
Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava
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Alessandria: Ci hanno insegnato a farlo fin da piccoli: a festeggiare in modo «adeguato» la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo.
Per alcuni ciò rappresenterebbe anche una buona occasione per progettare cambiamenti, in modo da modificare ciò che non va bene o che crea disagio, tanto da leggere o sentire un riassunto di tutto quello che si sarebbe voluto cancellare, evitare nell’anno da cui ci stiamo congedando, con la determinazione (fantastica) di essere pronti a diventare diversi da ciò che in realtà siamo.
Un gioco che da bambini poteva essere riassunto nelle promesse di diventare più buoni, studiare di più, fare meno capricci, non dire troppi no, e da adulti, nell’azzeramento dei bilanci negativi, dalla conquista di nuovi amori, dal trovare un lavoro perché lo abbiamo perso o perché abbiamo ultimato gli studi e ce ne serve uno.
Se quando eravamo «giovani» tutto questo era appunto un gioco, puntare e ipotizzare cambiamenti nel futuro da adulti, può generare ansia e impedire il conseguimento di obbiettivi anche semplici e perseguibili.
Le ragioni? Noi e il nostro modo di pensare, di porsi davanti a una strada da percorrere a volte completamente sconosciuta come è un nuovo anno.
Considerare tutto quello che non ci ha soddisfatti e non ci è piaciuto come qualcosa di necessariamente negativo e da cancellare non è una soluzione utile.
Nessun cambiamento di ciò che siamo passa attraverso la rimozione di ciò che siamo stati.
Per questa ragione davanti ad ogni progetto di cambiamento è necessario tenere in gran considerazione ciò che in passato abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto, perché, quali emozioni ci hanno spinto verso decisioni che alla fine non ci sono piaciute, ci hanno deluse, amareggiate, ferite.
Di fronte a un nuovo anno non possiamo pensare che tutto quello che non va bene per noi, potrà essere sostituito da cose migliori, tuttavia possiamo tenere ben chiari i risultati di quel bilancio fatto il 31 dicembre e metterci nella posizione di credere alla possibilità di cambiare, non tanto perché avremo davanti giorni felici, progetti realizzati, aspettative soddisfatte, ma perché saremo in grado, dalle delusioni, di cogliere quello che ci potrà essere utile per evitarne altre.
Cambiare è un percorso che richiede prima di tutto, la capacità di accettarci per come siamo.
Cosa fare? Metterci in piedi, diritti, con lo zaino delle esperienze fatte sulle spalle, a volte pesante, ma capace di contenere tutto quello che siamo e darci gli strumenti per guardare dritto di fronte a noi.
Immaginiamo allora che, almeno per i primi 500 metri di questo 2023, ci siano sul nostro cammino pesantezze da lasciare e leggerezze da raccogliere: delusioni e opportunità, rimpianti e progetti, amarezze e appagamenti, ansia e serenità.
Mariangela Ciceri
Sono psicologa clinica e forense. Come clinica mi occupo di consulenza e supporto psicologico sia individuale che di coppia, di psicodiagnostica, di sostegno alla genitorialità, di psico-geriatria, di orientamento scolastico e professionale. Come libera professionista in ambito giuridico e forense il mio ruolo è quello di consulente nella valutazione del danno psichico dovuto ad eventi traumatici, di valutazione delle competenze genitoriali in caso di separazione e divorzio, di mediazione familiare. Conduco inoltre laboratori di comunicazione, psicologia sociale, uso della scrittura come strumento di consapevolezza e problem solving, al fine di facilitare il superamento di criticità emotive.
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