Domenica pomeriggio con la poesia di Cettina La Placa – poetessa

Joan Josep Barcelo cura la traduzione della poesia di Cettina La Placa

Foto : Cettina La Placa

IL FREDDO NEL MIO CUORE

Oggi, è un freddo risveglio.
Tutto attorno a me sembra cristallizzato,
come neve stratificata
su questo mio presente
tutto da inventare.
Silenziosa e malinconica,
scorgo un flebile raggio di sole.
Nasce in me, la speranza
che possa riscaldare, ancora,
il freddo nel mio cuore.

Concetta La Placa
(Cettina La Placa Tumminelli)
.
.
EL FRED AL MEU COR

Avui és un despertar fred.
Tot el que m’envolta sembla cristal•litzat,
com neu estratificada
en aquest present meu
tot per inventar.
Silenciosa i melancòlica,
entreveig un tènue raig de sol.
Neix en mi, l’esperança
que pugui escalfar, de nou,
el fred del meu cor.
.
.
Traduzione nell’idioma catalano a cura di Joan Josep Barcelo

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http://alessandria.today/2022/12/04/la-poesia-della-domenica-pomeriggio/

http://nonsolopoesiarte.art.blog/2022/12/04/la-poesia-della-domenica-con-la-poetessa-cettina-la-placa/

A volte in religioso silenzio (testo di canzonetta da musicare)…

A volte in religioso silenzio

penso a quando nel buio le mie mani

cercavano le tue,

ma ormai è un ricordo sbiadito,

un piccolo pensiero affievolito.

A volte penso a tutte le volte

in cui non sono stato ricambiato,

ma ormai ho fatto pace con queste delusioni.

A volte penso alle mie estati da ragazzo.

A volte penso a certe ragazze diventate madri e mogli,

a certi conoscenti e amici ormai morti o persi da vista.

A volte penso a ciò che ero e a ciò che sarò,

ma cerco di non abbattermi, di non rimpiangere.

A volte penso che siamo poca cosa, che finiremo nel niente,

che non serve a niente vivere, ma poi cerco di scacciare questi pensieri. 

È da quindici anni che non faccio una vacanza.

Avrei bisogno di cambiare un poco d’aria.

A volte ripercorro a ritroso tutte le notti 

che ho passato in albergo.

Siamo figli del caso e padri dei nostri piani.

La vita non è altro che mischiare certezze e dubbi, 

fare un impasto quotidiano di odio e amore. 

Puoi cercare l’amore nei libri, ma non fare un libro dei tuoi amori

e non rispondermi che ogni libro è un libro d’amore.

Cerco di non informarmi troppo

perché le brutture del mondo non mi avvelenino troppo l’animo. 

Certe sere abbiamo bisogno di uscire e ritrovarci. 

Abbiamo rinnegato i valori di un tempo

per riprenderci quel poco che è nostro,

per non farcelo portare via

perché è breve la vita e passa veloce il tempo.

Cerco di guardarmi il meno possibile allo specchio

per non confrontarmi con me stesso.

È da anni che non prendo un treno.

A volte penso che ogni vita è un treno,

ma non sai quante fermate farà

nè quando arriverà a destinazione,

ma poi la giudico una metafora stupida, banale

e smetto di pensare. 

Vado sempre al solito bar.

Non ho più la stessa voglia di avventura di un tempo.

Conosco sempre gli stessi posti.

Vedo sempre la solita gente.

Penso sempre le solite cose.

A volte puoi aguzzare la mente per giorni

e non approdare a niente.

Altre volte senza sforzo giunge l’intuizione. 

A volte penso ai ritorni karmici.

Altre volte penso che con anni di solitudine

ho espiato in vita alcuni peccati di gioventù, 

ma poi penso che è solo un’illusione. 

Sono un uomo ordinario.

Non ho niente di speciale.

Non mi importa del giudizio del mondo.

Da tempo ho smesso di giudicare il mondo.

All’alba cammino nella nebbia.

Mi trovo perfettamente a mio agio

quando non mi imbatto in nessuno.

Raramente qualcuno mi chiede informazioni.

Raramente vado in centro.

Resto il più delle volte in periferia,

ma mi hanno detto che ora tutta la città 

è addobbata e piena di luci.

A volte in religioso silenzio

penso a quando nel buio le mie mani

cercavano le tue,

ma ormai è un ricordo sbiadito,

un piccolo pensiero affievolito.

A volte penso a tutte le volte

in cui non sono stato ricambiato,

ma ormai ho fatto pace con queste delusioni.

È da anni che non prendo un treno.

A volte penso che ogni vita è un treno,

ma non sai quante fermate farà

nè quando arriverà a destinazione,

ma poi la giudico una metafora stupida, banale

e smetto di pensare.