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Visto il clima preoccupante e bellicoso che da mesi si mostra protagonista del nostro tempo, è difficile pensare al Natale senza sperare che la sua atmosfera di amore e di pace, possa aprire un varco fra le rocce dell’odio per accedere al cuore degli uomini.
La sublime poesia “Natale” di Salvatore Quasimodo è ancora attuale. Partendo da semplici immagini, il poeta riesce a suscitare forti emozioni e profonde riflessioni. Nel guardare l’atmosfera di serenità e di amore che anima il presepe, Quasimodo medita sull’odio che regna nel cuore degli uomini che ancora, dopo secoli, non conoscono la pace e si chiede se ci sarà mai qualcuno pronto ad accogliere il vero significato del Natale, significato che si traduce nell’amore per il prossimo di cui Cristo è portatore. Per dirlo con le parole del poeta:
“Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?“
Natale
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?