Grandissimo poeta italiano di un secolo fa che sembra non trascorso
Sonetto d’autunno
.
Foglie e speranze senza tregua, foglie
e speranze; non hanno rami e cuori
cadute eguali allor che i primi ori
Autunno triste su la terra accoglie?
L’anima poi che nell’audaci voglie
si disfece con gli ultimi rossori
della sua giovinezza, in foglie e fiori
malinconicamente si discioglie.
E resta il cuore e resta il ramo: soli
sospiranti in un intimo richiamo
la rossa estate e il suo vivere corto.
Ma se tornino i buoni e dolci soli
primaverili, rinverranno il ramo
pien di speranza e il cuore, invece, morto.
.
*
Desolazione del povero poeta sentimentale
.
I
Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?
II
Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici,
semplici…
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