Andiamo incontro al Santo Natale anche con una poesia…

Natale è… Poesia

I doni per l’umanità.

Fin dalla genesi della storia dei popoli
i doni che i Re Magi a Gesù bambino
hann portato da lontano in visita al Divino
nato in una mangiatoia esempio e simboli

di alto valore l’oro, materiale prezioso, riservato ai re, mirra all’ uomo mortale,
l’incenso Gesù e del mondo ancestrale
scia guida sicura di un astro luminoso.

Attraverso il deserto, con le sue insidie, schivando pericoli e  intrighi di Re Erode,
alla capanna di Betlemme angelo custode
annullando tutte le dannose invidie

e finalmente vedere il Re del Mondo
nel luogo più umile aveva visto la luce
riflessa sul cammino che a Lui conduce
semi di pace per l’umanità, amor profondo.

Elisa Mascia

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La magia del Natale,Gabriella Paci

Si fa luce l’attesa anche se la pioggia

insiste nella sua litania di gocce invadenti

come un pianto a lungo represso

che esplode  nella persistenza del nero.

Eppure i decori che oscillano  nell’oro

artificiale della falsa ricchezza sono

segno della festa che viene e diffondono

un’aria che profuma d’infanzia e di magia.

Anche gli alberi carichi di addobbi e luci

sono una carezza  per gli occhi in cerca

di ricordi e di stupore per occultare antiche

e nuove paure in un mondo che appare in

lotta perfino contro la sua stessa natura.

Nell’aria che scintilla anche la pioggia può

diventare ora cascata di luce a dire che la notte

è attesa e  che in ogni goccia c’è forse

stilla di -quasi felicità -perché sarà Natale

e il cuore ha bisogno di una culla dove

basterà il calore di un soffio di tenerezza

e amore per sentire che ogni passo e ogni

pena possono riposare adesso nella magìa

senza tempo di un giorno unico, speciale.

Sguardo animale di Flavia Sironi

Date: 23 dicembre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Flavia Sironi 23 dicembre 2022

Quando ho adottato i miei animali 🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺🐈‍⬛🐈‍⬛🐈‍⬛sapevo bene a cosa andavo incontro😬. Sapevo che mi sarebbero costati un botto per dar loro cibo 🥣appropriato alle loro esigenze. Sapevo che dovevo spendere denaro💵 per il veterinario. Sapevo che la loro vita sarebbe durata un soffio😭. Sapevo che dovevo accudirli sino alla loro dipartita🌅. Sapevo che avrei dovuto accompagnarli sul ponte🌈 dell’arcobaleno e spesso essere io a decidere🤔😅 per loro, intravedere la strada per il loro bene anche se😭!!! Sapevo che avrei dovuto raccogliere i loro escrementi💩, lavarli se si rotolavano nella 💩. Sapevo che dovevo dedicare molto tempo per farli divertire🤣, devo dire però che mi diverto anche io a vivere libera in mezzo alla natura🥀🌹💐🌲🌳🍀. Sapevo che quando organizzavo le vacanze dovevo andare in luoghi dove sono accettati i cani 🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺. Sapevo che dovevo lavare🚿, dopo averlo spazzato🧹, il pavimento tutte le mattine, pulire le loro ciotole, riempire quelle vuote di acqua🚿, rinunciare a leggere perché i gatti si sdraiano sul libro o sulla tastiera🎹 del computer, avere sempre e comunque gli abiti🎽👖👕 pieni di peli, fare ingoiare la pastiglia💊 a rischio di graffi, sapevo…… Quando decidete di adottare o acquistare un cane o un gatto pensateci molto, molto, molto bene. Se non ve la sentite, dopo aver considerato tutti i contro che sono davvero tanti, lasciate perdere perché un animale in casa è membro della famiglia e come tale và considerato. Non c’è niente di male a non avere cani e gatti 🐕‍🦺🐈‍⬛ con voi, c’è di male a scaricarli come rifiuti 😈dopo averli illusi di avere una famiglia . #sguardoanimalediflaviasironi #flaviasironi #sguardoanimale #camminacolcane #canifelici #caniliberi #canile #canili #gatti #gattile #gattidiinstagram #gattineri #gattorosso #gattonero #canidiinstagram

Havana 🐕‍🦺 Rosso 🐕‍🦺 Stampella 🐕‍🦺 Sandokan 🐕‍🦺 augurano a tutti gli amanti dei “quattrozampeeunacoda” un sereno Natale e un felice anno nuovo, ricchi di cose positive, tante adozioni di cani e gatti 🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺🐕‍🦺🐈‍⬛🐈‍⬛🐈‍⬛ e una lunga felice vita a tutti i volontari del mondo.

Articolo di Flavia Sironi 23 dicembre 2022

CULTURA

Controluce: c’ era una volta…

Date: 23 dicembre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Marina Donnarumma 23 Dicembre 2022.

La piccola fiammiferaia è una fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta nel 1848, nel quinto volume di Nye Eventyr (Nuove fiabe).

Ogni anno me la racconto, ogni anno la ricordo, ogni anno la racconto agli altri.

Mi ricordo mia nonna, con la crocchia stretta, aveva dei capelli lunghissimi, il suo enorme grembiule a quadri rosso, i suoi occhialetti, la poltrona dove si appisolava oppure sferruzzava, ma in occasione del Natale, prendeva il suo libro di fiabe e ci raccontava ” la piccola fiammiferaia”, quando imparammo a leggere, a turno la leggevamo, io ero l’unica a non esserci mai riuscita, quando arrivavo al primo fiammifero piangevo copiosamente. Questa cosa mi è rimasta e continuo a piangere, penso a chi non ha fatto nulla per la piccola, il passo frettoloso… Penso ai bambini che invece di stare sotto un albero a scartare i regali, sono nei campi profughi a morire di freddo, penso ai bambini nascosti nelle cantine per difendersi dalle bombe. I bambini che lavorano , che vengono stuprati, bambini che vengono venduti, bambini poveri, bambini tristi, bambini malati, bambini bullizzati, bambini assassinati.

Natale vuol dire nascita, non solo del bambino Gesù, ma dovrebbe anche essere la nostra nascita, per trasformarci in persone migliori, sensibile, empatiche. Amare è la parola magica, amare è la parola che risolve, amare è Natale. Questi ultimi anni sono stati duri per tutti, ed hanno tirato fuori la parte peggiore dell’umanità. Cosa siamo? siamo buoni e cattivi, nessuno è perfetto, la perfezione non la possediamo, però possiamo avere qualcosa a disposizione di tutti, l’amore, la nascita spirituale, non solo ricordiamo Gesù, ma ricordiamo che tutti noi possiamo fare, possiamo volere, con amore, con il cuore, ed è tutto completamente gratuito. BUON NATALE A TUTTI

La piccola fiammiferaia    

   

di H. C. Andersen

Era l’ultimo giorno dell’anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell’acqua, l’altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote. La bambina aveva molta fame e molto freddo. Sui suoi lunghi capelli biondi cadevano i fiocchi di neve mentre tutte le finestre erano illuminate e i profumi degli arrosti si diffondevano nella strada; era l’ultimo giorno dell’anno e lei non pensava ad altro! Si sedette in un angolo, fra due case. Il freddo l’assaliva sempre più. Non osava ritornarsene a casa senza un soldo, perché il padre l’avrebbe picchiata. Per riscaldarsi le dita congelate, prese un fiammifero dalla scatola e crac! Lo strofinò contro il muro. Si accese una fiamma calda e brillante. Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere una stufa di rame luccicante nella quale bruciavano alcuni ceppi. Avvicinò i suoi piedini al fuoco… ma la fiamma si spense e la stufa scomparve. La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia sulla quale erano sistemati piatti deliziosi, decorati graziosamente. Un’oca arrosto le strizzò l’occhio e subito si diresse verso di lei. La bambina le tese le mani… ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero. Giunse così la notte. “Ancora uno!” disse la bambina. Crac! Appena acceso, s’immaginò di essere vicina ad un albero di Natale. Era ancora più bello di quello che aveva visto l’anno prima nella vetrina di un negozio. Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli… il fiammifero si spense… le fiammelle sembrarono salire in cielo… ma in realtà erano le stelle. Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte. La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c’ è un’anima che sale in cielo”. La bambina prese un’altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.
– Nonna! – gridò la bambina tendendole le braccia, – portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l’oca arrostita e il bell’albero di Natale.
La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un’altra scatoletta, uno dopo l’altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:
“Vieni!” disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell’anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto!

Per ogni bambino che soffre, una sconfitta dell’umanità.

Articolo di Marina Donnarumma 23 dicembre 2022

BUON NATALE A TUTTI

Cultura. Poesia: “L’ora del Natale” di Caterina Alagna

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Sfavillano le luminarie 

di rosso e di oro nelle case,

per le antiche vie 

delle borgate si espande 

l’aroma del Natale.

Morbido  si adagia

sui vicoli delle città

a festa colorate

e sulle bocche, a fiotti, 

fioriscono parole cantate. 

Per tutti un augurio sincero

di un Natale sereno.

Un pensiero speciale

lo voglio dedicare 

a chi dalla vita riceve tanto male,

a chi non ha i denti,

a chi si veste di spine e arde di stenti,

a chi ha smarrito la speranza,

a chi degli affetti resta 

solo la mancanza. 

E’ Natale a ogni ora

della vita

se lasci cantare la poesia,

se lasci che risplenda nel tuo cuore

un barlume di tenerezza

che soffi sulle labbra una carezza,

che ti guidi nel buio dell’incertezza,

che ti aiuti a sprofondare 

fin nelle viscere del cielo 

anche per un solo briciolo 

di amore vero.

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Dall’Inglese di Linda Mavian

Versi che lasciano segni

almerighi

Linda Mavian poeta veneziana di origine armena (1951)

confondo parola e mondo
se io avessi detto
“bello dolce radioso”
le parole che conoscevo
la mia casa era di rami e di foglie
si vedeva il cielo
il sonno dei raccoglitori
leggero
era un calmo pomeriggio e il suo lucore
restava sospeso sulle rotte della casa d’acqua
senza ormeggio e motore
sul prato millenario e il suo torpore
dormo sul bagaglio a mano
nella sala di transito di aeroporti uguali
insieme agli altri
li ricordo tutti li ho dimenticati
assonnata senza difese felice di tornare

*

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Lucia Triolo: chi sei

“chi sei quando non ti guarda nessuno”
Paola Silvia Dolci, “Dinosauri Psicopompi

e tu racconta delle squame che perdi
ti finiscono in tasca i lapsus
che volevano aggredirti

-non ho nulla da nascondere-

e quell ‘ “IO
che li compendiava tutti
e la donna furtiva che camminava 
accanto ai veterinari in pellegrinaggio 
sul tuo nome

-mi arrendo-

racconta la tua resa
quando nessuno ti vede
l’inizio del film è lì
che ti guarda