A volte in religioso silenzio
penso a quando nel buio le mie mani
cercavano le tue,
ma ormai è un ricordo sbiadito,
un piccolo pensiero affievolito.
A volte penso a tutte le volte
in cui non sono stato ricambiato,
ma ormai ho fatto pace con queste delusioni.
A volte penso alle mie estati da ragazzo.
A volte penso a certe ragazze diventate madri e mogli,
a certi conoscenti e amici ormai morti o persi da vista.
A volte penso a ciò che ero e a ciò che sarò,
ma cerco di non abbattermi, di non rimpiangere.
A volte penso che siamo poca cosa, che finiremo nel niente,
che non serve a niente vivere, ma poi cerco di scacciare questi pensieri.
È da quindici anni che non faccio una vacanza.
Avrei bisogno di cambiare un poco d’aria.
A volte ripercorro a ritroso tutte le notti
che ho passato in albergo.
Siamo figli del caso e padri dei nostri piani.
La vita non è altro che mischiare certezze e dubbi,
fare un impasto quotidiano di odio e amore.
Puoi cercare l’amore nei libri, ma non fare un libro dei tuoi amori
e non rispondermi che ogni libro è un libro d’amore.
Cerco di non informarmi troppo
perché le brutture del mondo non mi avvelenino troppo l’animo.
Certe sere abbiamo bisogno di uscire e ritrovarci.
Abbiamo rinnegato i valori di un tempo
per riprenderci quel poco che è nostro,
per non farcelo portare via
perché è breve la vita e passa veloce il tempo.
Cerco di guardarmi il meno possibile allo specchio
per non confrontarmi con me stesso.
È da anni che non prendo un treno.
A volte penso che ogni vita è un treno,
ma non sai quante fermate farà
nè quando arriverà a destinazione,
ma poi la giudico una metafora stupida, banale
e smetto di pensare.
Vado sempre al solito bar.
Non ho più la stessa voglia di avventura di un tempo.
Conosco sempre gli stessi posti.
Vedo sempre la solita gente.
Penso sempre le solite cose.
A volte puoi aguzzare la mente per giorni
e non approdare a niente.
Altre volte senza sforzo giunge l’intuizione.
A volte penso ai ritorni karmici.
Altre volte penso che con anni di solitudine
ho espiato in vita alcuni peccati di gioventù,
ma poi penso che è solo un’illusione.
Sono un uomo ordinario.
Non ho niente di speciale.
Non mi importa del giudizio del mondo.
Da tempo ho smesso di giudicare il mondo.
All’alba cammino nella nebbia.
Mi trovo perfettamente a mio agio
quando non mi imbatto in nessuno.
Raramente qualcuno mi chiede informazioni.
Raramente vado in centro.
Resto il più delle volte in periferia,
ma mi hanno detto che ora tutta la città
è addobbata e piena di luci.
A volte in religioso silenzio
penso a quando nel buio le mie mani
cercavano le tue,
ma ormai è un ricordo sbiadito,
un piccolo pensiero affievolito.
A volte penso a tutte le volte
in cui non sono stato ricambiato,
ma ormai ho fatto pace con queste delusioni.
È da anni che non prendo un treno.
A volte penso che ogni vita è un treno,
ma non sai quante fermate farà
nè quando arriverà a destinazione,
ma poi la giudico una metafora stupida, banale
e smetto di pensare.