
Dentro quei soli grandi
disegnavamo a iosa
cerchi concentrici d’amore
nel contrappeso di binari fermi
presidio invisibile di sguardi.
Nella mossa artificiosa d’accadere
si sbrinano giorni
in un’implosione di tocchi
e oscure scansioni
disciolte in volute opache.
Indossa altresì
la memoria
un impeto a sé stante
scostando i cardini del buio
che è alle spalle
nel salto d’una scheggia di luce grezza
trafugata alla voce del tempo
insaporita di lavanda e dolore…
Silvia De Angelis