
Come probabilmente saprete, i gatti romani sono sempre stati presenti nei rifugi della città, infatti esistono numerose cartoline dei gatti di Roma. Largo Torre Argentina è un vero e proprio tempio felino, ospita 150 amici a quattro zampe, protetti nei più antichi templi di Roma che risalgono al 400-300 AC. Se la storia di Giulio Cesare è nota ormai in tutto il mondo, la storia dei gatti che popolano Largo di Torre Argentina è meno conosciuta, ma altrettanto affascinante, infatti ha ispirato libri, DVD, feste, manifestazioni e continua ad attrarre turisti da tutte le parti del mondo.
La storia dei gatti di Largo Torre Argentina
Il terreno sacro sul quale camminano questi gatti è stato condiviso anche da un altro romano, Giulio Cesare. Qui a Torre Argentina, nell’anno 44 AC, egli fu uno dei dittatori più illustri, pugnalato dal suo rivale Bruto. Sono passati quasi 20 secoli da allora, ma lo spirito di Cesare vive sicuramente in alcuni dei gatti aristocratici che frequentano e ormai dominano con orgoglio questi templi.

Le gattare del 1929
Il 1929 è l’anno in cui venne scavata l’area sacra di Torre Argentina, in cui è iniziata la storia della residenza dei gatti. Felini randagi e abbandonati cominciarono la loro avanzata e si rifugiarono nell’area protetta al di sotto del livello del suolo. Dal 1929 al 1993, i gatti furono nutriti più o meno regolarmente da una serie di donne amanti dei felini, che nella maggior parte dei casi ne possedevano più di 3 o 4, furono per questo definite: gattare.
Filmstar 1950
Una delle più famose amanti dei gatti è stata la grande star italiana Anna Magnani. Mentre lavorava al Teatro Argentina che confina con le rovine, si ricorda come la signora Magnani trascorresse le pause dal set a dar da mangiare ai suoi amici a quattro zampe. La Magnani è stata una vera e propria leggenda cinematografica, famosa per le sue esibizioni strazianti. È morta negli anni ’60 ma il suo mito continua a vivere… anche i suoi amati gatti.
Lia e Silvia 1993
Lia e Silvia hanno iniziato a lavorare con i gatti nel 1993 aiutando una donna che gestiva la loro salute da sola: nutriva, accudiva e sterilizzava tutti i gatti; i suoi generosi sforzi però, l’avevano portata sull’orlo di un collasso economico ed emotivo. Presto Lia e Silvia si resero conto che c’era molto più lavoro di quello che potevano svolgere le tre donne. In quell’anno la popolazione felina cresceva a causa dell’irresponsabilità delle persone che abbandonavano i loro gatti, forse per andare in vacanza, per pigrizia o per malvagità.

Il rifugio sotterraneo
Le condizioni di lavoro erano primitive per non dire altro. Un’area simile a una grotta sotto la strada, era stata involontariamente creata dalla forma della costruzione e dai pilastri che la sostenevano, diventando una vera e propria comunità di gatti molto prima che iniziasse ad essere un rifugio a tutti gli effetti.
Sicuramente non è stato un lavoro facile, prendersi cura di più di 90 gatti in uno spazio sotterraneo umido, in posti così bassi che non si può stare in piedi, senza elettricità e acqua corrente. Per quasi un anno e mezzo Silvia e Lia hanno lavorato in queste condizioni, sperando in una svolta per uscire da questo periodo buio, dovuto non soltanto alla struttura in cui erano costrette a lavorare per prendersi cura dei felini.
A.I.S.P.A. 1995
Le loro preghiere furono esaudite nel 1995 quando arrivò una salvatrice: una donna inglese di nome Molga Salvalaggio. Raccontò a Silvia e Lia delle meravigliose conquiste di alcune organizzazioni inglesi che lavoravano nella protezione degli animali e li mise in contatto con A.I.S.P.A. (Società anglo-italiana per la protezione degli animali) che è stata la prima organizzazione a fornire materiale e supporto morale per la cura dei felini. Inoltre, hanno introdotto Silvia e Lia alle risorse inglesi riguardanti gatti randagi e hanno studiato le soluzioni di problemi come questo, dando vita a un lento processo di imitazione dei modelli inglesi. Nazioni Unite per gatti Il primo lavoro è stato quello di raccogliere fondi disperatamente necessari. La posizione così naturale e primitiva del sito storico aveva però un grande vantaggio: era un’attrazione turistica grazie al significato storico e archeologico delle rovine. Silvia e Lia cominciarono a notare che i turisti erano più interessati ai gatti che alle rovine e facevano volentieri donazioni. Incredibile ma vero: ha funzionato.
Non solo hanno raccolto il denaro necessario, ma sono anche riuscite ad attirare un certo numero di volontari; per lo più donne di diversa nazionalità: italiana, francese tedesca, americana, inglese, brasiliana e olandese. Torre Argentina divenne ben presto una sorta di Nazioni Unite per i gatti. Per raccogliere più soldi iniziarono ad organizzare cene di raccolta fondi e lotterie con vendite al mercato delle pulci.
Cresce la reputazione nel 1999-2010: i bestsellers
Nelson, un gatto di Torre Argentina con un occhio solo, è stato il protagonista di un libro vincitore di numerosi premi. “Nelson: un re senza casa” è un libro che fu pubblicato nel 1999 e presto divenne un bestseller oltrepassando i confini del rifugio, attirando l’attenzione sulla triste condizione dei gatti abbandonati. Più o meno nello stesso periodo, Barbara Palmer, ha pubblicato “Cat Tales”: entrambi i libri hanno contribuito alla crescente reputazione del rifugio. Nel 2000 il Santuario è entrato nella nuova era con il sito web, http://www.romancats.com, soccorritori di animali olandesi e web designer professionisti, Micha Postma e Christiaan Schipper hanno sviluppato il progetto. Sul fronte interno, nel 2001, i gatti di Roma sono diventati un “patrimonio bio-culturale” con una proclamazione speciale del consiglio comunale.
Le cose si muovevano nella giusta direzione: man mano che il Santuario cresceva, aumentava anche la consapevolezza della sofferenza degli animali randagi e del loro bisogno di protezione. I tempi erano maturi per una dichiarazione pubblica: nel 2003, il Santuario di Torre Argentina fu determinante nell’organizzazione di una marcia di dimostrazione, Cat Pride che ha visto scendere in strada diverse migliaia di partecipanti che chiedevano protezione e finanziamenti per i randagi di Roma. Nel 2004 la produzione del DVD Cats of Rome di Michael Hunt ha contribuito ulteriormente allo scopo.
Tra il 2004 e il 2010, piccoli e grandi miglioramenti hanno a contribuito a migliorare la qualità della vita di felini e lavoratori. L’ultimo successo è del 2015 quando i gatti sono stati protagonisti di un calendario fotografico (WEB)
