Pensieri disordinati: Argentina, Calcio, letteratura…

Di Frida la loka (Lombardia)

Perché il calcio e la letteratura non vanno d'accordo?

La letteratura, snobba il calcio?

Qatar, tremendo baccano! Mille motivazioni...e pesanti.
Qatar, posto degno di ospitare, non solo una Copa del mondo, bensì, qualsiasi evento?

Un paese che non conosce o non ri(conosce) l'essenzialità dell'essere umano, cioè, libertà, dignità della donna, degli uomini, bambini, democrazia?

Secondo me, come atto di protesta, le finali, non si dovevano giocare. Perché?

Condannato a morte l'ex calciatore Amir Nasr-Azadani (iraniano), giornalisti esteri morti in situazioni parecchio dubbiose,e l'elenco si alarga.

E dopo ché Infantino, Macron e GRANDI POTENTI, E SOPRATTUTTO RICCHI sceicchi dell'oriente, che danno un gran contributo soprattutto alla Francia, non potevano aprire bocca riguardo a ogni tipo di violenza che domina quelle terre aride e fa stragi ogni giorno, senza che i giornali lo raccontino.

Ho tante domande che girano nella mia mente, tutte disorganizzate.

E ad un tratto, quando si dava per scontato il favorito. Lo sport, ha avuto la meglio?

E ti ricordi della idiosincrasia d'un popolo moralmente avatuto, governanti che li hanno tolto tutto, pure la voglia di credere in qualcosa di bello, perché questo popolo, non ricorda più quand'è stato, quand'è successo.

Questo popolo, così come il Brasile, l'Italia, vivono il calcio come parte dell'essere ed è una motivazione per andare avanti.

A discapito di tutto e tutti, ha vinto l'Argentina.

PIERPAOLO PASOLINI e il calcio letterario

Account Twitter Retro Football

«Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro»

Uno spirito libero

Pasolini è stato un personaggio controverso, sempre controcorrente, un genio. Il grande Pier Paolo Pasolini ha vissuto la vita come amava viverla. Non si è fatto zittire da nulla, è stato sempre in prima linea. Da intellettuale, ha sperimentato tutti i generi artistici esistenti, in tutti i quali ha lasciato la sua impronta. Si definiva principalmente un poeta urbano, uno di quelli che pongono domande, sono curiosi, scrivono. Questo era anche il suo modo di vivere una delle sue grandi passioni, quella che non ha mai nascosto: il calcio e il suo Bologna.

Provocatorio come regista, come saggista, come sceneggiatore e come poeta, Pasolini era uno spirito libero. Comunista convinto, che si è confessato in circostanze avverse, si è anche dichiarato omosessuale dopo aver vissuto un’infanzia difficile.

Vincenzo di Maso,

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione

Tua.

19 dicembre., 2022.

Dal blog personale

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su

http://alessandria.today

Tutta colpa di chi o di che cosa (tanto per sorridere)…

È tutta colpa della borghesia imperialista, delle beghine, degli acari, dei giorni sempre uguali.  

È tutta colpa delle guerre sante, delle bombe intelligenti, di Putin, di Biden, delle mezze stagioni che non esistono più, dei figli dei Pooh, della poesia che non vende, di chi ha venduto l’anima per i soldi.

È tutta colpa delle cassiere della Coop, delle insegne al neon, delle sigarette, della ludopatia,  delle rotonde che sostituiscono i semafori, dei mafiosi che riciclano denaro sporco, del racket della prostituzione, dei ricatti sessuali, delle raccomandazioni, delle speculazioni, della disonestà,  della corruzione, dei ladri di galline, dei tuttologi, dei nientologi, delle donne che non ci sono state e di quelle che ci sono state, delle passanti, dei giochi di sguardi, dei cipigli,  dei paesini in cui tutti sanno quante volte va in bagno il prossimo, del traffico della metropoli. 

È tutta colpa del comunismo e del fascismo, della democrazia cristiana, del nuovo che è uguale al vecchio, dei corsi e ricorsi della storia, dell’eterno ritorno, della politica e dei politici tutti, degli eletti che dovrebbero sempre essere meglio degli elettori e invece non lo sono.

È tutta colpa delle droghe leggere, delle droghe pesanti, delle forze dell’ordine, dell’anarchia, della dittatura, del qualunquismo, del conformismo, del menefreghismo, dei vecchi cantautori e dei rapper, degli esseri pensanti, degli esseri senzienti, dell’orgasmo,  della pace interiore, del Nirvana, dello stress lavorativo, della disoccupazione,  dei meme, del rischio imprenditoriale calcolato, del posto fisso, dei contratti a termine, del mobbing, dei lavori sottopagati, della sottoccupazione, del dileggio, dell’ironia, del silenzio, della musica, del rumore, dell’invecchiamento, delle ingiustizie, dell’inflazione, della pandemia, dei complotti e delle teorie del complotto, dell’ignoranza e degli intellettuali. 

È tutta colpa di chi ha colpa e poi non c’è nessuno che non ha una colpa. Abbiamo tutti il peccato originale. È tutta colpa della colpa. Tutti colpevoli, nessuno escluso. 

È tutta colpa di chi incolla, di chi scolla, di chi ti si incolla addosso. È tutta colpa di chi ti addossa la colpa. È tutta colpa degli scienziati, dei tecnici, degli imprenditori,  dei lavoratori, degli artisti, dei nullafacenti, dello show business, della moda, della pornografia,  delle statine, degli psicofarmaci e degli psicologi, degli ingegneri, della televisione generalista, di Internet, della fame nel mondo, degli arricchiti, dell’egoismo capitalista e del senso di colpa terzomondista.

È tutta colpa dello Stato, del mercato, dei medici che non rilasciano fattura, degli avvocati delle cause perse,  dei mangiapane a tradimento, delle mogli infedeli, dei guardoni, delle esibizioniste, delle orge, dei consumatori occasionali di cannabis, dell’alcol, dei pub, delle commissioni delle carte di credito, dell’inferno terreno, delle vacanze intelligenti,  delle strade dissestate, dell’inquinamento,  della plastica nei  mari, del turismo mordi e fuggi, del colesterolo, del politicamente scorretto e del politicamente corretto, delle gite col prete, dei bit, degli atomi, delle cineserie, delle anticaglie, delle ragazze emancipate, del maschio e della donna alfa, dei petrolieri, delle tasse, dei conflitti di interesse, degli economisti, della statistica, degli italiani che non leggono, dei troppi libri pubblicati, dello smog, delle polveri sottili, delle scritte sui muri, degli annunci nei cessi delle stazioni, dei caffè degli autogrill, del vino della casa, delle osterie che non ci sono più, degli amici persi di vista, di tutti coloro che non vogliono diventare miei amici, dei rompicoglioni, degli attacchi di ira, dei momenti di depressione, di chi ti demoralizza.

È tutta colpa di chi diffama, dei genocidi, della gelosia tra coniugi, dei divorzi, delle separazioni con addebito, degli opinionisti televisivi e degli opinion leader di paese, degli stati negli stati, delle ruffianerie, dell’amore, dell’odio, dell’indifferenza, di chi mente e di chi dice la verità,  di chi si vanta, di chi domina, di chi si umilia, degli schiavi e dei padroni, degli equilibrati neutrali, di chi non soccorre, dell’effimero e dell’eterno, del vuoto e del pieno, della morale e della mancanza di morale, delle scarpe slacciate, delle mutande con l’elastico rotto, della bellezza, della bruttezza, della chirurgia estetica, della ricchezza, della povertà,  degli assegni in bianco, delle rate non pagate, delle multe, del querelante e del querelato, di chi capisce troppo e di chi non capisce nulla, del dolore, della morte, della felicità passeggera, del caso, dell’intenzione, del libero arbitrio, dei calciatori, delle fotomodelle, dei banchieri e dei bancari, degli insegnanti che non insegnano e degli allievi che non imparano, delle prostitute senza vocazione. 

È tutta colpa di questa cittadina, di tutti i paesaggi che ho visto, della noia che ho provato, delle volte che mi sono fatto male e delle volte che ho fatto male a qualcuno, di tutte le volte che ho fregato e che mi hanno fregato, di chi ho illuso e di chi mi ha illuso, dei treni che ho preso e dei treni che non ho preso, dei miei viaggi, del sesso, dell’assistenza sessuale, dell’astinenza sessuale,  delle cattive compagnie e della solitudine, degli assassini, dei ladri, dei truffatori, dei santi,  di chi ho incontrato e di chi non ho mai incontrato.

È tutta colpa di Dio, del demonio, degli uomini, dei senzadio, del nichilismo occidentale.

Però ora ragazza non sputare e butta giù,

(non lo dico a nessuno), altrimenti potrei avere

una crisi depressiva (tutti i salmi devono finire

in gloria), che abbiamo poco tempo,

sono di corsa e devo ritornare quanto prima a casa,

che la colpa è di tutti e di nessuno,

la colpa, come si dice in Toscana, morì fanciulla, 

la colpa è di tutti e di nessuno,

nessuno escluso. 

Una poesia di Sasha Dugdale

bella voce della poesia britannica odierna

almerighi

Nata nel Sussex (1974), Sasha Dugdale è considerata “uno dei poeti più originali della sua generazione” (Paul Batchelor, The Guardian).

Forse l’Achmatova aveva ragione
Quando scrisse chissà quale pattume
Che cumulo, che pila di rifiuti
Fa sì che un verso delicato spunti
Come pànace, come la gallina grassa
Nell’aia, come il presente che non passa
Chissà che male, quale controversia
Che vita di miseria
E come dolce s’attorciglia al rotto davanzale:
Impellenza, un altro modo per dire succiamele.
Ma casalinghe? La poesia è mai
Discesa nel catino, l’hanno mai
Scorta sotto il tavolo, nel lavello
O montare nel forno, soverchiando tranquilla-
Mente l’aspirapolvere col suo latrare?
Ci preme più che la pappa serale
Più dell’improvviso, insonne vagito?
Lo ha mai fatto?
Vive. Alligna
Come la più implacabile gramigna
Cresce selvaggia mentre il frugoletto
Invecchia, e sputa sui sogni, vi ho detto
Di come prosperi nel cereo nido familiare
O…

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