Un poeta geniale
Sul metro
Io spesso cito le coeur bat l’iambe –
Jean Louis Barrault sul metro di Racine.
Sangue registrato sopra un ecocardiogramma
in sinc con un karaoke di calamari sullo schermo,
lo sento ora con una donna biancovestita.
Benché non giambico, piuttosto trocheo sconvolto,
il raro docmio, l’anapesto, noto
che il verso nel mio cuore pulsante almeno non è sciolto.
Il battito è in un flusso di sangue, il suono è più
una fabbrica piena per molte ore ma adesso deserta
dove il pulitore notturno dà lo straccio a un vasto [pavimento
sul quale scarpe tintinneranno e faranno eco arrivata [l’alba,
qualcuno stanco e spossato dal lavoro ma di corsa
con misurate sferzate dal suo straccio mézzo.
Lei spegne quel suono come di sudicio alla deriva
e io sento la marea di quasi alessandrini fermarsi.
*
Vuoti
Seduti a poppa del traghetto, mio figlio, mio Padre, e un [vuoto
dov’ero…
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