
Taciuto scampanio di idee
nell’acustica rumorosa del vagone
che intesse sguardi artificiosi
di persone improvvisate.
Dalla visualità di finestrini
scenari in technicolor
apparsi in un sogno
inventato chissà quando
ora nitido nella memoria scaltra.
Schiude la bocca
chi è seduto accanto
nella ciotola d’idiomi
del pensiero vacante
e il minimo frullio d’aria
diviene ascolto infinito
nel binomio della sorte
abile mischiare conche.
Volta al traguardo l’iride
scosta ortiche dal manto di luce
consona d’un salto d’adrenalina
nell’incontro di chi sconfina…
@Silvia De Angelis