Improvvisamente un boato, diverso dal rumore d’un tuono e poi un sussulto inaudito che sfocia nel forte tremolìo della terra e tutto si muove d’intorno in modo inconsulto… Ecco il terremoto, inaspettato cataclisma, che sa incutere interminabili attimi di panico. La mente in pochi secondi gestisce immagini terrificanti e l’istinto di sopravvivenza avanza a grandi passi con velocissime mosse portate alla salvaguardia della propria persona, allarmata da una situazione di forte pericolo. Non c’è tempo di pensare, si deve correre al di fuori delle mura dell’abitazione, all’aperto, possibilmente lontano da fabbricati, che potrebbero sbriciolarsi da un istante allo altro. Le scene che seguiranno, dopo il sisma, saranno terrificanti per la loro violenza… un ammasso di detriti ed edifici distrutti o semidemoliti, fra gli sguardi della gente ancora attonita e sbigottita per aver vissuto ed avere ancora il dono della vita, dopo un evento di tale portata. Organizzati nelle tendopoli, in uno stato di precarietà ed emergenza, in parte sono felici di aver avuto salva la vita, ma molti di loro hanno perso la casa e forse anche il lavoro. Situazioni davvero drammatiche, che la vita, che bisogna sempre considerare un’avventura, può riservare insieme ad altre, di natura imprevedibile che portano a riflessioni profonde e alla considerazione di quanto, soprattutto, siamo fragili, di fronte all’inaspettata forza della natura, che non finisce mai di sbalordirci con le sue incredibili performance @Silvia De Angelis
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