso di conoscere il proprio futuro; la fata si rifiutò in un primo momento di parlare, ma successivamente, derisa dalle dame di corte, rivelò: “Vedo un lago di sangue, su cui galleggiano nobili teste e vedo anche il capo di questo bambino nel sangue, come quello delle dame presenti.” In un primo momento il duca rimase affascinato dalla giovane, tanto da concederle un lasciapassare per muoversi liberamente nel territorio del ducato di Parma e Piacenza; in seguito, tuttavia, temendo di esserne stato manipolato, la fece arrestare e rinchiudere nelle prigioni della Rocchetta a Parma.
Grazie all’appoggio della popolazione e all’aiuto di Max, Bema riuscì in seguito a fuggire dal carcere, per rifugiarsi a Montechiarugolo, ove il conte Pomponio l’accolse, assumendola per i lavori domestici. Nel periodo ivi trascorso il giovane Pio Torelli se ne innamorò corrisposto, ma la ragazza, considerando l’impossibilità del loro amore a causa della differenza di ceto sociale, fu costretta a respingerlo. In seguito il nobile rampollo fu mandato a Parma per terminare la sua formazione.
Alcuni anni dopo il duca Ranuccio, per impossessarsi della contea di Montechiarugolo, fece arrestare Pio con l’accusa di aver congiurato contro di lui; Bema riuscì a farlo evadere con l’aiuto di Max, ma durante la fuga il conte fu bloccato e riportato in prigione, per poi essere pubblicamente giustiziato il 19 maggio del 1612, assieme ad altri nobili parmensi.
La fata buona non volle più allontanarsi da Montechiarugolo, ove rimase per molti anni, amata da tutti gli abitanti del paese, fino alla sua scomparsa in tarda età.
Da allora la tradizione vuole che il suo fantasma riappaia nel castello ogni anno nella notte fra il 18 e il 19 maggio e salga in cima all’alto mastio, per guardare verso la città di Parma.
Secondo la leggenda, inoltre, la mummia ritrovata nel XVIII secolo all’interno del maniero sarebbe la sua, poiché accanto al corpo sarebbe stato rinvenuto anche un piccolo foglio con le parole: “Della Bema questo è il corpo, chi felice viver vuole non lo tolga dal suo letto”. A ogni tentativo di allontanare la mummia dal castello, si sarebbero infatti verificate colossali tragedie, tra cui terremoti, alluvioni e altre calamità. (Wikipedia)