Dicembre è il mese della bontà, della luce, dei doni. Tutti più buoni, films dove i protagonisti sono innamorati, miracolati, l’atmosfera è calda accogliente, perfino il barbone sotto la neve al freddo al gelo sembra felice. le case senza riscaldamento si riscaldano da sole, chi è senza luce a causa dell’aumento dell’energia. è comunque illuminato. La piccola fiammiferai morta dal freddo, fa atmosfera natalizia.
Il leit motiv di tutto dicembre, non ci sono guerre o se ci sono , ci pensiamo di meno, se ci sono disoccupati, ci penserà la caritas o chi se ne frega. Le case in teoria, tutte calde accoglienti, alberi e presepi, bambini buoni, tanti regali.
Il Natale è una festa bellissima, ma molti non sanno neppure perchè si chiama cosi. La parola Natale deriva dal latino ” natus” nato, più il suffisso ”Alem” appartenenza, quindi indica una nascita, in questo caso il giorno in cui nacque Gesù. Per i cattolici il tempo dell’avvento, cioè della venuta di Cristo, il 27 novembre è stato il primo giorno dell’avvento, quindi la prima settimana, sono quattro e l’ultima dell’avvento il 24 dicembre. Tutto questo ha un profondo significato spirituale, semplicemente questo. Ai tempi d’oggi un favoloso affare commerciale, molti fautori del politicamente corretto e ridicoli, volevano cancellare questa festa e chiamarla” festa d’inverno”, veramente ridicoli, perchè chi non crede, può semplicemente non festeggiare. A dicembre si muove un enorme apparato commerciale, i doni di babbo natale, di Gesù bambino, la befana, cibi tradizionali, ecc, un enorme macchina consumistica, di apparenza e di lustrini. Si divorano quantità industriali di cibi tradizionali, e chi non può mangiare? Certo ” a Natale puoi”. Aggiungerei che quelli ” del politicamente corretto” non sono riusciti ad eliminare questa festa, a causa di tutto ciò che si muove dietro il Natale. Io come cattolica ritengo che cancellare questa festa sarebbe stato terribile!
Allora vorrei riprendere il leit motiv della bontà ecc, sostengo che non ci dovrebbe essere solo a dicembre, ma tutto l’anno, la bontà, la carità, la compassione, la misericordia ogni mese. I social istigano ad essere violenti, verbalmente e anche con i fatti. Abbiamo trasmissioni televisive, dove si accapigliano, si prendono a male parole, ci spaventano a morte con pandemia, guerre, un vero lavaggio del cervello, costi delle bollette, costi del cibo, carburante, siamo sottoposti a un vero lavaggio del cervello, impotenti, svuotati, senza forze, terrorizzati e poi a Natale?
A natale puoi Fare quello che non puoi fare mai: Riprendere a giocare, Riprendere a sognare, Riprendere quel tempo Che rincorrevi tanto.
È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, Per noi, a Natale puoi.
A Natale puoi Dire ciò che non riesci a dire mai: Che bello è stare insieme, Che sembra di volare, Che voglia di gridare Quanto ti voglio bene.
È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, Per noi, a Natale puoi.
È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, Per noi, a Natale puoi.
Luce blu, C’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più: è la voglia che hai d’amore, Che non c’è solo a natale, Che ogni giorno crescerà, Se lo vuoi.
È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, Per noi, a Natale puoi.
A Natale puoi Puoi fidarti di più..
Concludo dicendo che è ora di dire basta, che è ora di recuperare noi stessi, la fiducia negli altri, reciproca. Amarsi e avere fiducia sempre, perchè l’amore l’amore veramente risolve, ed è gratuito. Non solo possiamo a natale, ma per ogni mese dell’anno. Auguri a tutti
Simon Armitage (1963) è un letterato, scrittore, poeta, saggista e drammaturgo britannico, che ha ricevuto la carica di Poeta Laureato del Regno Unito dalla regina Elisabetta II il 10 maggio del 2019.
Uscimmo insieme nel cortile della scuola, io e il ragazzo di cui non ricordo nome né faccia. A provare l’estensione della voce umana: lui doveva gridare a più non posso. io alzare un braccio di là dal divisorio segnalando che il suono era arrivato. Lui gridò da oltre il parco – io alzai il braccio. Da oltre il confine urlò in fondo alla strada, dai piedi della collina, da oltre l’osservatorio di Fretwell’s Farm – io alzai il braccio. Cambiò città e alla fine era morto da vent’anni con un foro di proiettile nel palato, nel Western Australia. Ragazzo con nome e faccia che non ricordo, puoi smettere di gridare ora, ti sento ancora.